(Sesto Potere) – Forlì – 29 marzo 2024 – “Nel tentativo autoreferenziale di nascondere la situazione disastrosa in cui versa il patrimonio storico artistico della città e di magnificare il loro operato, il sindaco Zattini e l’assessore Melandri non si sono fatti scrupolo, in una delle quotidiane conferenze stampa andata in scena alcuni giorni fa, di offendere i loro concittadini, vantandosi di essersi rivolti, durante il loro mandato, a un pubblico di “non intelligenti”. Non solo: hanno dichiarato di: “aver trovato una città ferma, in cui veniva imposto cosa pensare, il patrimonio non era valorizzato e le associazioni non avevano spazi per esprimersi”. Basterebbero queste parole a dimostrare, se ancora ce ne fosse bisogno, la scarsa conoscenza che entrambi avevano e hanno del tessuto culturale della città, il disprezzo con cui continuano a rivolgersi ai tanti che, dentro e fuori dalle istituzioni, hanno curato e valorizzato il nostro patrimonio storico artistico e, non da ultimo, la superficialità con cui in questi anni si è messo mano alla gestione e alla riorganizzazione degli spazi della cultura”: lo scrive in una nota Federico Morgagni, capogruppo Forlì e co., che commenta le ultime esternazioni di Zattini e Melandri in occasione della presentazione del bilancio di fine mandato dell’assessorato comunale alla Cultura.
“Per l’ennesima volta l’assessore Melandri ha messo in scena il suo repertorio fatto di acronimi, di nuovi e fantomatici musei, di strategie per la valorizzazione delle peculiarità locali, tra cui spiccano inesorabilmente l’inesistente “miglio bianco” e il Festival di Caterina Sforza, ancora senza una piazza a lei dedicata. Se in questi cinque anni Melandri si fosse documentato, avrebbe scoperto le molteplici mostre e iniziative realizzate in passato per valorizzare il patrimonio artistico, museale e bibliotecario della città e il lavoro competente di molti dipendenti comunali che, con rigore scientifico e spirito di servizio, hanno reso un prezioso servizio alla città. Gli esempi sono molteplici, ma ne citeremo solo due, su temi cari all’assessore: il progetto Atrium, dedicato all’architettura dei regimi totalitari, che ha messo Forlì a capo di una rete di collaborazione europea, e le molteplici iniziative espositive, musicali e teatrali, realizzate alla Rocca di Ravaldino, fra cui le mostre del 2009, dedicate a Caterina Sforza, esito di un lavoro di ricerca e di aggiornamento sulla sua figura”: elenca Federico Morgagni.
“Quanto ai contenitori culturali, poi, senza la visione lungimirante che la città decise di adottare a metà degli anni Novanta, oggi non esisterebbero realtà esemplari come i Musei San Domenico, che possono ospitare grandi mostre di livello nazionale in ragione degli standard di eccellenza. Musei concepiti come luogo in cui tutti i cittadini possono conoscere il patrimonio della nostra città e non meri contenitori da cui estrapolare opere per operazioni di marketing, come quella che vuole lo smembramento delle Collezioni del Novecento da Palazzo Romagnoli, nonostante autorevoli pareri contrari e le proteste giunte da più parti e sottoscritte da oltre mille cittadini. Con le sue dichiarazioni Melandri ha confermato quello che già sapevamo sul suo modo di concepire la partecipazione culturale: numeri da esibire, biglietti da staccare, brand culturali e acronimi. Non stupisce dunque che, per l’ennesima volta, l’Assessore abbia accuratamente evitato di far conoscere concretamente i progetti ai cittadini che ne devono sostenere l’enorme onere economico, che non abbia presentato un piano di gestione di questi spazi, che si aggiungono a una realtà già in grave difficoltà”: afferma Federico Morgagni.
“E’ un dato di fatto che, dopo i cinque anni della destra, la maggior parte dei musei è chiusa, la biblioteca opera a scartamento ridotto e con la prospettiva di un peggioramento della situazione dopo il paventato trasferimento a Palazzo Romagnoli, i lavori sul Palazzo del Merenda non sono stati fatti, neppure quelli già finanziati dalla precedente Giunta e la collezione Verzocchi, fiore all’occhiello di Forlì, pronta a essere messa in deposito negli scatoloni, visto che la conclusione dei lavori su palazzo Albertini viene posticipata di anno in anno. E’ ora di cambiare: questa Amministrazione deve andare a casa affinché la città abbia un nuovo governo della cultura, che abbia cura del nostro prezioso patrimonio e si impegni a realizzare un sistema di servizi culturali aperti, moderni e al servizio dei cittadini”: conclude il capogruppo Forlì e co. Federico Morgagni.