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Artigianato in E-R, congiuntura ultimo trimestre 2023: considerati gli ordini la prospettiva appare negativa

(Sesto Potere) – Bologna – 23 aprile 2024 – L’Osservatorio di Unioncamere Emilia-Romagna ha pubblicato il report sulla congiuntura dell’artigianato per l’ultimo trimestre del 2023. L’indagine riguarda le piccole e medie imprese fino a 500 addetti.

La congiuntura nel trimestre
Nel quarto trimestre 2023, la produzione delle imprese artigiane della manifattura regionale ha solo lievemente contenuto la recente tendenza negativa e ha fatto registrare una diminuzione del 3,6 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
L’andamento della produzione manifatturiera artigiana è stato più pesante di quello negativo della produzione del complesso dell’industria regionale nello stesso trimestre (-1,0 per cento), anche per effetto di una chiara correlazione positiva tra la dimensione aziendale e l’andamento produttivo.

I giudizi delle imprese sull’andamento della produzione rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente permettono di valutare la diffusione della tendenza in corso. In particolare, nel trimestre in esame la tendenza negativa, nonostante sia risultata lievemente più contenuta in termini percentuali, è divenuta più diffusa tra le imprese e ha ridotto il saldo dei giudizi nuovamente ai livelli della fine del 2019.
La quota delle imprese artigiane manifatturiere che hanno rilevato un incremento della produzione si è leggermente ridotta scendendo dal precedente 25,6 al 23,3 per cento. Contemporaneamente, anche la quota delle imprese che hanno riferito una riduzione della produzione è scesa, ma solo lievemente e in misura sensibilmente più contenuta, dal 39,1 precedente fino al 38,2 per cento un valore solo leggermente inferiore a quello sperimentato alla fine del 2019. Ne consegue che il saldo tra le quote si è nuovamente appesantito ed è sceso da -13,5 a -14,9 punti.

Nel trimestre anche l’andamento del fatturato valutato a prezzi correnti è peggiorato (-3,4 per cento) e ha fatto segnare una più ampia flessione rispetto a quella del trimestre precedente, mentre il fatturato del complesso dell’industria regionale ha subito una riduzione meno ampia (-1,7 per cento).

artigianato

Per valutare l’andamento delle variabili rilevate a prezzi correnti occorre considerare la dinamica dei prezzi industriali, anche se Istat li rileva solo a livello nazionale e questo non permette di tenere conto della diversa composizione tra la produzione manifatturiera nazionale e quella dell’artigianato manifatturiero regionale. Ne emerge che anche la dinamica tendenziale nazionale dei prezzi industriali del manifatturiero nel corso dell’autunno è divenuta negativa facendo segnare all’indice un arretramento dell’1,2 per cento.
Quindi, a fronte della dinamica nazionale dei prezzi industriali l’andamento del fatturato appare meno pesante in termini reali.

Anche la dinamica del fatturato estero, che era rimasta in precedenza positiva, tra ottobre e dicembre ha invertito la tendenza in negativo e ha fatto segnare una flessione dell’1,2 per cento, facendo comunque meglio rispetto all’ampia riduzione del fatturato interno e anche rispetto all’arretramento del fatturato estero per il complesso dell’industria regionale (-1,4 per cento).

Inoltre, la flessione del fatturato estero dell’artigianato manifatturiero potrebbe essere spiegata in ampia misura dall’arretramento dell’indice dei prezzi industriali destinati all’esportazione che per la manifattura nazionale è stato valutato dall’Istat come pari a un -1,0 per cento nel trimestre. Questo sottintende quindi che si sia avuta solo una marginale riduzione delle vendite estere in termini reali.
Considerando l’andamento degli ordini, la prospettiva appare chiaramente negativa. Il processo di acquisizione degli ordini ha assunto una tendenza negativa nel primo trimestre del 2023 che si è andata accentuando fino al punto che nel corso dell’autunno ha condotto a un arretramento del 3,8 per cento. Si tratta di un risultato peggiore del fatturato dell’artigianato manifatturiero regionale e anche di quello
dell’andamento degli ordini per il complesso dell’industria regionale (-1,9 per cento).
Questo andamento degli ordini conferma la prospettiva di una più intensa recessione nel corso dell’inverno del 2024.

