(Sesto Potere) – Forlì – 16 maggio 2024 – Nelle ultime ore le due statue celebrative degli “angeli del fango” sistemate ai piedi di Porta Schiavonia (vedi foto) sono state rimosse. L’amministrazione avrebbe spiegato che lo spostamento s’è reso necessario per procedere con una “manutenzione” dello stesso basamento e che l’installazione sarà regolarmente sistemata entro domani per la cerimonia già in programma dello scoprimento e dell’inaugurazione della scultura.
Una spiegazione che non convince Jacopo Zanotti, consigliere comunale uscente del Partito Democratico che in una nota afferma: “E’ sinceramente incomprensibile quanto comunicato dal comune di Forlì in merito alle ragioni che avrebbero portato l’Ente a distruggere il monumento in memoria dell’alluvione del maggio ’23, solo da pochi giorni installato”.
“Si tratta di un’opera – prosegue il Consigliere PD – che già aveva suscitato molti malumori da parte dei cittadini alluvionati in ragione dell’elevato costo e del poco coinvolgimento degli stessi, che oggi il Comune, a solo pochi giorni dall’installazione, demolisce completamente, riferendo della necessità di una “normale manutenzione”“.
“Le foto dell’intervento – che lo stesso consigliere Pd produce alla stampa (vedi foto in basso) – , in realtà, dimostrano un intervento ben più radicale di una normale manutenzione, fermo restando che non si comprende di quale manutenzione necessitasse un manufatto appena installato al costo di quasi cinquantamila euro, per questo ho presentato un’istanza di accesso agli atti per conoscere le ragioni reali della demolizione”: continua Jacopo Zanotti.
“L’opera, che per gli obiettivi che si prefiggeva avrebbe meritato ben altra attenzione da parte della Giunta, in pochi giorni è stata installata, contestata e demolita: un esempio della confusione che regna in casa Zattini, autore di un pessimo autogol a pochi giorni dal voto”: conclude il suo intervento Jacopo Zanotti.
E sul tema interviene anche Sauro Turroni, ex parlamentare ed esponente storico dei Verdi di Forlì-Cesena, che nella sua pagina social pone una serie di domande: “Chi ha realizzato realmente l’ opera rimossa ? Errani, Navacchia o la ditta di carpenteria metallica? Chi ha fatto l’ opera istallata su un basamento di cemento davanti alla porta di Schiavonia? Perché è stata rimossa? Un fitto mistero circonda questa vicenda paradossale che vede i volontari idealmente rappresentati rifiutarla in blocco, come una modesta operazione autocelebrativa di chi li ha lasciati senza guida durante l’alluvione”.