lunedì, Marzo 4, 2024
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Unioncamere Emilia-Romagna, 24.342 nuove imprese aperte e 22.859 cessazioni nel 2023 (+1.483 imprese)

(Sesto Potere) – Bologna – 4 marzo 2024 – Sono 24.342 le nuove imprese aperte nel 2023, a fronte di 22.859 cessazioni. Il risultato è un saldo positivo di +1.483 imprese, che prosegue la crescita delle imprese emiliano-romagnole che sono complessivamente 438.197.

Le imprese si strutturano sempre di più come dimostra il consistente incremento delle società di capitali (+3.338). Aumentano i servizi specializzati e le attività edili di ristrutturazione. Stanno muovendosi verso una base imprenditoriale sempre più concentrata il commercio, soprattutto quello al dettaglio, l’agricoltura ed alcuni settori industriali, in particolare moda e fabbricazione di macchinari e attrezzature. La contrazione delle imprese dell’industria avviene parallelamente all’aumento dei relativi addetti.

Questo emerge nell’ultimo Movimprese-Movimenti nel Registro delle imprese delle Camere di commercio dell’Emilia-Romagna: a cura di Unioncamere Emilia-Romagna (sede foto in alto) pubblicato il 1° marzo.

Aperture e cessazioni di imprese nel 2023

Tre anni consecutivi di crescita costante nel numero delle imprese in Emilia-Romagna. E’ quanto emerge dall’analisi Movimprese del Centro studi di Unioncamere regionale.

Che mette però in luce un forte divario fra settori economici che attirano nuove imprese e quelli in cui il ridimensionamento della base imprenditoriale è rapido e costante.

Sono state 24.342 le nuove attività in regione nel 2023, a fronte di 22.859 cessazioni. Il risultato è un saldo positivo di +1.483 imprese, che ha però un’ampiezza che è andata riducendosi negli ultimi tre anni.

Questo perché se negli ultimi tre anni le iscrizioni sono state sostanzialmente stabili, attorno a 24.000 nuove attività all’anno, le cessazioni sono leggermente aumentate (erano 21.766 nel 2022), anche se sono decisamente inferiori rispetto agli anni precedenti al 2020.

L’andamento per settore economico

Agricoltura: nel 2023 l’agricoltura silvicoltura e pesca ha visto diminuire il numero delle imprese di 924 unità.

Industria: nell’industria è in corso da lungo tempo un processo di concentrazione aziendale che anche nell’ultimo anno ha prodotto una riduzione nel numero delle imprese registrate (-247 imprese, -0,5%). L’intensità del processo è andata lievemente acuendosi negli ultimi due anni, ma senza avvicinare i valori che aveva assunto negli anni fino al 2020. Importante evidenziare che la contrazione delle imprese dell’industria avviene parallelamente all’aumento dei relativi addetti.
Tra i sotto-settori della manifattura solo quello della riparazione e manutenzione di macchine vede un aumento consistente (+152 imprese, +3,8%), nel numero delle imprese, il maggiore degli ultimi due anni.
Prosegue, anche se con meno intensità rispetto al 2020, la riduzione nel numero delle imprese dell’industria della moda, (-110, -1,6%).
E si evidenzia lo stesso processo di concentrazione nel fondamentale settore della fabbricazione di macchinari e apparecchiature (-84 imprese, -1,9%).
Anche grazie alle misure di incentivazione governative, nonostante siano state contenute nel corso del 2023, hanno continuato ad aumentare le imprese di costruzioni (+1.464, +2%), soprattutto quelle dei lavori di costruzione specializzati (+1.449 unità, +2,8%), le più attive nelle ristrutturazioni e nei piccoli interventi.

Servizi: in aumento le imprese di servizi (+1.309, +0,5%), dato sostanzialmente stabile negli ultimi due anni, ma si tratta di un saldo che è il risultato di andamenti contrastanti nei diversi settori che ne fanno parte.
E’ il commercio al dettaglio (-537 unità, -1,2%), il settore che più ha visto ridurre il numero delle imprese registrate, ma anche il commercio all’ingrosso ha la stessa direzione (-437 imprese, -1,2%).
Al contrario il commercio e riparazione di autoveicoli e motocicli ha presentato nel 2023 il saldo positivo più consistente registrato dal 2015 (+162, +1,4%).
Crescono, e di tanto, i servizi che non sono commercio (+2.121 imprese, +1,2%), anche se con andamenti differenti.
Diminuiscono le imprese di trasporto e magazzinaggio (-144, -1%), soprattutto perché si stanno riducendo le attività che fanno solo trasporto terrestre (-186, -1,7%).
Crescono decisamente le attività professionali, scientifiche e tecniche (+566, +3%), ed in particolare le attività di direzione aziendale e di consulenza gestionale (+396, +6,1%). E aumentano anche le imprese della pubblicità e ricerche di mercato (+90, +3,1%).
Sempre in crescita (+174, +2,9%) le imprese di pulizie e giardinaggio e i call center, le agenzie di recupero crediti e la spedizione di materiale propagandistico (+150, +2,6%).
Da evidenziare il consistente e rapido aumento delle attività finanziarie e assicurative (+261, +2,6%), risultato dovuto al boom dei servizi finanziari che non sono assicurazioni (+209, +10,1%).
In aumento anche le imprese della categoria altre attività di servizi alla persona (+276, +1,8%).

L’andamento per forma giuridica

Si conferma il rafforzamento della struttura imprenditoriale.
Continuano infatti ad aumentare, anche se ad un ritmo più rallentato, le società di capitali (+3.338, +2,6%), grazie anche all’attrattività della normativa delle società a responsabilità limitata, semplificata in particolare.
Per contro diminuiscono le società di persone (-1.847, -2,2%) e anche per cooperative e consorzi prosegue una tendenza alla concentrazione iniziata dal 2017 (-87, -0,2%).
Segnano invece una piccola variazione positiva (+225, +0,1%) le ditte individuali che interrompono un lungo periodo di segni negativi iniziato nel 2011.