Gli ordini provenienti dai mercati esteri avevano contenuto l’andamento negativo nel corso dell’estate, ma questo si è leggermente accentuato negli ultimi tre mesi del 2023 (-1,7 per cento) e anche se il risultato appare meno pesante della discesa degli ordini esteri per il complesso dell’industria regionale (-2,1 per cento), ha comunque avuto un andamento più pesante rispetto a quello del fatturato estero
dell’artigianato manifatturiero regionale.
Tenuto conto dell’andamento dei prezzi industriali, per il mercato interno ed estero, l’andamento degli ordini, totali ed esteri, appare negativo anche in termini reali.
Il periodo di produzione assicurato dalla consistenza del portafoglio ordini è risultato pari a 8,1 settimane. Il grado di utilizzo degli impianti delle imprese è rimasto sostanzialmente stabile al 72,3 per cento.

La dimensione delle imprese
L’evoluzione negativa che ha caratterizzato l’ultimo trimestre dell’anno scorso non ha mostrato l’usuale correlazione negativa dell’andamento congiunturale con la dimensione delle imprese nel breve periodo.
L’andamento della produzione delle imprese minori si è alleviato rispetto al trimestre precedente (-2,8 per cento). Anche il complesso del fatturato ha contenuto l’arretramento (-2,7 per cento) e così pure l’insieme degli ordini ha ridotto la dinamica negativa (-2,8 per cento) che non risulta comunque di buon auspicio per l’andamento congiunturale dell’avvio del 2023.
Al contrario la produzione delle piccole imprese ha decisamente accentuato la tendenza negativa nel trimestre in esame (-4,6 per cento) e ha accusato una flessione sensibilmente più grave rispetto a quella delle imprese minori. Analogamente, anche il grado di utilizzo degli impianti ha accusato una correzione al ribasso scendendo al 77,7 per cento, anche se è rimasto ampiamente superiore a quello riferito
alle imprese minori. Le piccole imprese non sono state in grado di contenere nemmeno la riduzione del fatturato (-4,2 per cento). Soprattutto, la dinamica del processo di acquisizione degli ordini si è appesantita decisamente (-5,1 per cento) ed è risultata molto più rapida di quella delle imprese minori, ciò che ha reso più scure le prospettive per il primo trimestre del nuovo anno.

Il 2023
Dopo l’ampia flessione del 2019 e il crollo nel 2020, la netta ripresa, ancorché parziale, realizzata nel 2021 è proseguita a un ritmo più contenuto nel 2022. Ma fin dall’inizio dell’anno, il 2023 ha visto la fase di rallentamento dell’attività trasformarsi in un’aperta recessione per l’artigianato manifatturiero regionale che aggravandosi nella seconda metà dell’anno ha condotto a un calo della produzione del 2,7 per
cento. Si tratta di un risultato decisamente più pesante di quello riferito al complesso dell’industria regionale, che ha subito un calo della produzione dello 0,5 per cento e che ha visto nel corso dell’intero anno le imprese minori soffrire una più intensa recessione dell’attività produttiva rispetto alle piccole imprese.
Di nuovo con riferimento all’artigianato manifatturiero regionale, l’andamento negativo del fatturato è risultato leggermente più contenuto (-1,8 per cento), grazie anche al supporto offerto alle imprese esportatrici dall’andamento ancora moderatamente positivo del fatturato estero (+0,7 per cento).
Per valutare l’andamento delle variabili rilevate a prezzi correnti occorre considerare la dinamica dei prezzi industriali, anche se Istat li rileva solo a livello nazionale e questo non permette di tenere conto della diversa composizione tra la produzione manifatturiera nazionale e quella dell’artigianato manifatturiero regionale.
Ne emerge che la dinamica tendenziale nazionale dell’indice complessivo dei prezzi industriali del manifatturiero nel corso del 2023 è risultata ancora moderatamente positiva (+1,8 per cento) e che anche l’indice Istat dei prezzi industriali destinati all’esportazione per la manifattura nazionale ha avuto un andamento analogo (+1,9 per cento).
Quindi, a fronte della dinamica nazionale dei prezzi industriali l’andamento negativo del fatturato complessivo dovrebbe risultare ancora più pesante in termini reali e anche quello modestamente positivo del fatturato estero dovrebbe essere stato negativo in termini reali.
Il processo di acquisizione degli ordini ha avuto un esito negativo (-2,9 per cento) con una variazione più ampia di quella riferita al fatturato complessivo. Il mercato interno ha avuto l’andamento peggiore, mentre la dinamica negativa della componente estera è stata più contenuta (-1,5 per cento), ma comunque peggiore di quella risultata ancora positiva del fatturato estero.