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Gestione del presunto miracolo eucaristico di Savarna: depositato un esposto in Procura da un gruppo di fedeli

(Sesto Potere) – Ravenna – 29 novembre 2024 – Depositato un esposto presso la Procura della Repubblica di Ravenna, relativo alla gestione del presunto miracolo eucaristico avvenuto nella Chiesa di Santa Maria Assunta di Savarna. A darne notizia con una nota inviata ai mass media è  lAvvocato Francesco Minutillo di Forlì (nella foto) ha dato annuncio di un’ iniziativa intrapresa per conto di un gruppo di fedeli, nata – spiega lui steso – “dalla profonda inquietudine suscitata dalle circostanze e dalla gestione del caso”.

I fatti

Il 28 gennaio 2023, la sagrestana della chiesa aveva rinvenuto un’ostia consacrata sul pavimento, successivamente immersa in acqua come da prassi liturgica per gestire particole danneggiate. La mattina seguente, la particola avrebbe assunto una colorazione rossastra simile al sangue, fenomeno che ha spinto il parroco don Nicolò Giosuè a intraprendere una serie di verifiche scientifiche.

Le analisi condotte dalla dottoressa Cristina Antonini, noto anatomopatologo, avrebbero rilevato la presenza di materiale biologico ematico, in condizioni di conservazione ritenute eccezionali.

Tuttavia, ulteriori indagini affidate alla AUSL Romagna avrebbero escluso la presenza di sangue umano, ma l’esito è stato comunicato tramite un messaggio informale via WhatsApp e i campioni sarebbero stati distrutti.

“La particola, rinvenuta nel gennaio 2023, avrebbe mostrato segni ritenuti prodigiosi, ma sarebbe stata successivamente distrutta senza le cautele richieste dalla sua natura sacra”: spiega l’Avv. Francesco Minutillo.

L’esposto

E così l’esposto solleva l’ipotesi che tali azioni possano configurare il reato di vilipendio o danneggiamento di cose destinate al culto, previsto dall’art. 404 del Codice Penale.

«L’esposto depositato oggi evidenzia alcune possibili irregolarità legate alla gestione del caso del presunto miracolo eucaristico di Savarna da parte dell’Arcivescovo Lorenzo Ghizzoni», ha dichiarato l’Avv. Francesco Minutillo. «Se fosse confermata la distruzione o dispersione di un’ostia consacrata e dei relativi campioni biologici, si tratterebbe di un episodio grave, potenzialmente configurabile come vilipendio nei confronti di un oggetto di culto centrale nella dottrina cattolica».

«Ulteriori aspetti meritevoli di approfondimento», ha aggiunto Minutillo, «sono legati alla gestione dei campioni da parte dell’AUSL Romagna. Se fosse effettivamente avvenuta una distruzione dei reperti senza adeguata documentazione o supervisione, ciò potrebbe indicare una violazione dei protocolli di trasparenza e tracciabilità che ci si aspetta in un caso di tale rilevanza».

«Resta inoltre da chiarire», ha proseguito Minutillo, «se l’uso di un semplice messaggio WhatsApp per comunicare l’esito delle analisi e la successiva distruzione dei campioni possa essere ritenuto conforme alle procedure istituzionali. L’ipotetica mancanza di una comunicazione ufficiale o di un referto formale ci ha fatto sollevare non pochi dubbi sulla correttezza del processo».

«È cruciale, infine, accertare le circostanze dell’accordo di riservatezza tra la Diocesi e l’AUSL, che potrebbe aver limitato la trasparenza su una vicenda che interessa non solo i fedeli ma l’intera opinione pubblica visto che ad eseguire le analisi è stato un soggetto pubblico. Non ci fermeremo fino a quando non sarà chiarito che fine abbiano fatto i campioni biologici eucaristici».

E con queste premesse è stato chiesto che vengano sequestrati immediatamente tutti gli eventuali residui ancora disponibili. 

«Si tratterebbe – ha aggiunto Minutillo – a stretta rigor di logica giuridica di oggetti di culto, simboli centrali della fede cattolica che, come tali, devono essere trattati con risetto e non certamente come materiale da smaltire, senza trasparenza e rispetto». «Questa battaglia non è solo una questione di giustizia per i fedeli, ma riguarda il diritto alla verità e al rispetto per la fede di milioni di persone. Non tollereremo alcuna negligenza o tentativo di minimizzare un caso di questa rilevanza come avvenuto sino ad oggi », ha concluso l’Avvocato. «Chiediamo che la magistratura intervenga con decisione per ristabilire chiarezza, verità e giustizia».

Le denunce contenute nell’esposto

L’esposto denuncia possibili violazioni legali e amministrative, nonché comportamenti che potrebbero aver leso il sentimento religioso della comunità cattolica. Tra i punti salienti indicati nell’esposto: “Possibile vilipendio dell’oggetto di culto. Distruzione o dispersione di oggetti di culto. Violazione dei doveri d’ufficio. Mancanza di tracciabilità posto che – sempte secondo i querelanti – l’assenza di documenti ufficiali sul destino dei campioni e sull’accordo di riservatezza tra la Diocesi di Ravenna-Cervia e l’AUSL solleva dubbi sulla corretta custodia e gestione dei reperti”.