(Sesto Potere) – Bologna – 11 luglio 2025 – Unioncamere Emilia-Romagna, in collaborazione con Intesa Sanpaolo e Confindustria Emilia-Romagna. ha presentato – aggiornato a luglio 2025 – l’indagine congiunturale dell’Emilia-Romagna.
L’indagine congiunturale
Tra gennaio e marzo il volume della produzione delle piccole e medie imprese dell’industria in senso stretto dell’Emilia-Romagna è sceso rapidamente (-3,2%), come nell’ultimo trimestre del 2024. Stesso andamento per il fatturato complessivo (-3%), mentre quello estero ha registrato un nuovo lieve incremento (+0,7%). In flessione gli ordini (-2,5%), con quelli dall’estero senza variazioni di rilievo (-0,2%).
Il grado di utilizzo degli impianti è sceso al 72,8%, il periodo di produzione assicurato dal portafoglio ordini è inferiore ai tre mesi (11,6 settimane).
I settori
La contrazione vissuta dall’industria regionale ha interessato quasi tutti i settori anche se con intensità diverse. Solo l’industria alimentare e delle bevande è cresciuta anche se ad un ritmo inferiore rispetto agli ultimi mesi del 2024 (fatturato +1,3%, produzione +0,9%, ordini +0,6%). Nell’inverno ha trovato ulteriore conferma la recessione delle industrie del sistema moda (fatturato -6,6%, produzione -5,9%,
ordini -3,4%). Si è confermata anche la profonda fase di recessione dell’industria metallurgica e delle
lavorazioni metalliche dove il fatturato complessivo è diminuito del -4,7%, quello dall’estero del -3%, la produzione ha rallentato del -5,6%. Preoccupano gli ordini complessivi scesi del -6,4%, con quelli dall’estero a -3,8%. Andamento simile nel raggruppamento delle industrie meccaniche, elettriche e dei mezzi di trasporto dove la produzione è scesa del -3,1%. Flessione leggermente inferiore, -2,3%, per l’industria del legno e del mobile. Le “altre industrie”, che comprendono le industrie della chimica, farmaceutica, plastica e gomma e quelle della trasformazione dei minerali non metalliferi, cioè ceramica e vetro, hanno rallentato la produzione del -2,4%, ma sono anche riuscite a mettere a segno un aumento degli ordini esteri +0,6%.
La dimensione delle imprese
Le imprese minori hanno subito un calo dell’attività medio del -4,3%, ma si è accentuata la recessione delle imprese medio grandi, che è stata mediamente del -3,4%.
Aperture e cessazioni di imprese
Saldo leggermente negativo, -175, delle dichiarazioni delle imprese registrate (dato da iscrizioni, cessazioni dichiarate e variazioni di attività), valore più contenuto della media delle variazioni registrate nel primo trimestre degli ultimi dieci anni.
Nell’industria alimentare e delle bevande, un settore conosciuto in passato per la sua stabilità, il saldo delle dichiarazioni delle imprese è risultato negativo (-34, -0,7%), con una incidenza superiore alla media dell’industria regionale. Segno negativo molto più contenuto rispetto a quello dello stesso periodo dello scorso anno per le industrie della moda (-38, -0,7%). Diminuite anche le industrie del legno e del mobile (-33, -1%). Sostanzialmente stabile il numero delle imprese della ceramica, del vetro e dei materiali refrattari (-8, -0,5%), nell’importante comparto della metallurgia e dell’industria dei prodotti in metallo (-5), e nell’ampio aggregato delle industrie elettroniche, delle apparecchiature elettriche, dei macchinari e apparecchiature, degli autoveicoli e rimorchi, degli altri mezzi di trasporto e della riparazione, manutenzione ed installazione di macchine ed apparecchiature (-23, -0,2%). Questo risultato è stato determinato da un lato dall’aumento nel numero delle industrie della riparazione e manutenzione di macchine (+26, +0,5%) e dall’altro dai contributi negativi degli altri sottosettori, con la sola eccezione della fabbricazione di altri mezzi di trasporto, tra cui i principali provengono dal fondamentale e ampio settore della fabbricazione di macchinari e apparecchiature nca (-31 imprese, – 0,8%) e dalla rilevante base delle imprese della fabbricazione di apparecchiature elettriche ed apparecchiature per uso domestico non elettriche (-14, -1,2%).
Esportazioni
Secondo i dati delle esportazioni delle regioni italiane di fonte Istat, nell’inverno 2025 il valore delle esportazioni manifatturiere emiliano-romagnole ha subito una nuova flessione del -1,5% rispetto allo stesso periodo del 2024, più contenuta di quella più pesante sofferta nell’ultimo quarto dello scorso anno. L’export manifatturiero è sceso a circa 20 miliardi di euro di euro, corrispondenti al 13,2% dell’export
nazionale della manifattura. L’andamento negativo delle esportazioni regionali è apparso in controtendenza rispetto all’accelerazione della ripresa del complesso dell’export manifatturiero nazionale (+3%).
Previsioni
Secondo le stime elaborate a metà aprile da Prometeia in “Scenari per le economie locali”, nel 2025, con una tenuta della domanda estera e una lieve accelerazione dei consumi il valore aggiunto reale prodotto dall’industria in senso stretto regionale potrebbe riprendersi del +0,8%.
I commenti in sintesi
Unioncamere Emilia-Romagna: L’effetto combinato della frammentazione geopolitica e della guerra dei dazi frena gli investimenti delle imprese e questo potrebbe avere effetti a lungo termine deflagranti. È solo dando la possibilità alle imprese di investire, anche in nuovi mercati, che è possibile continuare a svolgere il ruolo di pilota dell’innovazione che hanno le filiere regionali.
Intesa Sanpaolo: dinamica del credito positiva nei primi mesi dell’anno per quanto riguarda la Divisione Banca dei Territori del Gruppo, pur permanendo a livello complessivo di sistema una domanda condizionata dall’incertezza. Depositi delle aziende in aumento anno su anno,
confermando la persistenza di un buon cuscinetto di liquidità disponibile. In accelerazione i prestiti alle famiglie.
Confindustria Emilia-Romagna: L’industria della nostra regione risente dell’incertezza crescente. Ribadiamo la centralità delle infrastrutture, a partire dal Passante di Bologna la cui rilevanza non può essere messa in discussione a progetto approvato.