(Sesto Potere) – Bologna – 29 ottobre 2024 – Al primo gennaio 2024 i cittadini stranieri residenti in Emilia-Romagna erano 575.476 (12,9% della popolazione complessiva), in incremento di oltre 6.600 persone rispetto all’anno precedente dopo la leggera flessione del 2023 e la marcata crescita post-pandemia registrata nel 2022.
L’Emilia-Romagna è da diversi anni la regione italiana con la più alta incidenza, seguita dalla Lombardia (12,1%). Se si considerano i soli cittadini di paesi non Ue, l’incidenza sul totale della popolazione residente in Emilia-Romagna risulta pari al 10,0%.
Per quanto riguarda l’area metropolitana di Bologna, al 1 gennaio 2024 i cittadini stranieri residenti erano 124.557, pari al 12,2% della popolazione e oltre 2 mila in più rispetto all’anno precedente, in cui se ne contavano 122.204. Nel Comune di Bologna al 1 gennaio 2024 i cittadini stranieri residenti erano 61.472, pari al 15,7% della popolazione.
Anche a livello nazionale c’è stato un leggero aumento di presenze, arrivando a oltre 5,3 milioni (9,0%).
Info
Questi i principali contenuti nel Dossier statistico immigrazione Idos/Confronti presentato questa mattina all’Istituto Aldini Valeriani di Bologna, in contemporanea con le presentazioni che si sono svolte in tutta Italia.
La presentazione bolognese è stata curata da Africa e Mediterraneo che oltre ai dati nazionali e regionali ha presentato i dati del Sistema Accoglienza Integrazione-SAI metropolitano di cui è titolare il Comune di Bologna e gestito da ASP-Città di Bologna.
Dati Sistema accoglienza integrazione-SAI metropolitano
Attualmente sono 3597 i posti e 415 le strutture di accoglienza del sistema CAS (Centri di Accoglienza Straordinaria in capo alla Prefettura di Bologna) e SAI metropolitano (Sistema accoglienza integrazione), con una media rispettivamente di posti per struttura per i CAS di 25 posti e per i SAI di 6 posti.
L’accoglienza SAI nell’area metropolitana di Bologna è realizzata in 340 strutture, che si sostanziano in appartamenti in condomini o in abitazioni multifamiliari.
La maggioranza delle strutture si trova a Bologna città con 1202 posti in 189 strutture. Seguono i dati degli altri distretti: 250 posti nel distretto Pianura Est, 229 nel distretto San Lazzaro di Savena, 224 nel distretto Reno Lavino Samoggia, 125 nel distretto Appennino Bolognese e 46 nel distretto Pianura Ovest. A queste si aggiungono 114 posti in 19 strutture del progetto del Circondario Imolese.
Nel dettaglio, nel 2023 il SAI metropolitano ha accolto sul territorio 1690 persone (rientranti nella categoria ordinari), 136 persone con disagi sanitari e/o mentali (DS/DM), e 858 minori non accompagnati-MSNA.
Le nazionalità di provenienza per gli adulti e le persone in nucleo familiare, sono 55: la maggiormente rappresentata è la Nigeria (344 persone), seguita dall’Ucraina (330), il Pakistan (140), l’Afghanistan (111), la Somalia (94) e la Tunisia (91).
Oltre il 57% delle persone accolte nelle categorie ordinari e disagio sanitario e/o mentale è in nucleo famigliare o monoparentale, complessivamente il 67,5% delle persone accolte ha meno di 30 anni.
Per i minori non accompagnati, la nazionalità maggiormente rappresentata nel 2023 è la Tunisia (348 persone), seguita dall’Albania (151 persone) e dall’Egitto (127 persone).
Il progetto SAI
Il progetto SAI (Sistema Accoglienza Integrazione) è realizzato nell’Area metropolitana di Bologna dal Comune di Bologna, titolare del progetto, con l’adesione di 41 Comuni del territorio metropolitano e nel Circondario Imolese con un progetto specifico. Il progetto, a titolarità del Comune di Bologna è realizzato in co-progettazione e in convenzione con 9 enti del Terzo Settore capofila che coinvolgono complessivamente 15 enti attivi nel territorio con tre categorie specialistiche di accoglienza: Ordinari, Persone con disagio sanitario e/o mentale (DS/DM), minori stranieri non accompagnati (MSNA).
Si tratta di un sistema di accoglienza diffusa (distribuita nel territorio in abitazioni di piccole dimensioni) che nel 2015 contava 294 posti ed oggi 2076. È un sistema strutturato con servizi specialistici: accoglienza, accompagnamento legale, alla formazione (linguistica e professionale) e al lavoro, mediazione linguistico-culturale, attività di comunicazione rivolte alla cittadinanza, iniziative volte a promuovere le autonomie e le relazioni con le comunità. Ha come obiettivo principale la (ri)conquista dell’autonomia individuale delle persone accolte, intesa come una loro effettiva emancipazione dal bisogno di ricevere assistenza.