(Sesto Potere) – Forlì – 30 aprile 2025 – «Il presidio nato spontaneamente il 14 aprile da parte dei lavoratori della Giuliani Arredamenti di Forlì ha assunto ormai un carattere istituzionale. Lo si deve al coraggio di chi ha deciso di alzare la voce, al lavoro delle rappresentanze sindacali e alla disponibilità delle istituzioni, che hanno accolto l’appello per l’attivazione tempestiva di un tavolo di confronto.»
Lo dichiarano in una nota congiunta i consiglieri regionali del Partito Democratico Daniele Valbonesi (foto in alto) e Valentina Ancarani (foto in basso), firmatari di un’interrogazione alla Giunta dell’Emilia-Romagna per chiedere aggiornamenti sulla vertenza in corso presso l’azienda Giuliani Arredamenti.
«Le criticità sono evidenti e preoccupanti – proseguono –: da una parte i diritti fondamentali che ogni lavoratore merita e che, secondo le denunce sindacali, sarebbero stati sistematicamente calpestati. Parliamo di straordinari non riconosciuti, condizioni di sicurezza e igiene inaccettabili. Dall’altra, un inquadramento contrattuale – quello dell’artigianato – che, pur se formalmente previsto, appare inadeguato rispetto alla reale struttura dell’azienda, con effetti penalizzanti sui lavoratori e distorsivi per il mercato.»
«Da subito ci siamo attivati – spiegano i consiglieri PD –: con la nostra presenza al presidio, con il dialogo diretto con i lavoratori e con il coinvolgimento dell’assessore regionale al Lavoro, Giovanni Paglia, che ha visitato lo stabilimento e ha partecipato al tavolo di crisi convocato dal Prefetto di Forlì-Cesena, Rinaldo Argentieri.»
«Con l’interrogazione depositata in Assemblea legislativa – concludono Valbonesi e Ancarani – chiediamo alla Giunta di monitorare da vicino l’evolversi della situazione e di proseguire, insieme alle altre istituzioni coinvolte, ogni sforzo utile per una soluzione rapida e rispettosa della dignità dei lavoratori. Non possiamo permettere che un settore strategico per Forlì come quello del mobile imbottito sia gestito con queste logiche che minano i diritti e la sicurezza dei lavoratori e mettono a rischio anche la qualità e la tenuta dell’intera filiera.»
