(Sesto Potere) – Rimini – 12 ottobre 2024 – Analisi, progettualità e condivisione di strategie per un futuro sostenibile dove la Romagna si candida ad essere guida per la transizione. È l’energia, in un’ottica di sistema e di visione ad ampio raggio, al centro dell’assemblea annuale di Confindustria Romagna che si è svolta nella Comunità di San Patrignano (Rimini).
Un’occasione importante di confronto, con gli interventi del Presidente di Confindustria Romagna Roberto Bozzi, del Direttore Dipartimento NUCleare – ENEA, Alessandro Dodaro e del Presidente di Confindustria Emanuele Orsini, intervistato da Agnese Pini, Direttrice QN – Il Resto del Carlino La Nazione – Il Giorno.
Fra i temi toccati in Assemblea, l’alluvione di due settimane fa, che ha riportato la Romagna sott’acqua dopo 16 mesi, colpendo nuovamente persone, famiglie, case, aziende. Una catastrofe che costringe a una nuova normalità, e all’urgenza di efficientare e snellire il sistema decisionale e i tempi di progettazione ed esecuzione delle opere indispensabili, da affrontare con procedure di urgenza. Un’emergenza ancora in corso proprio in queste ore, con l’allerta in tutto il territorio romagnolo per piene e frane.
I COMMENTI
“Non possiamo permetterci di reagire solo quando il pericolo è imminente, sperando di superarlo. Dobbiamo attrezzarci meglio, agire più velocemente e pianificare il futuro quando ancora possiamo, anzi dobbiamo, prevenire anziché rincorrere, riparare, ricostruire – ha detto il presidente Bozzi in apertura della sua relazione – Dobbiamo agire subito per rafforzare le nostre difese idriche, ripensare il regime idraulico del territorio, non limitandoci a ripristinare ciò che è stato distrutto, ma creando infrastrutture nuove e moderne, adeguate a questa realtà climatica che cambia. Interventi come la costruzione di vasche di espansione per contenere le piene, il raddrizzamento delle curve fluviali, l’ampliamento degli argini non sono azioni che possono essere rinviate. È necessario agire ora, perché il futuro della Romagna dipende dalle scelte che facciamo oggi. Il rischio di “desertificazione” di aziende e persone oramai in alcuni luoghi della Romagna è già realtà”.
“Peraltro, questo territorio si candida a guidare la transizione come una delle aree più avanzate in Italia ed in Europa. Il gas naturale, la chimica da fonti rinnovabili, la generazione di energia elettrica ad alto rendimento, lo sviluppo di soluzioni innovative come la produzione di elettricità da moto ondoso, i parchi eolici off-shore a Ravenna e a Rimini, i progetti di cattura e stoccaggio della CO2 – ricorda Bozzi – Il tutto senza limitazioni alla vocazione turistica e naturalistica del territorio. Si aggiungono le recenti decisioni sul rigassificatore di Ravenna e le nuove possibili prospettive sull’estrazione del gas naturale. Senza dimenticare l’energia nucleare, i cui scenari sono oggi profondamente diversi rispetto al passato e per cui l’Italia possiede un know-how fortissimo che le permetterà di svolgere un ruolo da protagonista”.
“Rispettare gli obiettivi di neutralità climatica implica una forte riduzione nell’utilizzo di fonti fossili per la produzione di energia elettrica. Per questo motivo è estremamente importante ipotizzare un mix energetico scevro da considerazioni preconcette verso una particolare tecnologia, mantenendo una spinta molto forte all’impiego crescente delle energie rinnovabili e, al contempo, ottimizzando i consumi energetici attraverso processi di efficientamento che riducano sprechi e dispersioni”, sottolinea Alessandro Dodaro, direttore del dipartimento Nucleare dell’ENEA. “Il nucleare di nuova generazione è, ad oggi, l’unica fonte priva sostanzialmente di emissioni di gas serra che possa garantire sicurezza negli approvvigionamenti all’interno di un mix energetico ideale che dovrebbe tendere nel più breve tempo possibile a una produzione di elettricità da rinnovabili superiore al 50% (oggi siamo ancora ben al di sotto del 30%) e al ricorso a fonti più ‘stabili’ rispetto a quelle attualmente importate, come gas e carbone. E presso il nostro Centro ricerche del Brasimone sull’Appennino bolognese stiamo sviluppando proprio le tecnologie per i futuri reattori di IV generazione”, conclude Dodaro.
I DATI DELL’INDAGINE
In occasione dell’Assemblea è stata presentata l’indagine sul tema sostenibilità realizzata a metà settembre dal Centro Studi di Confindustria Romagna, da cui emerge un sistema produttivo fortemente impegnato nella transizione ecologica.
Le imprese romagnole sono già, e vogliono sempre più, essere protagoniste del cambiamento in atto. Al tempo stesso, è necessario migliorare i risultati raggiunti con politiche mirate, che facilitino la transizione ecologica delle imprese, soprattutto quelle di dimensione piccole e medie.
Negli ultimi tre anni l’82% delle aziende ha migliorato la sostenibilità della propria attività rinnovando edifici, infrastrutture o macchinari. Il 63% ha già introdotto processi specifici di riduzione e recupero degli scarti di lavorazione. Il 94% dei rispondenti predilige, quando è possibile, fornitori locali. L’81% già in fase di progettazione di un prodotto considera la sostenibilità un valore aggiunto. Per il 65% delle aziende andrebbero riformati strutturalmente gli incentivi. Il 59% chiede che venga realizzata una politica industriale a lungo termine.
Gli aspetti da tenere maggiormente in considerazione nel pianificare le strategie energetiche risultano essere la formazione di figure professionali dedicate (energy manager) e la creazione di filiere strategiche in grado di intercettare la domanda di nuove tecnologie green.
Fra le parole chiave: nucleare di quarta generazione, fotovoltaico, riduzione delle emissioni di CO2 ed energie rinnovabili, rete di imprese sostenibili, utilizzo di energia auto prodotta, trasporto pubblico elettrico.