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Turismo slow e prodotti enogastronomici, Emilia-Romagna si allea a Toscana, Marche, Umbria e Lazio

(Sesto Potere) – Verona – 16 aprile 2024 – Dopo il grande successo di “Cammini Aperti”, l’evento nazionale più importante dedicato ai Cammini, con 42 escursioni tenutesi in tutta Italia, grazie ad una strategia di promozione congiunta di tutte le Regioni, ora l’attenzione si sposta al Vinitaly, salone internazionale del vino e dei distillati che si svolge dal 14 al 17 aprile 2024, a Verona.

È qui che, all’interno del Palaexpo del Masaf, l’Umbria insieme a Lazio, Marche, Toscana e Emilia-Romagna valorizzano una nuova sinergia, grazie sempre al supporto del Ministero del Turismo, per promuovere lo “slow”, insieme alle eccellenze agroalimentari dei diversi territori che si possono apprezzare lungo la Via di San Francesco, di San Benedetto e della Via Lauretana, Cammino francescano della Marca, in particolare su alcuni tratti.

“Vini e Cammini” è dunque un vero viaggio nel centro della Penisola, per scoprire angoli nascosti di una “Italia che non Sapevi” da apprezzare ancora di più, specie con la bella stagione.

Il progetto sostenuto dal Ministero del Turismo (nell’ambito dei fondi PSC) prevede un investimento di 1.690.078,65 euro, per le azioni di comunicazione e promozione, proposte dalle Regioni Umbria, Lazio, Marche, Toscana ed Emilia-Romagna, e porterà l’attuazione di interventi lungo i tracciati dei cammini religiosi di San Francesco, San benedetto e Via Lauretana.

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La volontà di creare una stretta sinergia tra turismo ed agricoltura porterà a promuovere i cammini e le produzioni enogastronomiche che si trovano sui territori attraversati da questi percorsi.

Il commento

“L’intervento del Ministero risponde all’esigenza di creare una stretta sinergia tra turismo ed agricoltura che porterà a promuovere i cammini e le produzioni enogastronomiche che si trovano sui territori attraversati da questi percorsi. È ormai noto, come gli itinerari lenti siano potenti generatori di ricadute economiche, occupazionali, sociali e culturali sulle comunità, in grado di offrire opportunità a chi in quei territori vive, a chi ha un’impresa, un’azienda agricola o intenda operare nei servizi specializzati al turista lento. Con riferimento agli obiettivi di Sviluppo Sostenibile, gli itinerari di turismo lento contribuiscono allo sviluppo di lavori dignitosi e crescita economica, città e comunità sostenibili. È per questo che il Governo ci crede e pianifica attività, investe risorse e definisce un quadro normativo per sostenere sempre di più il settore come mai nessuno ha fatto prima” dichiara il Ministro del Turismo Daniela Santanchè.

“La rete di cammini religiosi in Italia – prosegue il ministro – costituisce una rilevante opportunità di sviluppo sostenibile per i territori, in grado di: stimolare il senso di appartenenza dei residenti contrastando lo spopolamento dei borghi, restituire centralità alle aree interne e ai luoghi considerati “minori”, attivare la consapevolezza della tutela e valorizzazione del patrimonio agricolo e forestale, storico, artistico e culturale al di fuori delle mete più battute dal turismo, sostenere lo sviluppo dei servizi alla persona e al turista offrendo occasioni di occupazioni in ambito agricolo e turistico a giovani e donne, favorire sinergie e collaborazioni tra Enti e Privati grazie alla coesistenza lungo il medesimo itinerario fisico o immateriale.”

 Il Turismo slow dell’Emilia-Romagna

In Emilia-Romagna viaggiare a passo lento vuol dire intraprendere il Cammino di San Francesco, da Rimini a La Verna. In un itinerario di circa cinque giorni si percorrono alcuni luoghi visitati dal Santo in Valmarecchia, dal mare Adriatico all’Appennino Tosco-Romagnolo lungo l’affascinante Valle del fiume Marecchia, tutt’ora caratterizzata da secolari boschi, borghi fortificati, antiche pievi e viste spettacolari. Il cammino recupera antichi sistemi viari, si incontrano conventi, luoghi di fede e di pace come il Convento dei Frati Minori a Verucchio con il secolare cipresso di San Francesco, il Convento di Sant’Igne, sorto nel 1244 nel bosco ai piedi della rupe di San Leo, e quello delle Clarisse e dei Cappuccini a Sant’Agata Feltria. E ancora borghi fortificati intrisi di storia come San Leo, dove l’8 maggio 1213 il Conte Orlando Cattani donò a San Francesco il Monte della Verna. Dunque, un itinerario pieno di fascino che si ricongiunge lungo la Val Marecchia con il territorio della Strada dei vini e dei Sapori dei Colli di Rimini per offrire numerose opportunità di visita nelle cantine e nelle aziende dei prodotti tipici a qualità regolamentata. Tra le colline dell’entroterra riminese, da sempre crescono e prosperano i filari e le viti facendo di questo lembo di Romagna la fonte di un’elitaria produzione di vino. Tra le uve rosse, il Sangiovese rappresenta la radice sulla quale si è costruita la vitivinicoltura riminese anche perché viene utilizzato come base di uvaggi il Cabernet Sauvignon e, in misura più limitata, uve come il Verucchiese e il MarzabinoLa varietà di uve bianche è piuttosto ampia: Rebola, Trebbiano Romagnolo, e Biancame rappresentano i capostipiti della produzione di vini bianchi riminesi ottenuti sia con la vinificazione in purezza che mediante uvaggi con il Chardonnay e con il Sauvignon. Il riconoscimento della Doc “Colli di Rimini” va ad ampliare la lista degli altri vini Doc riconosciuti nel territorio riminese.