(Sesto Potere) – Bologna – 2 agosto 2024 – Nel 44° anniversario della strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980, il sindaco Matteo Lepore è intervenuto questa mattina in Piazza Medaglie d’Oro dopo il minuto di silenzio in memoria delle vittime e nel suo lungo discorso ha fra l’altro dichiarato: “Cinquant’anni dopo non solo abbiamo le prove, ma pure le sentenze. Colpire Bologna voleva dire colpire la possibilità che l’Italia determinasse democraticamente il proprio futuro, la possibilità dei cittadini di scegliere liberamente chi potesse e dovesse governarli. Gli attentati, non solo quello della Stazione di Bologna – ma soprattutto quello – dovevano generare terrore, oltre all’orrore. La paura di essere colpiti in qualunque luogo, in qualunque momento. Doveva convincere i cittadini a cedere porzioni di libertà in cambio di una maggiore sicurezza. In questa chiave va anche letta la Strage, il tentativo attraverso la violenza di allontanarci dalla piena democrazia, pregiudicando il funzionamento delle istituzioni repubblicane nate dalle ceneri del fascismo”.
E il sindaco ha letto alcuni stralci della sentenza sui mandanti della Strage del 2 agosto che – a suo pare “indica con forza questa verità”: “La strage di Bologna ha avuto dei `mandanti´ tra i soggetti indicati nel capo d’imputazione, non una generica indicazione concettuale, ma nomi e cognomi nei confronti dei quali il quadro indiziario è talmente corposo da giustificare l’assunzione di uno scenario politico, caratterizzato dalle attività e dai ruoli svolti nella politica internazionale da quelle figure, quale contesto operativo della strage di Bologna”. “Anche coloro che si resero verosimilmente mandanti e/o finanziatori della strage, pur senza appartenere in modo diretto a gruppi neofascisti – continua la Corte-, condividevano i predetti obiettivi antidemocratici di fondo ed ambivano all’instaurazione di uno Stato autoritario, nell’ambito del quale fosse sostanzialmente impedito l’accesso alla politica delle masse”.
“La conferma in appello della sentenza Mandanti – ha aggiunto il sindaco Matteo Lepore – non solo ci avvicina al riconoscimento definitivo delle responsabilità di Paolo Bellini, ma cristallizza e conferma un quadro probatorio solido, costruito con un lavoro minuzioso della Procura e degli avvocati di parte civile, e dell’associazione dei familiari delle vittime – che ancora una volta voglio tutti pubblicamente ringraziare da questo palco, per il loro coraggio, per la loro forte dedizione. Magistrati, avvocati, forze dell’ordine e familiari delle vittime. Un lavoro straordinario, che li ha visti attraverso gli anni lavorare attivamente per ricostruire responsabilità e verità. Una ricostruzione complessa perché arriva al riconoscimento giudiziario a 44 anni dalla Strage”.
“Ora, però, tocca al paese. Ora tocca all’Italia, questa straordinaria e bellissima nazione che grazie al riscatto della lotta di liberazione possiamo chiamare dignitosamente patria e Repubblica Democratica. Tocca all’Italia riconoscere quanto è successo alla Stazione di Bologna. È arrivato il momento di fare i conti con la storia recente del nostro paese. Scrivere della bomba e delle sentenze dei Tribunali nei libri di testo e nei manuali di storia. È arrivato il momento, come è arrivato per il Cile, per l’Argentina, per la Spagna e per la Grecia. È arrivato il momento di riconoscere l’antifascismo come ragione comune e fondativa del nostro patrimonio di valori, respingendo senza mezzi termini il tentativo ormai palese ad ogni livello istituzionale di superarne la funzione storica, politica e giuridica”: ha aggiunto il sindaco Matteo Lepore.