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Comitato vittime del fango di Forlì: Occorre ripensare e riprogettare la città con soluzioni rivoluzionarie

(Sesto Potere) – Forlì – 21 maggio 2025 – “Un nuovo, isolato, terribile temporale si è abbattuto ieri su alcuni quartieri di Forlì. Non abbiamo
bisogno di titoli ad effetto su nuovi “incubi alluvione”, ma di un lucido e serio esame del fenomeno che per anni si è voluto derubricare a fantasia faziosa: il cambiamento climatico ci pone al centro (purtroppo) di nuovi scenari, tra cui anche quello che è stato definito “alluvione urbana” e non fluviale. La comunicazione articolata e lucida degli esperti di questi fenomeni deve essere il nostro principale riferimento, perché non possiamo accettare solo l’enfasi ansiogena (l’ansia accompagna già noi alluvionati, spesso guardati per questo con condiscendente ma distante comprensione). Dobbiamo invece convincerci che l’adattamento climatico che gli esperti ci raccomandano deve essere il nuovo paradigma operativo che noi chiediamo da 2 anni e che comprende non solo il ripristino di tutti i danni, ma la fondamentale prevenzione di quelli futuri”: lo afferma in una nota il Comitato unitario vittime del fango di Forlì presieduto da Alessandra Bucchi (nella foto).
“In alcune zone d’Italia si stanno attuando, a seguito di alluvioni dei primi anni 2000 (significative ma molto più contenute di quella, nostra, appena commemorata), politiche di realizzazione di “Città dell’acqua”: piani urbanistici innovativi di ‘convivenza’ e adattamento col territorio che permettono di ridurre ansia e danni di fronte a ‘bombe’ d’acqua, temporali autorigeneranti o piogge sovradimensionate rispetto alle strutture cittadine esistenti. Un esempio per tutti: Agrate Brianza avrà a breve la piazza cittadina all’occorrenza ‘allagabile’ senza conseguenze. E ancora sistemi di drenaggio e deflusso, asfalto drenante, strategie di integrazione della vegetazione, caditoie e reti idriche
funzionali, tarate sui nuovi anomali e frequenti indici di precipitazioni…”: elenca il Comitato unitario vittime del fango di Forlì.
“Non si parla, lo sappiamo, di soluzioni immediate, ma di soluzioni intelligenti per permettere ai territori di affrontare una sfida che è impossibile sottovalutare. Tutta la comunità deve esserne consapevole, senza addurre mancate preveggenze o rimpalli di responsabilità: consapevoli della situazione, dobbiamo cambiare completamente paradigma progettuale a tutti i livelli, se vogliamo conservare il territorio e la qualità della nostra vita. Occorre, quindi, avere il coraggio e la lungimiranza per ripensare e riprogettare le nostre città con soluzioni rivoluzionarie, uniche ed anche non convenzionali, aprendo così la strada a nuove frontiere”.