(Sesto Potere) – Rimini – 9 maggio 2024 – Piante officinali coltivate indoor, prodotti di quarta gamma evolutiva, gelato alle spezie. Sono alcuni degli eventi della prima giornata di Macfrut aperta con il pieno di pubblico nei padiglioni fieristici di Rimini.
“Facciamo luce” sulle piante officinali: Esperienza di coltivazione indoor e applicazioni in ambito farmaceutico.
Vertical farming: l’importanza delle collaborazioni multidisciplinari, cruciali nel mondo accademico, incrociano le pratiche agronomiche innovative a tutto vantaggio della salute e della qualità della vita. Senza dimenticare la necessità di una ricerca pressoché continua, come ha sottolineato Andrea Primavera Presidente di Fippo (Federazione Italiana Produttori Piante Officinali). È intorno a questi concetti che si è sviluppato il convegno “Facciamo luce sulle piante officinali: Esperienza di coltivazione indoor e applicazioni in ambito farmaceutico”, condotto dalla giornalista di Repubblica Rosaria Amato all’interno del Salone Spices&Herbs Global Expo, dedicato a piante officinali, erbe e spezie.
Promosso dal Dipartimento di Scienze e tecnologie agro-alimentari dell’Università di Bologna (Team di Ingegneria Agraria – Strutture e ambiente), l’appuntamento ha messo a confronto il mondo della ricerca universitaria e i suoi giovani docenti insieme a quello imprenditoriale nella diretta applicazione in campo protetto, concludendo poi il convegno con una visita guidata a delle vere e proprie piccole farm, adatte alla realizzazione di orti domestici. L’evento si è concentrato proprio su questo ambito di applicazione in relazione ai risultati che la ricerca sta ottenendo, in merito alla possibilità di incrementare le rese attraverso sistemi di coltivazione bio-ingegnerizzati ad hoc come nel caso di ricette luminose specifiche per ogni coltura (portate avanti ad esempio su Pervinca del Madagascar, Coleus e Taus Baccata).
Il prof Daniele Torreggiani del Dipartimento di Scienze e tecnologie agro-alimentari dell’Università di Bologna, tra gli organizzatori dell’evento, ha spiegato come il settore della coltivazione indoor di piante officinali e medicinali attraverso sistemi di illuminazione artificiale, rappresenti un’opportunità in grado di sbloccare potenti sinergie a livello di filiera, coinvolgendo sia i coltivatori che le imprese che forniscono soluzioni tecnologiche, impianti e attrezzature per il comparto, sino a quelle della trasformazione di prodotti per la cura della persona.
È toccato al dottor Alessandro Quadri illustrare i principali risultati ottenuti dal team del Laboratorio di Ingegneria Agraria e dei Biosistemi del Dipartimento di Scienze e tecnologie agro-alimentari dell’Università di Bologna, nell’ambito di ricerche svolte in collaborazione con altri colleghi del dipartimento e con altri dipartimenti dell’ateneo bolognese che hanno consentito di ottenere incrementi di resa di tali composti rispetto sia alla coltivazione in pieno campo che alla coltivazione indoor con luci convenzionali. La leva sfruttata nelle sperimentazioni condotte è infatti costituita da una modulazione sia in intensità che in qualità della luce Led che viene impiegata anche in combinazione con altri sistemi di biostimolazione innovativi.
A seguire il dott. Michele Protti, del Laboratorio di Analisi Farmaco-Tossicologiche del Dipartimento di Farmacia e Biotecnologie dell’Università di Bologna, laboratorio che collabora con il team di ingegneria agraria nelle ricerche sopra richiamate, ha concentrato l’attenzione sulle implicazioni che tali sistemi di coltivazione innovativi possono avere per le aziende farmaceutiche e non solo.
Hanno completato il programma le testimonianze di due importanti imprese del settore: Massimo Lucchini di Idromeccanica Lucchini, che ha ricordato come si è arrivati a Cultipharm, oggi un parco di 6.000 metri quadrati, partendo ai tempi di Expo nel 2015 con la prima serra verticale italiana. Vincenzo Spaccapeli di Eatour ha dimostrato come si stia passando dal paradigma dell’orto “fuori casa” all’orto domestico, a portata di ogni spazio, presentando ‘dal vivo’ una soluzione modulare di coltivazione indoor per la produzione di piante officinali.
Prodotti di IV gamma e IV gamma evoluta: strategie tecnologiche per l’innovazione di processo/prodotto.
Nel primo appuntamenti di giornata del Salone Innovation Hub for Healthy food, sono stati presi in esame i prodotti di IV gamma. I prodotti di quarta gamma sono costituiti da frutta e verdura e in generale, ortaggi freschi, confezionati e pronti per il consumo. Su 100 persone che acquistano questa categoria, più della metà non è affezionata a nessuna marca in particolare. Alcune sono più riconoscibili ma per la maggior parte non si registra consapevolezza sui marchi. Influisce su questo scenario anche l’elevata quota di mercato della private label che supera il 50% nei super e negli iper mercati, e il 70% nei discount.
Secondo i dati emersi nel convegno “Prodotti di IV gamma e IV gamma evoluta: strategie tecnologiche per l’innovazione di prodotto” su 100 persone che passano dal reparto ortofrutta solo nove si fermano nei frigoriferi della IV gamma per l’acquisto.
