(Sesto Potere) – Roma – 27 ottobre 2023 – Nuova ondata di maltempo prevista con incidenza dapprima nel Nord-Est e poi sul versante centrale tirrenico del Paese.
“E’ dunque arrivato l’autunno, quello vero; fatto di frequenti passaggi di perturbazioni di varia origine, di piogge quasi sempre estese e di nebbie diffuse nelle aree pianeggianti del territorio italiano. Rammentiamo subito che mediamente l’autunno è la stagione piu piovosa nel territorio italiano e solamente nel mezzogiorno peninsulare ed insulare dell’Italia e sulle Alpi risulta seconda come cumulate rispettivamente all’inverno e all’estate. Un autunno arrivato in ritardo ed evidentemente caratterizzato, come peraltro verificatosi negli ultimi anni, da una maggiore instabilità atmosferica rispetto agli anni precedenti. Questo ci dice la climatologia statistica”: ha affermato il geologo, Massimiliano Fazzini, (nella foto in alto) , climatologo della SIGEA-Società Italiana di Geologia Ambientale e docente universitario, e referente del rischio climatico.
“Con ogni probabilità, il più volte citato incremento termico verificatosi sia nella porzione più bassa dell’atmosfera, sia nel mare nell’ultimo mezzo secolo, favorisce una maggiore instabilità troposferica e dunque le lunghe, estese , incessanti precipitazioni che avvenivano “una volta” ora sono spesso frammiste a fenomeni più intensi – ha continuato Fazzini – magari più localizzati ma forieri di cumulate precipitative più abbondanti, con conseguente incremento del rischio idrogeologico s.l. Ma anche qui, per tradurre questa informazione in numeri occorre ricorrere alla statistica. La quale ci evidenzia sicuramente una maggiore incidenza di fenomeni atmosferici intensi (non solo precipitazioni abbondanti o intense ma anche venti forti, qualche tromba d’aria, mareggiate imperiose) in un contesto termico che quest’anno appare, al momento, più tipico di inizio autunno che non della sua seconda parte”.
“Tuttavia, concentrandosi sui quantitativi di pioggia che nell’ultima settimana hanno provocato situazioni critiche relativamente al rischio idrogeologico, occorre fare opportune precisazioni. Numeri alla mano, le emergenze meteoriche occorse nelle ultimo ore rientrano perfettamente nella climatologia del clino di riferimento 1991-2020, anzi quasi sempre evidenziano tempi di ritorno di pochi anni. Ma allora perché ci troviamo sempre più frequentemente a confrontarci con situazioni ambientali estreme e rischiose?”: è la domanda posta dal climatologo della SIGEA e Referente del Rischio Climatico.
“A questo punto, entrano in gioco i “soliti” noti problemi; dall’urbanizzazione estrema alla quale è stato sottoposto il nostro territorio, all’incuria delle campagne e delle aree incolte ubicate nei medi ad alti bacini imbriferi ecc. ecc. Ma, tenendo fede ad una comunicazione più corretta possibile – se possibile non distorta da ideologie o indottrinamenti di vario genere – che a questo punto deve rappresentare uno strumento fondamentale di adattamento ai cambiamenti climatici, perché non evidenziare anche un quesito inattaccabile, come peraltro ipotizzato da numerosi scienziati e ricercatori: che la scarsa comunicazione che antecedentemente ai tempi di internet non permettesse di evidenziare in maniera paragonabile ad oggi eventi ambientali di notevole magnitudo? Il dubbio resta e deve esserci se non altro per meglio comprendere quanto sia ancora resiliente il territorio di fronte al forcing climatico in atto. E infine ricordiamo che siamo solo all’inizio della stagione perturbata per eccellenza e che i prossimi giorni saranno per lo più meteorologicamente perturbati”: conclude Massimiliano Fazzini.