lunedì, Febbraio 17, 2025
HomeEconomiaLavoro, decreto flussi stranieri, 100mila posti "bruciati" in pochi minuti con...

Lavoro, decreto flussi stranieri, 100mila posti “bruciati” in pochi minuti con il Click Day

(Sesto Potere) – Roma – 17 febbraio 2025 – La normativa relativa ai flussi migratori  per l’anno 2025 prevede 70.720 ingressi per lavoro subordinato non stagionale, 730 ingressi per lavoro autonomo e 110.000 ingressi per lavoro subordinato stagionale; per colf e badanti previsti fino a 10.000 nulla osta al di fuori delle quote; mentre dei  110.000 ingressi stagionali per i settori agricolo e turistico-alberghiero, 47.000 sono  prioritariamente per i lavoratori agricoli.

Nella sola Emilia-Romagna nel 2024 su circa 18mila profili richiesti sono confluite nel sistema diigitale di ingresso quasi 13mila domande. Pochi rispetto al reale bisogno.

E quest’anno “le quote di ingressi sono state “bruciate” nello spazio di pochi minuti, senza peraltro la sicurezza che i lavoratori arrivino e siano effettivamente disponibili quando serve, è giunto il momento di superare una volta per tutte un meccanismo che non risponde né alle esigenze del mondo produttivo né alle legittime attese di chi cerca un impiego in agricoltura”: afferma la Coldiretti dopo che il click day disposto dal Ministero del Lavoro ha fatto registrare un overbooking per i 110mila “posti” previsti, nonostante lo slittamento di orario per le difficoltà tecniche.

Il primo problema è rappresentato dal fatto che non tutti gli occupati richiesti risultano poi effettivamente disponibili. Nel 2024, secondo una stima Coldiretti, della quota gestita direttamente dalle associazioni datoriali agricole ne era arrivato solo il 70%. Ma nel 2023 la percentuale era stata addirittura di appena 1/3.

Numeri che evidenziano come sia giunto il tempo di assumere una gestione diretta, sfruttando i passi importanti fatti con la revisione dell’ultimo decreto flussi, con un maggiore coinvolgimento delle associazioni datoriali. In questo modo si andrebbero ad evitare i fenomeni fraudolenti e le infiltrazioni della criminalità organizzata. Ma serve lavorare – aggiunge Coldiretti – anche sui consolati, dove tropo spesso si creano dei “colli di bottiglia” sull’invio delle domande, poi difficile da evadere in tempi brevi.

Un passo importante è arrivare a sanare le tante posizioni di irregolarità, nate anche a causa delle anomalie e delle incertezze dei click day, con stagionali che hanno preso parte alle attività di raccolta ma che non sono poi rientrati nei propri Paesi per evitare di perdere l’opportunità di essere impiegati ancora. Una forza lavoro “sommersa” – sostiene Coldiretti – che va ad alimentare il business delle agromafie e finisce vittima dei “caporali” quando potrebbe essere messa in trasparenza, considerata la pressante richieste di manodopera da parte delle aziende.  

Ma occorre soprattutto lavorare sulla formazione all’estero. Coldiretti assieme a Filiera Italia, Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (Oim) e E4Impact, ha già messo in campo un progetto per la reperibilità di manodopera qualificata, partito da Egitto, Marocco e Costa d’Avorio.

L’obiettivo è formare i lavoratori direttamente nei Paesi d’origine, superando l’idea che l’agricoltura abbia bisogno solo di braccianti, attraverso una formazione specialistica che punti a creare anche, ad esempio, piloti di droni o altre figure professionali capaci di padroneggiare gli strumenti di Agricoltura 4.0.