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Esposto in Procura contro la mostra di Carpi, il PM chiede l’archiviazione. Minutillo: “Ci opporremo con fermezza”

(Sesto Potere) – Modena – 26 marzo 2024 –  La Procura della Repubblica di Modena ha formalmente aperto il procedimento penale nei confronti dell’Arcivescovo di Modena il forlivese Mons. Erio Castelucci, dell’artista Andrea Saltini e dei curatori della mostra Don Carlo Bellini e Cristina Muccioli, indagati in seguito all’azione legale intentata degli ambienti cattolici bolognesi e romagnoli e in particolare dopo l’esposto dell’avvocato Francesco Minutillo di Forlì contro le opere – tacciate di blasfemia, per il reato di cui all’art. 403 del codice penale: vilipendio – esposte  nella chiesa di Sant’Ignazio a Carpi.

Il PM Giuseppe Amara ha già richiesto al GIP l’archiviazione, atto che è stato notificato ieri alle numerose persone che si sono ritenute offese, difese sempre dal legale Minutillo.

Nelle motivazioni la Procura dà atto di “aver ricevuto numerosi esposti” ma ritiene non integrata l’oggettività della fattispecie poiché “trattasi di opere riconducibili all’attività di un artista (l’indagato Saltini), frutto di una propria elaborazione che, condivisibile o meno, risulta libera manifestazione del pensiero, peraltro, suscettibile di diverse interpretazioni da parte del fruitore delle opere e non già espressione di un gratuito disprezzo verso la confessione religiosa”.

Minutillo

Nelle conclusioni la Procura precisa che risulta “anche possibile come il significato attribuito sia difforme da quello offensivo, come percepito dagli esponenti”.

Nelle motivazioni la Procura cita anche un estratto di una sentenza della Cassazione che Minutillo, però contesta alla radice annunciando opposizione: “Ci opporremo con fermezza alla richiesta della Procura che ci appare priva di motivazioni adeguate ed anzi giuridicamente inconsistenti e perfino surreali nella parte in cui citano un caso trattato dalla Cassazione nel quale veniva proprio condannato un artista per aver manifestato disprezzo verso la religione cattolica “disconoscendo alla istituzione alle sue essenziali componenti (dogmi e riti) le ragioni di valore e di pregio ad essa riconosciute dalla comunità e divenendo una mera offesa fine a se stessa”.

Qui non c’entra nulla la libertà di pensiero” continua l’avvocato Minutillo “spiegheremo al GIP il punto fondamentale, che la Procura ha completamente omesso, ovvero  che siamo di fronte ad un quadro che raffigura – senza possibili interpretazioni altrettanto surreali- un’immagine disgustosa di Cristo e, di più, che tale immagine è stata collocata all’interno di una chiesa ancora consacrata proprio di fronte all’altar maggiore. E’ tutto l’insieme della condotta e delle circostanze, attuate non dal solo dall’artista ma anche dagli esponenti della Curia, che devono essere valutate ai fini di comprendere la consistenza dell’ipotesi di reato proposta”.

E – conclude l’avvocato Minutillo – posso dire di essere rimasto basito non solo dalla straordinaria velocità con cui la Procura ha proceduto, in pochi giorni, a chiudere le indagini e redigere la richiesta  di archiviazione. Per carità, tutto legittimo: ma in un caso delicato come questo io lo avrei evitato”.