mercoledì, Febbraio 5, 2025
HomeEmilia-RomagnaTorna “Un’Opera al Mese”: esposta al Duomo l'immagine a stampa della ...

Torna “Un’Opera al Mese”: esposta al Duomo l’immagine a stampa della Madonna del fuoco

(Sesto Potere) – Forlì – 5 febbraio 2025 – Edizione speciale della rassegna d’arte “Un’Opera al Mese” domenica 9 febbraio in Duomo alle ore 18.00: l’appuntamento sarà infatti dedicato all’immagine a stampa della “Madonna del Fuoco” Patrona della Città grazie alla disponibilità del Vescovo Monsignor Livio Corazza che per l’occasione ne ha consentito la visione al pubblico all’inizio del presbiterio.

Promosso dall’Assessorato alla Cultura, il ciclo di appuntamenti pensato per far conoscere in modi nuovi il patrimonio storico-artistico forlivese è curato dal Dirigente alla Cultura Stefano Benetti e realizzato dal Servizio Cultura in collaborazione con l’Associazione Amici dei Musei di Forlì presieduta da Raffaella Alessandrini.

Protagonista della serata sarà dunque la xilografia “Madonna con bambino” identificata dalla Chiesa e dalla comunità forlivese come “Madonna del Fuoco” in quanto miracolosamente sopravvissuta ad un incendio che nel febbraio del 1428 distrusse interamente la scuola di Forlì dove era custodita e venerata.

“L’appuntamento di domenica 9 febbraio rappresenta un bell’omaggio a Forlì e alla nostra Patrona, a quasi 600 anni dall’anniversario del miracolo. L’effige della Madonna del Fuoco è elemento identitario della nostra comunità, caro a tutti i forlivesi, credenti e non. Con questa iniziativa – dichiarano il sindaco di Forlì, Gian Luca Zattini, e il vicesindaco Vincenzo Bongiorno (nella foto a lato) – abbiamo inteso valorizzare il significato sia storico che artistico di questa straordinaria immagine che da secoli è oggetto di fede popolare assurgendo a Patrona e protettrice della Città”.

“Accogliamo ben volentieri in Duomo la rassegna d’Arte “Un’opera al Mese” che dedica in questo mese un’edizione speciale all’immagine della “Madonna del Fuoco”. Ringrazio tutti coloro che hanno contribuito a realizzare questo approfondimento storico-culturale del quadro della Madonna con il bambino così caro ai forlivesi da tante generazioni. Ringrazio in anticipo tutti coloro che vorranno essere presenti domenica prossima, 9 febbraio” – ha aggiunto il Vescovo della Diocesi di Forlì-Bertinoro, Mons. Livio Corazza.

A raccontare la xilografia domenica 9 febbraio ore 18:00, in Duomo, sarà la storica dell’arte  Silvia Urbini, curatrice, con Laura Aldovini e David Landau, dell’Atlante delle xilografie italiane del Rinascimento della Fondazione Giorgio Cini di Venezia, che si concentrerà nello specifico sul tema dell’arte e devozione nella stampa xilografica del Rinascimento

“Durante i giorni che celebrano la Patrona e protettrice della Città di Forli – spiega Silvia Urbini – l’iniziativa “Un’opera al mese” propone una riflessione su questa straordinaria immagine, considerando in particolare gli aspetti che riguardano il settore tecnico e artistico da cui proviene, quello dell’incisione xilografica. Di solito, nell’arte Medievale e Moderna, quando ci occupiamo di immagini religiose, ci riferiamo ad opere frutto di committenze ecclesiastiche e signorili. La Madonna del Fuoco fa invece parte di un altro contesto devozionale e figurativo, meno indagato ma estremamente significativo, quello che riguarda la produzione di immagini sacre destinate alle donne e agli uomini comuni. Tale era il maestro Lombardino, del quale possiamo immaginare la modesta aula, sulle cui pareti spiccava questa Madonna col Bambino di carta dai colori smaglianti, miracolosamente sfuggita al rogo della sua casa la notte del 4 febbraio 1428.
Quest’opera ‘taumaturgica’, profondamente radicata nella storia di Forlì – oggetto, tra gli altri, di un fondamentale studio monografico di Lisa Pon, e della recente pubblicazione di Salvatore Ricca Rosellini -, consente molti livelli di lettura: è anche una chiave che ci apre la porta su un mondo artistico, quello della produzione xilografica, caratterizzato dall’intreccio fra cultura alta e popolare ed emblematico nella storia della cultura rinascimentale. Durante gli anni d’oro di questa pratica artistica, dall’inizio del Quattrocento fino alla seconda metà del Cinquecento, l’Europa era invasa da fogli affini alla Madonna del Fuoco, che viaggiavano veloci e leggeri nelle cartelle dei colporteurs. Erano produzioni figurative a basso costo, stampate in moltissime copie da matrici lignee, molto più resistenti rispetto alle lastre di rame da cui si producevano le incisioni a bulino. Quasi nulla è rimasto di questa produzione, soprattutto in Italia – aggiunge ancora Silvia Urbini – . Non solo a causa del deperimento di questi fogli che erano oggetti d’uso, – inchiodati alle pareti delle case come la Madonna del Fuoco; cuciti nei vestiti per avere sempre su di sé, anche fisicamente, la protezione di un santo, ecc. -, ma anche per un pregiudizio da parte dei critici e dei collezionisti nei confronti delle opere d’arte prodotte in multipli. Scopriremo che la Madonna del Fuoco fa parte di un gruppo di grandi xilografie eseguite nel XV secolo e rappresentanti, con varianti iconografiche, la Madonna con il Bambino. Che nel Rinascimento altre case come quella di Lombardino, ma anche conventi e addirittura mobili, erano decorati – e alcuni lo sono tuttora- con xilografie. Che grandi artisti, come Tiziano Vecellio, fornivano -magari a una confraternita -, i disegni per xilografie davanti alle quali anche un semplice artigiano, o un maestro e i suoi scolari, avrebbero pregato. E che negli anni giubilari come quello che stiamo vivendo, gli incisori stampano e ristampano le immagini delle vestigia più venerate custodite nelle chiese di Roma e nelle città tappa di viaggio dei pellegrini, rendendo tangibili devozioni delle quali l’umanità continua ad avere bisogno”.

A fianco della Madonna sarà esposta – occasione davvero unica – anche la coeva lunetta attribuita al cronista e pittore Mastro Pedrino, una tempera su tavola conservata in Duomo che illustra sia il miracolo originario, sia il successivo trasporto della xilografia in chiesa.

“Abbiamo inoltre pensato di arricchire ulteriormente la serata – precisa Stefano Benetti – con l’esposizione, a cura della Biblioteca Saffi, di altre testimonianze provenienti dalle Raccolte Piancastelli riferite alla vicenda della Madonne del Fuoco. Mostreremo al pubblico una collezione di stampe antiche: alcune riproducono il miracolo del febbraio 1428; altre costituiscono multipli della stampa che restituiscono l’immagine della Madonna con il bambino su un trono di fiamme, con sole e luna. Sarà inoltre esposto il pregevole volume del 1637 – sempre dalla Piancastelli – di Giuliano Bezzi “Il Fuoco trionfante” che narra e illustra la formidabile e spettacolare processione dedicata alla Madonna del Fuoco organizzata nel 1636 nelle vie del centro storico”.

Nel corso della serata sarà proiettato un breve video dedicato al patrimonio della Piancastelli inerente la Madonna del Fuoco curato dai Musei Civici del Servizio Cultura e realizzato da Andrea Bonavita.