(Sesto Potere) – Ravenna – 10 ottobre 2025 – Anche se oggi sono disponibili molti farmaci efficaci per il trattamento dell’ipertensione arteriosa, in alcuni rari casi non si riescono ad ottenere dei valori sufficientemente bassi per limitare il rischio delle malattie cardiovascolari, come l’infarto e l’ictus, che a questa sono associati.
Da alcuni anni si è resa disponibile una tecnica interventistica, denominata denervazione renale, che attraverso una puntura all’inguine in anestesia locale, permette di avanzare attraverso un’arteria degli arti inferiori e l’aorta, un catetere speciale fino all’imbocco delle due arterie renali e di erogare energia a radiofrequenza al loro interno, con conseguente interruzione delle fibre nervose che lì decorrono e che contribuiscono al mantenimento dell’elevata pressione arteriosa.
Pur non permettendo la normalizzazione dei valori di pressione, tale metodica è comunque efficace nel determinarne una progressiva riduzione, tale da consentire nel tempo di diminuire il numero dei farmaci assunti e/o delle loro dosi.
Nell’Unità Operativa di Cardiologia dell’ospedale di Ravenna, diretta dal dott. Andrea Rubboli, è stato eseguito un intervento di denervazione renale in due giovani pazienti, una donna cinquantunenne e un uomo sessantatreenne, affetti da grave ipertensione arteriosa che non rispondeva alla somministrazione della combinazione di tutti i farmaci delle sette diverse classi oggi disponibili.
Gli interventi sono stati eseguiti dai dott. Marco Balducelli e Andrea Rubboli nell’ambito dell’equipe di emodinamica, comprendente i dott. Alessandro Abbenante, Matteo Aquilina, Manfredi Arioti e Carolina Moretti, in collaborazione con l’equipe di infermieri specializzati coordinati dalla dott.ssa Daria Drudi.
Entrambi i pazienti verranno seguiti nei prossimi mesi presso gli ambulatori della Cardiologia per valutare l’andamento della pressione arteriosa e adeguare di conseguenza la terapia antipertensiva.

