(Sesto Potere) – Bologna, 7 ottobre – “Una delle cose che l’università deve insegnare è il confronto, ma anche il rispetto delle regole. I diritti esistono, ma il diritto di ciascuno finisce quando inizia quello dell’altro. In questo caso, il diritto di manifestare deve fermarsi quando limita il diritto, altrettanto legittimo, di centinaia di studenti che vogliono studiare”. Così Rosaria Tassinari, deputata e coordinatrice regionale di Forza Italia per l’Emilia-Romagna, interviene sull’occupazione del Dipartimento di Fisica da parte del collettivo Cambiare Rotta che ha attivato il blocco delle lezioni in università, come seguito agli scioperi del 22 settembre e 3 ottobre per coinvolgere studenti e lavoratori nella battaglia dichiarata di “far rescindere le relazioni tra Italia e Israele”.
Per contro la governance di UniBo e il Rettore dell’Alma Mater Molari hanno denunciato gli studenti che stanno occupando e bloccando le lezioni al Dipartimento di Fisica. A fronte del proposito del collettivo Cambiare Rotta di continuare a “Bloccare tutto: da scuole e università, alle piazze di tutto il paese”.
Secondo Tassinari, la decisione dell’Alma Mater di Bologna di presentare denuncia non rappresenta “un atto repressivo e violento” come hanno detto i ragazzi di Cambiare Rotta , ma “un momento di confronto e crescita che può aiutare i ragazzi a comprendere uno dei principi fondanti della vita sociale: il rispetto dei diritti altrui.
“Ad ogni diritto corrisponde anche un dovere – sottolinea la deputata azzurra – e in questo caso il dovere è quello di garantire agli altri studenti la possibilità di accedere alle lezioni, ai laboratori e di vivere in sicurezza gli spazi universitari”.
E infine Rosaria Tassinari si augura che “questa esperienza diventi occasione di maturazione per gli studenti che hanno scelto l’occupazione. Non dimentichiamo che l’università forma la classe dirigente di domani, politica ed economica. È fondamentale che i futuri protagonisti della società abbiano chiaro che non si possono prevaricare i diritti altrui, anche quando si lotta in buona fede per una causa in cui si crede”.