“Di fronte a questa perdita di terreno – ha detto Giancarlo Colelli, DAFNE Università di Foggia, – serve un lavoro di comunicazione importante basato solo su alcuni dei plus del prodotto come ad esempio, la sostenibilità del packaging o la freschezza del prodotto. Ma la ricerca ha fatto passi da gigante arrivando, ad esempio, con immagini spettrometriche a stabilire il livello qualitativo, sia in termini di freschezza ma anche di apporto nutrizionale, ad esempio, di vitamina C, della verdura o frutta contenuta con la massima precisione”.
Per le aziende in difficoltà attualmente è difficile investire sia in comunicazione che in ricerca anche se sono in corso grossi progetti finanziati da istituzioni pubbliche come il Miur e il Masaf che coinvolgono partner sia pubblici, come gli enti di ricerca, o i privati. Tra i più importanti ‘Stay Fresh’, Pofacs (finanziato dal Miur), Quafety (finanziato dal Masaf).
Tra le ultime frontiere: l’identificazione di marker genetici capaci di dare informazioni sulla qualità del prodotto, packaging non convenzionali con atmosfera controllata, individuazione sempre più veloce della presenza di eventuali patogeni, ingresso nella filiera della trasformazione di IV gamma di nuovi vegetali, trattamenti termali per aumentare la qualità nutrizionale e organolettica oltre che la sicurezza delle insalate o, ancora, usare ingredienti naturali nano-incapsulati per ridurre la carica microbica nel materiale appena raccolto.
Dall’università di Bologna arrivano studi innovativi sia per la conservazione che per la stabilizzazione dei prodotti di IV gamma in atmosfera controllata. “Stiamo lavorando su molecole innovative – spiega Giulio Giannini, Dottorando Industriale, Alma Mater Studiorum, Università di Bologna che sta lavorando per la ricerca applicata con Agribologna sull’avocado di IV gamma -. Tra quelle al test c’è ad esempio la melatonina che è in grado di modulare la senescenza del prodotto, il glutathione che è in grado di controllare l’attività antiossidante, l’introduzione di Kojic acid (rame chelante) nei polimeri del packaging o la vanillina come antimicrobico. Per il packaging sono allo studio dei coat, ossia dei rivestimenti aderenti, a loro volta edibili che riducono lo spreco di acqua, favoriscono la traspirazione del prodotto e ne controllano il tasso di respirazione, oltre ad offrir la possibilità di incapsulare molecole attive con funzione antimicrobica e antiossidante”. Dall’università di Bologna arriva poi un nuovo metodo di sanificazione dei prodotti di IV gamma che usa il plasma freddo in sostituzione degli agenti chimici.
Una delle aziende che sta applicando le ultime frontiere di innovazione è Gulftech che ha già introdotto l’intelligenza artificiale, sul lavoro di qualità del prodotto, e la robotica nel proprio processo di calibratura e selezione. “Abbiamo anche rivoluzionato il sistema di lavaggio delle verdure di IV gamma – ha detto Alessandro Turatti, manager dell’azienda statunitense – con l’obiettivo di risparmiare acqua e di usare sanificanti alternativi al cloro come gli ultrasuoni o il lavaggio tramite spray”.
Cocktail & Ice Cream a cura di Roberto Leoni gelatiere botanico
La versatilità, il gusto e la vibrante timbrica organolettica del mondo delle spezie e delle erbe aromatiche si sono incontrate, al Macfrut, con uno dei simboli del made in Italy gastronomico: il gelato. Un incontro reso possibile grazie all’estro artigianale del maestro gelatiere Roberto Leoni. Nello spazio della fiera riminese, dedicato al mondo Spices&Herbes, il botanico gelaterie di Cesena ha presentato le sue creazioni durante uno speciale show cooking.
“Grazie all’utilizzo delle novità del mondo delle spezie lanciate da Cannamela – afferma il gelaterie romagnolo – ho voluto pensare e preparare due tipologie di gelato inedite e particolari. Il primo realizzato con melone bianco, che tra l’altro produco nella mia azienda agricola, con un tè aromatizzato alla nigella il tutto arricchito dal crunch dato dai semi di questo stuzzicante fiore. Il secondo invece è un gelato alla pesca, anch’essa prodotta nelle mie coltivazioni, con un tè d’ibisco e una spolverata di pepe di Sichuan”. Un approccio fantasioso, estroso e artigianale “che trova nella creazione di nuovi sapori, accostamenti accattivanti ed esotici, il vero valore aggiunto – prosegue Leoni -. Questo è possibile grazie a materie prime ancora troppo poco conosciute ma che sanno assolutamente esaltare sapori e abbinamenti anche non così immediati e quotidiani”. Al Macfrut, quindi, l’essenza della natura si fa gusto “con un approccio – sottolinea ancora Leoni – che intende rispettare la materia prima cercando di esaltarla attraverso una ricerca continua di accostamenti sempre nuovi”. Il tutto è stato accompagnato inoltre dalle creazioni, anch’esse estrose e particolarissime, dell’arte della mixology, di drink preparati utilizzando le medesime spezie e botaniche.