giovedì, Aprile 10, 2025
HomeUncategorizedVertenza Ingo, Morgagni (Pd): Comune convochi Tavolo di concertazione con tutte le...

Vertenza Ingo, Morgagni (Pd): Comune convochi Tavolo di concertazione con tutte le parti interessate

(Sesto Potere) – Forlì – 10 aprile 2025 – La scorsa settimana si è svolta una nuova giornata di sciopero delle 120 lavoratrici e lavoratori del call center Ingo, con un presidio sotto la Prefettura di Forlì.     

Come è noto, le maestranze protestano per la decisione della ditta di introdurre, al posto del precedente contratto collettivo di categoria, un nuovo contratto sottoscritto a livello nazionale da un’associazione imprenditoriale separatasi da Confindustria (Assocontact) e dal solo sindacato autonomo Cisal, ma non riconosciuto dai sindacati confederali Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil.

 Lavoratrici e lavoratori denunciano come il nuovo contratto comporti un peggioramento delle condizioni economiche e normative.      

“Durante il Consiglio comunale di martedì siamo tornati a sollecitare il Comune ad attivarsi con maggiore determinazione per una positiva conclusione della vicenda, chiedendo in particolare che l’Amministrazione, d’intesa con la Prefettura, convochi un tavolo con la presenza di tutte le parti in causa nella vertenza, perché questa è l’unica strada che può permettere un reale confronto e la possibilità di trovare una soluzione condivisa e rispettosa dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici”: spiega Federico Morgagni, consigliere comunale del gruppo Partito democratico.        

“Il Comune, del resto, – aggiunge – ha doppiamente titolo per occuparsi della vicenda Ingo. Non solo per una doverosa tutela delle maestranze coinvolte, ma anche perché questa vertenza rischia di creare, nel nostro territorio, un precedente estremamente preoccupante di scavalcamento delle organizzazioni più rappresentative, sia datoriali che sindacali, aprendo così la strada a un’ulteriore frammentazione del mondo del lavoro e alla delegittimazione del sistema della rappresentanza”.

“Il proliferare, in tutta Italia, a fianco dei contratti nazionali sottoscritti dalle principali organizzazioni datoriali e sindacali, di centinaia di contratti “pirata”, sottoscritti da organizzazioni imprenditoriali e sindacali poco o nulla rappresentative, contribuisce all’ulteriore peggioramento delle condizioni salariali e normative dei lavoratori, peraltro già agli ultimi posti in Europa, e diventa mezzo di concorrenza al ribasso da parte di alcune aziende nei confronti della grande maggioranza delle imprese che invece rimangono all’interno dei Ccnl principali di settore”: conclude Federico Morgagni.