(Sesto Potere) – Forlì – 18 ottobre 2024 – Oggi, sciopero nazionale del comparto automotive in tutta Italia proclamato da Uilm Uil e Fiom Cgil: anche i lavoratori e le lavoratrici delle principali aziende del territorio forlivese hanno aderito allo sciopero.
“La crisi cui stiamo assistendo coinvolge buona parte del settore metalmeccanico, con impatti per certi versi paragonabili a quella del 2009, ma con caratteristiche strutturali ben diverse, per la situazione geopolitica mondiale che investe le catene di fornitura, i mercati di sbocco delle merci, i trasporti e i costi energetici. Alla crisi grave e strutturale di settori come l’elettrodomestico (Electrolux) si sommano le pesanti contrazioni di mercato dei settori delle macchine agricole, del movimento terra (Bonfiglioli), delle costruzioni, delle macchine utensili per automotive e aerospace nonché visibili rallentamenti in aziende legate alla siderurgia e alla trasformazione dell’acciaio (Marcegaglia). In questi ultimi mesi del 2024, in cui le previsioni del tutto errate di economisti collocavano una ripresa rispetto al primo semestre, stiamo invece osservando una nuova e preoccupante esplosione del ricorso agli ammortizzatori sociali”: spiegano in una nota congiunta Luca Francia Segretario Generale UILM Forlì, e Fabio Torelli Segretario Generale FIOM CGIL Forlì Cesena.
Alcune aziende medio-piccole stanno terminando la Cigo – cassa integrazione ordinaria, altre sono già in Cigs – cassa integrazione straordinaria, con tutto ciò che comporta sia per le retribuzioni di lavoratrici e lavoratori, sia in termini di continuità aziendale e occupazionale: evidenziano i sindacati.
“Tutto questo sta avvenendo nel silenzio assordante della politica nazionale, promotrice di una narrazione ottimistica che segna una distanza notevole con la realtà di un Paese essenzialmente trasformatore che vede la crisi di un fondamentale settore industriale. Denunciamo pertanto sia la mancanza di politiche industriali del Governi che si sono avvicendati, in preda a diatribe propagandistiche che mal si conciliano con la necessità di dotare il Paese delle infrastrutture atte a renderlo maggiormente indipendente dal punto di vista energetico, sia la mancanza di chiarezza delle scelte europee, con esiti nefasti per l’industria metalmeccanica, non solo dell’automotive. Ebbene, noi crediamo che in presenza di una tale situazione occorrano scelte coraggiose, come politiche maggiormente protezionistiche e l’imposizione di dazi sulle merci asiatiche che rappresentano una concreta minaccia per i nostri settori strategici. Parimenti, occorrono incentivi mirati e non a pioggia, volti a tutelare i nostri prodotti”: aggiungono i due segretari di UILM e FIOM di Forlì.
“Insieme a queste decisioni, occorre che il Governo italiano, le istituzioni del territorio e le imprese prendano atto che è giunto il momento di dare ascolto alle richieste che i sindacati dei metalmeccanici fanno insieme alle confederazioni: riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, detassazione degli aumenti contrattuali e aiuti solo alle imprese che non licenziano e non delocalizzano. Siamo in una fase storica estremamente sfidante e occorrono scelte radicali per tutelare le imprese del nostro territorio e con esse, occupazione, stipendi, salute e sicurezza di lavoratrici e lavoratori. Il nostro è un concreto allarme”: concludono Luca Francia e Fabio Torelli.