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Disastri ambientali e cambiamenti climatici, Censis / Confcooperative: Danno da 210 miliardi di euro per l’Italia

(Sesto Potere) – Roma – 22 febbraio 2024 – Presentato “Disastri e climate change, conto salato per l’Italia” il nuovo focus di Censis / Confcooperative sull’impatto dei disastri naturali e i cambiamenti climatici sull’economia del Paese in 

Dallo studio emerge in sintesi che: i danni sono pari a 210 miliardi di euro, un conto salato che di fatto “cancella” il pnrr e pesa quanto 10 manovre finanziarie; è a rischio 1 pmi su 4; solo nel 2022 i danni sono stati pari a 17 miliardi di euro, lo 0,9% del PIL; l’agricoltura è il settore più colpito, persi 900 milioni di produzione nel 2022, pari a – 1,5% dell’intera produzione.

Gardini

«È di 210 miliardi di euro il conto che disastri naturali e cambiamenti climatici hanno presentato al nostro paese. Si tratta di un costo pesantissimo pari all’intero importo del PNRR e a 10 manovre finanziarie. Di questi 210 miliardi ben 111 sono determinati dagli effetti dei cambiamenti climatici. Ecco perché la cura del territorio non è un costo, ma un investimento sul sistema paese»: afferma Maurizio Gardini (nella foto a lato) presidente di Confcooperative commentando i dati che emergono dal Focus Censis Confcooperative, documentoche certifica, dati alla mano, come negli ultimi 40 anni 1/3 del valore dei danni provocati da eventi estremi nella Ue sia stato “pagato” dall’Italia.

«Venendo agli ultimi anni parliamo di 42,8 miliardi solo dal 2017 al 2022. Nel 2022 è costato quasi 1% di PIL, lo 0,9% per l’esattezza, pari a 17 miliardi circa: un importo – precisa Gardini – poco inferiore a una manovra finanziaria».

Impatto sulle imprese «Ben 1 Pmi su 4 – aggiunge Gardini – sono minacciate, perché localizzate in comuni a rischio frane e alluvioni e presentano una probabilità di fallire del 4,8% più alta di quella delle altre imprese una volta che si sia verificato l’evento avverso» (Tab 1).

Tab. 1 – Le piccole e medie imprese italiane e l’esposizione al rischio fisico (val. % sul totale PMI Italia)

Molto alto1,4
Alto6,7
Medio13,2
Basso17,7
Molto basso61,0
Totale imprese100,0

Fonte: Cerved

Allo stesso modo queste imprese realizzerebbero un risultato economico inferiore del 4,2% e una dimensione d’impresa, in termini di addetti, anch’essa inferiore alle imprese localizzate in territori non esposti a rischi di frane e alluvioni (Tab 2).

Tab. 2 – Impatto degli eventi naturali sulle imprese italiane negli anni successivi all’evento. Confronto fra imprese localizzate in comuni colpiti e non colpiti da frane e alluvioni

Probabilità di fallimentoSuperiore al 4,8%
RicaviInferiori al 4,2%
AddettiInferiori all’1,9%
Durata degli effetti da eventi avversi4-5 anni
Tipologia di impreseMicro e piccole imprese nei settori delle Costruzioni e dei Servizi
Aree territorialiMezzogiorno, aree rurali

Fonte: Banca d’Italia

L’agricoltura è il settore più colpito, solo nel 2022 persi circa 900 milioni «L’agricoltura – aggiunge Maurizio Gardini – è il settore economico che risente di più le conseguenze dei cambiamenti climatici. L’andamento dell’economia agricola nel 2022 ha registrato un calo della produzione dell’1,5%, poco meno di 900 milioni di euro». (Tab 3)

Tab. 3 – Siccità e alluvioni stremano l’agricoltura italiana. Produzione e valore aggiunto di agricoltura, silvicoltura e pesca in Italia. 2022 (v.a. in milioni di euro correnti 2022, var. %)

Produzione di Agricoltura, silvicoltura e pesca74.659100,0-1,5
Consumi intermedi37.23849,9-1,0
Valore aggiunto di Agricoltura, silvicoltura e pesca37.42250,1-1,8

Fonte: Istat

Buona parte del risultato negativo è da imputare alla diffusa siccità e alla carenza di precipitazioni, tanto che il 2022 è considerato l’anno più caldo di sempre. Quasi tutte le tipologie di coltivazioni hanno subito un duro contraccolpo: la produzione di legumi (-17,5%), l’olio di oliva (-14,6%), i cereali (-13,2%). In flessione anche ortaggi (-3,2%), piante industriali (-1,4%) e vino (-0,8%). Il comparto zootecnico ha subito una riduzione della produzione pari allo 0,6%.

Dal punto di vista territoriale, la flessione del volume di produzione ha avuto una maggiore incidenza nel Nord Ovest (-3,5%) e nel Sud (-3,0%), mentre al Centro non si è registrata alcuna variazione.

Se si guarda al valore aggiunto, la tendenza negativa appare particolarmente evidente nel nord Ovest con un -7,6%. Al Sud il valore aggiunto si riduce del 2,9%.

La storia dei disastri naturali e del climate change: tra il 1980 e il 2022, in Italia le perdite economiche causate da eventi estremi e da disastri naturali si attestano sui 210 miliardi di euro. I cambiamenti climatici hanno prodotto danni per 111, di cui 57,1 miliardi di euro per alluvioni; ondate di calore, con un costo pari a 30,6 miliardi (14,6%); le precipitazioni per 15,2 miliardi di euro (7,2%). Siccità, incendi boschivi e ondate di freddo, invece, hanno causato danni per 8,2 miliardi. I disastri: poco meno di 100 miliardi, sono imputabili a terremoti, eruzioni, frane e altri fenomeni geofisici (Tab 4).

Tab. 4 – Le perdite economiche causate da disastri naturali ed eventi climatici estremi in Italia per tipologia di evento. 1980-2022 (v.a. in mld di euro 2022 e val.%)

Terremoti e altri eventi geofisici99,147,1
Alluvioni57,127,2
Ondate di caldo30,614,6
Precipitazioni15,27,2
Altro (siccità, incendi boschivi e ondate di freddo)8,23,9
Totale eventi estremi210,2100,0

Fonte: elaborazione Censis su dati Agenzia Europea dell’Ambiente

Negli ultimi 40 anni 1/3 del valore dei danni provocati da eventi estremi nella Ue è stato “pagato” dall’Italia (Tab. 5)

Tab. 5 – Italia paese a più alto rischio economico in Europa. Perdite economiche causate da disastri naturali ed eventi climatici estremi. 1980-2022 (v.a. in mld di euro 2022 e val.%)

Italia210.20227,4111.11052,9
Germania167.34221,8167.29999,9
Francia120.96215,8120.61399,7
Spagna86.26011,283.78197,1
Grecia21.9472,911.93554,4
Romania20.2422,617.52686,6
Resto UE140.23918,3138.20298,5
UE 27767.194100,0650.46684,8

Fonte: elaborazione Censis su dati Agenzia Europea dell’Ambiente