(Sesto Potere) – Ravenna – 2 dicembre 2025 – I dati provvisori sui flussi turistici in Romagna per il periodo gennaio-agosto 2025 analizzati dall’Osservatorio CISL Romagna – e divulgati nel corso dell’evento “La Staffetta della Legalità- Turismo Romagna in evoluzione” della Fisascat CISL Romagna, che s’è svolto ieri pomeriggio presso la sede di Ravenna della Camera di Commercio di Ferrara e Ravenna – , rivelano una dinamica complessa e polarizzata, che solleva interrogativi sulla capacità del modello di offerta tradizionale di adattarsi alle nuove esigenze del mercato. Sebbene il territorio abbia accolto 5.988.868 turisti, segnando un aumento del +2,4% rispetto al 2024, i pernottamenti complessivi hanno subito una contrazione dello -0,2%, fermandosi a 25.841.166 presenze.
Questo disallineamento tra l’aumento degli arrivi e la sostanziale stagnazione delle presenze è l’indicatore più forte di una significativa riduzione della permanenza media dei visitatori, in linea con l’analisi strutturale che denuncia una rigidità dell’offerta.
L’emergenza delle nuove geografie del turismo
Nonostante i Comuni della Riviera continuino a dominare per volume (5.145.561 turisti), con una crescita degli arrivi del +2,3%, le loro 23.792.541 presenze hanno registrato una flessione pari a -0,4%. Questo dato evidenzia la vulnerabilità del turismo balneare di massa.
Il fattore straniero sostiene il bilancio complessivo
L’analisi per provenienza evidenzia che l’aumento complessivo della domanda è interamente sostenuto dal mercato internazionale. Gli arrivi esteri sono cresciuti vigorosamente del +4,6%, raggiungendo quota 1.376.480 turisti, e sono stati decisivi per contenere il calo delle presenze, con un incremento del +3,3% nei pernottamenti stranieri. Al contrario, il mercato domestico ha mostrato un segnale di rallentamento, con gli arrivi italiani in aumento di un modesto +1,8% e le presenze italiane in calo dell’-1,4% su base regionale.
La contrazione della riviera e la ribalta dell’entroterra
I Comuni della Riviera (Costiera) rimangono la destinazione dominante per volume, con 5.145.561 turisti (+2,3%), ma le loro 23.792.541 presenze hanno subito una flessione dello -0,4%. Il dato rivela la vulnerabilità del modello balneare tradizionale: sebbene la domanda straniera abbia contribuito con un +2,9% di presenze, la domanda domestica ha registrato una diminuzione delle notti trascorse pari al -1,5%, indicando che sono soprattutto gli italiani a ridurre la durata del soggiorno o a optare per altre mete.
Parallelamente, le destinazioni legate al turismo esperienziale e slow hanno registrato le crescite più notevoli. Le Località Collinari si posizionano come il settore più dinamico, con un incremento del +10,0% negli arrivi e un aumento straordinario del +19,2% nei pernottamenti, raggiungendo 160.636 presenze. Questa performance, che riflette la forte attrattiva del turismo enogastronomico e paesaggistico, è bilanciata sia dagli italiani (+18,4% presenze) che dagli stranieri (+20,8% presenze). Anche i Comuni Appennino consolidano la crescita con 27.840 turisti (+11,5%) e 79.834 pernottamenti (+9,8%).
La crisi strutturale del settore termale
Il settore Località Termali ha registrato una marcata contrazione, che ridimensiona le speranze di ripresa: gli arrivi sono diminuiti del -6,7% (104.913 turisti) e i pernottamenti hanno subito una flessione del -6,8%. La crisi è totalmente imputabile al mercato italiano, le cui presenze sono diminuite del -10,0%, un calo non compensato dalla pur significativa crescita del +11,8% delle presenze straniere. Questa dinamica pone in discussione la capacità del modello termale tradizionale di rinnovare la propria offerta e fidelizzare il mercato domestico.
I Grandi Comuni, beneficiando di una domanda prevalentemente legata a eventi e turismo urbano/culturale, hanno registrato 551.286 turisti (+4,7%) e un aumento delle presenze del +1,9%, grazie in particolare all’interesse estero che cresce del +6,9% negli arrivi.
Le tre velocità provinciali e i contrasti ricettivi
Provincia di Ravenna: il modello in espansione
La Provincia di Ravenna è l’unica a presentare una crescita robusta e omogenea, con 1.416.134 turisti (+7,8%) e 6.072.410 pernottamenti (+5,1%). Tale successo è guidato da Cervia (Costiera), che con un aumento dell’+11,0% negli arrivi e 3.161.653 pernottamenti (+4,7%), è il motore di crescita della Riviera. L’eccezionale performance delle Terme di Riolo Terme (+31,4% arrivi) e dell’entroterra di Brisighella (+27,5% pernottamenti) completa il quadro positivo.
Strutturalmente, a Ravenna la crescita è trainata dal settore Extra-Alberghiero, che con un aumento del +10,3% nei pernottamenti supera l’incremento del +2,1% registrato dall’Alberghiero, una tendenza che riflette la capacità del territorio di intercettare le nuove domande di flessibilità e servizi personalizzati.
Provincia di Forlì-Cesena: la crisi del modello tradizionale
La Provincia di Forlì-Cesena mostra i segnali più critici, con 969.001 turisti (-0,7%) e la flessione più marcata nei turisti, pari a -3,0%. Questa contrazione è imputabile al settore Alberghiero (-3,0% pernottamenti), mentre l’Extra-Alberghiero cresce in modo significativo (+5,9% presenze turistiche), fungendo da ammortizzatore.
Le tensioni locali sono evidenti: sia Cesenatico che Gatteo (Costiera) registrano cali importanti nei pernottamenti (rispettivamente -3,8% e -4,0%). Ancora più anomala e critica è la contrazione del turismo termale, con Bagno di Romagna e Castrocaro Terme e Terra del Sole che subiscono flessioni superiori al -12% nelle presenze, un dato in totale discordanza con il boom termale del resto della Romagna. Ciò è correlato all’assenza di strutture ricettive qualificate (4-5 stelle) in grado di intercettare il turismo business e congressuale, che secondo l’analisi, “fugge verso province limitrofe meglio attrezzate”.
Provincia di Rimini: Leadership di Volume e Rischio di Obsolescenza
Nonostante la Provincia di Rimini mantenga il volume più alto (3.101.204 turisti), le sue 12.720.889 pernottamenti segnano un calo dell’-1,3%. Il calo delle presenze è diffuso tra le grandi destinazioni come Rimini (-1,3%) e Riccione (-0,8%), e particolarmente sentito a Cattolica (-2,1%) e Bellaria-Igea Marina (-2,9%). Un dato singolare è la performance di Misano Adriatico (Costiera), l’unica grande località balneare riminese a crescere nelle presenze (+1,8%).
Il settore Alberghiero (-1,6% presenze) è chiaramente influenzato dalla rigidità di un’offerta storica basata in gran parte sulle 3 stelle. Nonostante ciò, si evidenziano tentativi di riconversione: l’aumento del +40% di strutture a 5 stelle a Rimini tra il 2019 e il 2023 è un dato di estremo interesse che mira a intercettare la crescente domanda premium internazionale. Tuttavia, questa espansione di nicchia non è ancora sufficiente a compensare la contrazione della domanda nel segmento di massa. L’unico comparto in grado di sostenere le presenze è l’Extra-Alberghiero che, con 1.970.884 pernottamenti (+0,4%), mantiene il segno positivo.

