(Sesto Potere) – Ferrara – 19 gennaio – La disuguaglianza di genere nel mondo del lavoro rimane un tema centrale all’interno delle più ampie politiche per la qualità della vita.
Lo dimostrano alcuni dati rivelatori, emersi durante il seminario sulle Politiche di conciliazione, parte del progetto “Riequilibriamo”, che si è svolto stamattina a Ferrara, presso la Città del Ragazzo.
Secondo questi dati basati sulle rilevazioni Istat, le donne dedicano tre volte più tempo degli uomini all’accudimento di figli e anziani, con una media di oltre cinque ore al giorno. Questo impegno impatta significativamente sulle loro scelte professionali, spingendo molte a optare per lavori part-time o di minore responsabilità.
Questa tendenza ha un risvolto economico preoccupante: in Italia, il divario salariale tra uomini e donne si aggira intorno al 5%, un dato che, sebbene positivo rispetto alla media Europea del 12%, rappresenta ancora una forma di discriminazione. L’impatto di queste dinamiche è evidente anche nella disoccupazione femminile, che raggiunge il 40% a livello nazionale.
Il seminario ha evidenziato iniziative innovative per affrontare queste sfide. Il progetto “Riequilibriamo”, finanziato dal Dipartimento per le politiche per la famiglia della Presidenza del Consiglio, punta a migliorare l’equilibrio lavoro-vita privata degli oltre tremila dipendenti di enti del terzo settore in Emilia e anche in Sicilia, Lazio e Veneto.
Tra le misure proposte figurano lo smart-working, applicato soprattutto a chi opera in area amministrativa, la flessibilità oraria, il “turno familiare” per coppie che lavorano nello stesso luogo, e supporto per famiglie con figli piccoli, come il contributo babysitter e quello per attività ludico-sportive per i minori.
Un ruolo importante è svolto dagli interventi legati all’assistenza ed alla cura in termini psicologici e psicoterapeutici, con interventi mirati che accompagnano tanto i lavoratori e le lavoratrici quanto i loro familiari in percorsi legati alla genitorialità, all’età evolutiva e adolescenziale, alla gestione delle crisi familiari. Un approccio quindi volto a far sentire lavoratori e lavoratrici al centro dell’attenzione dei datori di lavoro.
Queste iniziative non sono solo un sostegno per le famiglie, ma si sono dimostrate efficaci anche in termini di produttività.
Giuseppe Mattina dell’Opera Don Calabria, ha sottolineato come “gli interventi per il benessere dei lavoratori e delle lavoratrici fanno parte di una complessiva politica aziendale che mette al centro le persone e le famiglie e la qualità della loro vita, con una ricaduta positiva anche sulla qualità complessiva dell’ambiente lavorativo e quindi sulla produttività delle organizzazioni coinvolte.”
Per il Direttore della Città del Ragazzo Antonio Marchini, “in un quadro sociale che vede sempre più tardi l’ingresso nel mondo del lavoro per i giovani, adottare politiche adeguate affinché le famiglie siano sostenute è indispensabile con nuovi servizi e modalità innovative. E’ un impegno che come privato sociale e come Don Calabria abbiamo fatto nostro da tempo, con un approccio che non è meramente organizzativo ma ragiona poendo attenzione alle persone, ai loro bisogni e alle loro aspirazioni per creare un vero spirito di comunità.“
Ai lavori ha preso parte anche l’Assessora comunale alle politiche sociali Cristina Coletti, che ha sottolineato come “Conciliazione” è un termine chiave della vita di tutti noi, necessario in quanto impatta direttamente sul benessere personale. Le politiche per la conciliazione giocano un ruolo cruciale nel creare un ambiente sociale che valorizzi sia gli impegni professionali che quelli personali e familiari. Per adottare efficaci politiche di conciliazione occorre mettere a sistema azioni coordinate a livello istituzionale, associativo e sanitario, che riducano lo stress emotivo e favoriscano l’equilibro individuale. Giornate come questa sono essenziali, perché portano alla condivisione di idee sulle quali si basano strategie efficienti di promozione della conciliazione. E al Don Calabria, da oltre 70 anni, quello di cui si discute oggi è una realtà preziosa, senza la quale la nostra città non sarebbe la stessa.”