(Sesto Potere) – Forlì, 29 novembre. Ampliamento del pronto soccorso e realizzazione del nuovo padiglione su due livelli dove collocare le attività sanitarie di sala parto, ostetricia e pediatria.
Due progetti fondamentali per la qualità dell’assistenza ospedaliera forlivese, che sembrerebbero scontrarsi con difficoltà di vario genere, mettendone a repentaglio la realizzazione definitiva.
“Il primo dato che emerge, in maniera abbastanza eclatante, è che i lavori per l’ampliamento della camera calda del pronto soccorso di Forlì risultano molto indietro. Basta andare a farsi un giro nei pressi del cantiere per rendersi conto della situazione di stallo in cui versa l’intervento, da concludersi secondo cronoprogramma entro la fine dell’anno. Mi auguro che la ditta riesca a rispettare le scadenze evidenziate sul pannello di cantiere, ma nutro qualche dubbio. Tutti noi conosciamo l’attuale livello di congestione del nostro pronto soccorso, che deve fare i conti con un’altra opera annunciata dalla Regione e ancora incompiuta; la realizzazione della nuova casa della salute in zona Portici. Ecco perché l’ampliamento degli spazi del pronto soccorso di Forlì è uno di quegli interventi ritenuti indifferibili ed urgenti dalla città, necessario per migliorare la logistica e le prestazioni degli operatori. Per anni la Regione ha latitato sulla progettazione e l’avvio di questi lavori, portando avanti il potenziamento di altri nosocomi a discapito di altri. Adesso sembrerebbe che i tempi di esecuzione dell’intervento si allunghino, compromettendo ancora una volta la qualità dei servizi al cittadino e il lavoro dei sanitari.”
Ma non c’è solo il pronto soccorso nell’indagine portata avanti dal consigliere regionale della Lega, Massimiliano Pompignoli.
“Nell’aula di martedì mattina è emerso un pericoloso scenario per quanto riguarda la realizzazione del nuovo padiglione su due livelli dove collocare le attività sanitarie di sala parto, ostetricia e pediatria. Secondo quanto riportato in documenti sottoscritti dai responsabili del progetto, oggi il quadro economico dell’intera opera non trova sufficiente copertura nel quadro finanziario richiamato nel piano operativo regionale. In pratica” – spiega Pompignoli – “non ci sarebbero le risorse sufficienti per completare la totalità del nuovo fabbricato, motivo per cui sarebbe stato previsto un progetto definitivo da porre a base di gara suddiviso in due stralci, con il rischio di avere delle parti dell’edificio lasciate a grezzo. Anche in questo caso spero di sbagliarmi” – conclude Pompignoli.