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Rimini, Cisl: tribunale condanna il Ministero dell’Istruzione a risarcire con massima indennità docente precaria

(Sesto Potere) – Rimini, 21 maggio 2025 –  Una sentenza a suo modo storica quella pronunciata ieri, martedì 20 maggio 2025, dal Giudice del Lavoro del Tribunale di Rimini, il dottor Lucio Ardigò.

Il tribunale ha condannato il Ministero dell’Istruzione e del Merito a risarcire una docente precaria da ben 32 anni, praticamente quasi l’intera carriera basata su reiterati contratti a termine, con l’indennità massima prevista dalla legge: ‘ventiquattro mensilità dell’ultima retribuzione globale di fatto’.

L’avvocato Alberto Donini, che ha patrocinato la causa, ha spiegato: “Il giudice ha accertato l’esistenza del danno derivante dalla illegittima reiterazione di contratti a tempo determinato e ha quindi condannato il Ministero a un risarcimento notevole, il massimo possibile, riconoscendo la gravità dell’abuso subito dalla docente”.Grande soddisfazione è stata espressa dalla CISL Scuola Emilia-Romagna, che ha sostenuto il ricorso. 

“Siamo profondamente soddisfatti per questo risultato, che rappresenta non solo un giusto riconoscimento per la nostra iscritta, ma anche un segnale forte contro una prassi illegittima che si protrae da anni. Il Ministero ha sistematicamente rinnovato i contratti a termine senza bandire concorsi triennali, come previsto dalla normativa. Questa sentenza dimostra che è possibile far valere i propri diritti e ottenere giustizia”, ha dichiarato il segretario regionale Luca Battistelli (nella foto).

“La CISL Scuola Emilia-Romagna – ha concluso il sindacalista –  continuerà in ogni sede territoriale a tutelare le lavoratrici e i lavoratori della scuola, anche attraverso azioni legali, per rivendicare i diritti negati. Confidiamo che questa pronuncia contribuisca a sollecitare una risoluzione definitiva dell’annoso problema del precariato scolastico. Una vittoria che va dunque oltre il singolo caso, ponendosi come esempio e monito in un contesto lavorativo in cui la stabilità rimane ancora oggi, troppo spesso, un traguardo difficile da raggiungere”.