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Nuovo sciopero all’agenzia Dire, l’azienda ha confermato i licenziamenti. Messaggi di solidarietà ai giornalisti

(Sesto Potere) – Bologna – 12 ottobre 2023 –  I giornalisti dell’Agenzia Dire – che ha una redazione regionale anche in Emilia-Romagna, a Bologna – hanno proclamato ed effettuato due giornate di sciopero per il 10 e l’11 ottobre come risposta di lotta all’ esito negativo dell’incontro che si è svolto martedì tra la delegazione dei lavoratori e l’azienda.

“Il CdR e le rappresentanze sindacali, nel corso della riunione, hanno chiesto all’azienda il ritiro della procedura di licenziamento collettivo” di 28 dipendenti annunciato a fine settembre, ritenendola illegittima e immotivata, ma la richiesta non è stata accolta”: si legge nel comunicato dell’Assemblea dei redattori pubblicato anche sul sito web dell’agenzia di informazione.

La Federazione nazionale della Stampa italiana esprime solidarietà ai colleghi dell’agenzia Dire che hanno proclamato sciopero dopo che l’azienda ha comunicato alle rappresentanze sindacali la decisione di non ritirare la procedura di licenziamento di 15 giornalisti (oltre a 13 grafici).

«Questi licenziamenti – denuncia in una nota la FNSI – Federazione Nazionale Stampa Italiana, il sindacato unitario dei giornalisti italiani – sono illegittimi e immotivati, visto anche il decreto per le agenzie di stampa che partirà a gennaio e che garantirà risorse statali a tutte le agenzie nazionali, come la Dire. Per questo motivo la Fnsi continuerà ad affiancare i colleghi in ogni sede ribadendo, come è stato fatto oggi, che prima si ritira la procedura di licenziamento e poi si avvia un confronto sul futuro dell’agenzia: sotto ricatto non si tratta».

Lepore

«Esprimo tutta la mia vicinanza e solidarietà ai giornalisti e agli altri lavoratori dell’agenzia di stampa Dire, ieri in sciopero per la scelta dell’azienda di non ritirare la procedura di licenziamento collettivo di 28 dipendenti. Una decisione che mette a rischio posti di lavoro ma anche la stessa qualità dell’informazione nella nostra città e nel Paese. Come rappresentanti delle istituzioni affidiamo quotidianamente alla Dire informazioni preziose per consentire un dibattito democratico informato e altrettanto preziose sono le sollecitazioni che riceviamo e la copertura capillare di quanto accade quotidianamente in città. Un patrimonio che va tutelato, quindi, per i lavoratori dell’azienda ma anche per l’intera comunità cittadina, che di quel lavoro beneficia ogni giorno. Per questo, auspico si possa trovare in tempi brevi una soluzione che garantisca pienamente i livelli occupazionali. Come istituzioni continueremo ad essere accanto ai giornalisti e altri lavoratori della Dire in questa battaglia»: commenta il sindaco di Bologna Matteo Lepore (nella foto a lato).

Nei giorni scorsi, in avvio della procedura di licenziamento collettivo all’Agenzia di stampa Dire, anche il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, era intervenuto in solidarietà ai giornalisti ricordando che la procedura: «rischia di colpire giornalisti e poligrafici che ogni giorno, da anni, dimostrano grande professionalità e serietà, nella sede centrale a Roma e in quelle regionali, compresa quella dell’Emilia-Romagna a Bologna. Un’Agenzia di stampa di rilevanza nazionale, centrale nell’informazione italiana e capace di raccontare i territori, come quotidianamente vediamo fare anche nella nostra regione, in particolare nei periodi di crisi o di emergenza, non ultimo il lungo periodo della pandemia o gli ultimi mesi dopo l’alluvione».

Per  Bonaccini: «La salvaguardia di una realtà importante e, soprattutto, di tutti i posti di lavoro è una priorità. L’auspicio è quindi quello che la proprietà possa fermarsi e scegliere la strada del confronto su ogni possibile soluzione alternativa, anche alla luce della riforma avviata dal Governo del settore delle Agenzie di stampa e dei finanziamenti erogati e della sua applicazione già nei prossimi mesi».

Il presidente della Regione dell’Emilia-Romagna ha confermato la sua intenzione di seguire la vertenza, dando anche “piena disponibilità” a «fare la nostra parte in ogni sede o tavolo al quale saremo chiamati».