(Sesto Potere) – Bologna – 4 febbraio 2025 – “Il gioco d’azzardo è un fenomeno drammatico: fermate la riforma. Lo Stato non faccia cassa sulle dipendenze”: sono le parole di Emanuele Cavallaro, Sindaco di Rubiera (in provincia di Reggio Emilia) e coordinatore tematico promozione della legalità e lotta al gioco d’azzardo di ANCI Emilia-Romagna (nella foto in alto).
Dati che dimostrano il peggioramento di un fenomeno che gli stessi Comuni dell’Emilia-Romagna denunciano come drammatico.
“I 9,5 miliardi di spesa in gioco d’azzardo sul territorio regionale sono una enorme ferita per le comunità che amministriamo. Si tratta di una gigantesca fonte di entrata per i concessionari e per lo Stato – il banco vince sempre – e di una enorme uscita per il welfare e la sanità locali, che devono invece curare e sostenere le famiglie dilaniate dalla ludopatia che, lo ricordiamo, è scientificamente una malattia e non una cattiva abitudine. Nella battaglia contro il gioco d’azzardo, i sindaci si sentono spesso istituzionalmente soli: in forza della bella legge fatta dalla Regione Emilia-Romagna, i Comuni si impegnano a chiudere o allontanare sale gioco dai luoghi sensibili, impegnandosi a mani nude in ricorsi e battaglie legali che, per quanto legittime, dimostrano la lacunosità delle norme statali”: afferma ancora Emanuele Cavallaro.
“Peggio è poi sapere che in questo momento, in Parlamento, giace una proposta di riforma del gioco d’azzardo fisico che annulla le leggi regionali, toglie ai sindaci la possibilità – costituzionalmente dimostrata nei casi appropriati – di stabilire gli orari di apertura delle sale, diminuisce i “punti sensibili” da rispettare: con la scusa di “armonizzare” si finirà per fare aprire innumerevoli nuove sale scommesse. Un provvedimento su cui è necessario, semplicemente, invertire la rotta: anche in forza dei numeri in crescita del fenomeno non solo nella nostra Regione. Rivolgiamo in questo senso un appello accorato a tutti i parlamentari emiliano-romagnoli. Anci, insieme a tante altre associazioni e soggetti del terzo settore, è promotore della campagna “Mettiamoci in gioco” che chiede al Parlamento di ripensare a questi provvedimenti. E’ insopportabile il sospetto che lo Stato voglia fare cassa sulle miserie delle dipendenze. Se si tornasse a giocare solo al lotto ed al totocalcio, forse negli uffici dei sindaci arriverebbero meno disperati in cerca d’aiuto”: conclude il coordinatore tematico promozione della legalità e lotta al gioco d’azzardo di ANCI Emilia-Romagna.