C’è anche Cesena nella prossima puntata di “Bell’Italia. In Viaggio”, la trasmissione che va in onda sul canale La7 e che accende i riflettori sulle bellezze del nostro paese. A snocciolare i fasti e le curiosità della città Malatestiana attraversata dal fiume Savio sarà il conduttore Fabio Troiano arrivato con la sua troupe a Cesena per raccontare le eccellenze del territorio attraverso la sua bellezza paesaggistica, culturale e artistica.
Nel corso della puntata, che andrà in onda domenica 10 dicembre alle ore 14.00, si incroceranno racconti, aneddoti e persone, di ieri e di oggi, a partire dalla Biblioteca Malatestiana e, nel dettaglio, dalla Sala Piana.
Il primo ciak si gira è avvenuto proprio nel luogo che prende il nome dal papa cesenate Pio VII, al secolo Gregorio Barnaba Chiaramonti (di cui quest’anno ricorre il bicentenario dalla morte), e che custodisce circa 5500 volumi a stampa dei secoli XV-XIX, una sessantina di codici e diversi manoscritti che raccolgono gli interessi del pontefice per le belle arti, l’antiquaria, la numismatica, che gli valsero l’appellativo di “papa archeologo”.
Il conduttore di “Bell’Italia”, accompagnato nella sua visita dalla Dirigente del settore Biblioteca Malatestiana e Cultura Elisabetta Bovero, si è soffermato sul libro più piccolo del mondo leggibile a occhio nudo (la lettera di G. Galilei a Cristina di Lorena – 1897), sul corale del Bessarione n° 4 (Antifonario proprio dei Santi dalla Assunzione a San Clemente, metà del XVesimo secolo), e sulla mostra – tuttora allestita – riguardante le tecniche di illustrazione libraria dal ‘500 all’‘800.
Non si può visitare il suggestivo complesso della Biblioteca Malatestiana senza mettere piede nella storica Aula del Nuti che si pregia del monumentale portone a due chiavi e di una navata centrale che lascia il visitatore letteralmente senza fiato. Qui Fabio Troiano ha approfondito gli aspetti architettonici e storici della Biblioteca, allestita – per l’occasione – con una selezione (sia dal fondo Malatestiano, che greco ed ebraico) di codici disposti sui plutei. I riflettori si sono accesi sul codice D.IX.1 (De Civitate Dei, di Sant’Agostino – 1450), manoscritto iconico della Malatestiana; sul codice S.XXI.V (Isidoro, Etymologiae – IX secolo) il manoscritto più antico conservato in biblioteca; e su altri codici di superba fattura.
Non sono state trascurate neppure le lapidi murarie e le iscrizioni sulla pavimentazione con l’iscrizione in pietra riportante il motto “Mal(atesta) Nov(ellus) / Pan(dulphi) fil(ius) / Mal(ateste) Ne(pos) / Dedit”, e neppure i graffiti murari, in particolare per quelli di Malatesta Novello (parete sinistra tra diciassettesima e diciottesima finestra), della moglie Violante (davanzale della seconda finestra a sinistra) e di Lucrezia Borgia (davanzale della sedicesima finestra di destra – databile a fine gennaio 1502).