(Sesto Potere) – Forlì – 6 giugnpo 2025 – Il mercato immobiliare della Romagna continua a crescere, ma non è una buona notizia per chi cerca casa. Secondo i dati elaborati dal Sicet (Sindacato Inquilini Casa e Territorio) di CISL Romagna su base Immobiliare.it, i prezzi degli affitti al metro quadro nelle province di Rimini, Ravenna e Forlì-Cesena sono ai massimi storici. Una dinamica che sta generando forti criticità non solo per residenti e famiglie, ma anche per studenti universitari e lavoratori stagionali, categorie che ogni anno si trovano a dover competere con una disponibilità abitativa sempre più scarsa e costosa.
Affitti: aumenti ovunque, la casa si restringe
I dati aggiornati a maggio 2025 evidenziano un marcato incremento dei canoni di affitto al metro quadro in tutta la Romagna, con aumenti rilevanti sia a livello provinciale sia nei principali comuni.
Nella Provincia di Rimini, il prezzo medio dell’affitto è passato da 11,35 €/mq nel gennaio 2020 a 14,91 €/mq a maggio 2025, registrando un aumento complessivo del 31,4% in cinque anni e un ulteriore incremento del 14,1% su base annua nel 2025 (periodo gennaio-maggio).
Nel capoluogo Rimini, il canone medio è salito da 9,43 €/mq a 12,05 €/mq (+27,8% dal 2020), con un aumento del 2,2% solo nei primi cinque mesi del 2025. Si segnala un picco massimo raggiunto di 12,20 €/mq a marzo 2025.
Riccione registra un incremento più contenuto ma comunque significativo, passando da 18,75 €/mq a 20,60 €/mq (+9,9% in cinque anni), con un picco storico di 26,11 €/mq raggiunto a giugno 2024 e un aumento del 2,8% nel 2025.
Nella Provincia di Ravenna, il prezzo medio degli affitti è passato da 10,15 €/mq a 13,38 €/mq, con un incremento del 31,8% in cinque anni e una sostanziale stabilità nel 2025 (+0,2%).
Nel comune di Ravenna, i canoni sono aumentati da 9,04 €/mq a 11,74 €/mq (+29,9%), con una crescita del 5,1% nei primi mesi del 2025 e un picco massimo di 11,86 €/mq a maggio 2024.
Anche a Faenza si registra un aumento significativo, da 7,43 €/mq a 9,37 €/mq (+26,1%), con un rialzo del 3,9% nel 2025 che coincide con il picco massimo raggiunto.
Nella Provincia di Forlì-Cesena, gli affitti sono aumentati da 8,00 €/mq a 10,11 €/mq, segnando un +26,4% in cinque anni e un +6,5% nel solo periodo gennaio-maggio 2025.
A Cesena, il canone medio è passato da 7,96 €/mq a 10,67 €/mq (+34,0%), con un incremento del 6,3% nel 2025 e un picco massimo di 11,06 €/mq a luglio 2024.
A Forlì, nonostante una sostanziale stabilità tra il 2020 e l’inizio del 2025, si è registrato un forte balzo del 19,1% da gennaio a maggio 2025, raggiungendo un picco massimo di 9,26 €/mq a ottobre 2024.

“Questa tendenza non riguarda solo chi cerca casa per vivere tutto l’anno – spiega Luca Giacobbe Segretario Generale Sicet Cisl Romagna –. Anche gli studenti universitari faticano a trovare una stanza in affitto, spesso affrontando prezzi insostenibili per spazi minimi.”
I lavoratori stagionali: in riviera è una corsa al posto letto
Un altro fronte emergente è quello dei lavoratori stagionali del turismo, che ogni anno affluiscono nelle località costiere per lavorare nei settori della ristorazione, ospitalità, intrattenimento e commercio.“Registriamo sempre più giovani lavoratori e lavoratrici che, pur avendo un contratto stagionale, non riescono a trovare un alloggio dove dormire. In molti casi sono costretti a soluzioni temporanee, a spostarsi ogni settimana, o addirittura a rifiutare l’impiego.”A questo si aggiunge la pratica sempre più diffusa, da parte dei proprietari, di destinare le abitazioni esclusivamente agli affitti brevi per turisti, riducendo ulteriormente la disponibilità per studenti e lavoratori.
Anche i pensionati sotto pressione
Non va meglio per chi vive con la pensione. L’innalzamento dei canoni colpisce duramente anche molti anziani, che si trovano a dover sostenere affitti insostenibili con redditi fissi e spesso modesti.Molti di loro sono costretti a ridurre spese essenziali per riuscire a far fronte al caro casa, oppure a rinunciare a vivere nei centri urbani per trasferirsi in aree più isolate, dove però devono scontrarsi con la carenza di servizi essenziali.
Le richieste del sindacato
Il sindacato Sicet di CISL Romagna Romagna lancia un appello alle istituzioni locali e regionali: “Bisogna intervenire ora, prima che il problema esploda. Servono politiche strutturali per contenere il caro casa e garantire il diritto all’abitare”.“Serve, e con urgenza, un vero piano casa nazionale e politiche abitative che nelle agende dei governi sono assenti da oltre 20 anni, ricordo che l’ultimo vero intervento in materia fu fatto dal governo Fanfani” – chiosa Giacobbe.
Tra le proposte: maggiori investimenti in edilizia pubblica e sociale, controllo degli affitti brevi e turistici, soprattutto nei centri storici e sulla costa, sostegno concreto per studenti fuori sede e lavoratori stagionali, rilancio del piano affitti a canone calmierato, e creazione di residenze temporanee per il lavoro stagionale, anche in collaborazione con le imprese.
Le conclusioni
“La casa non è solo un bene economico, ma un bene sociale, un vero e proprio diritto! Oggi – afferma Luca Giacobbe (foto a lato) – sempre più persone non riescono né a trovarla, né a mantenerla. Se non si interviene adesso, la situazione diventerà una vera e propria emergenza strutturale.”
A sottolineare la gravità della situazione anche Francesco Marinelli, Segretario Generale CISL Romagna, (foto in alto) che afferma: “Serve una politica della casa, non dell’emergenza. La situazione degli affitti in Romagna è diventata insostenibile e richiede un intervento urgente – commenta –. È inaccettabile che lavoratori e pensionati, che non solo hanno contribuito ma continuano a contribuire al nostro sistema, si trovino oggi a lottare per garantirsi un tetto. Non si tratta più solo di un disagio, ma di una vera e propria emergenza sociale che compromette la dignità e la qualità della vita di migliaia di persone. Dobbiamo agire subito per implementare politiche abitative concrete che restituiscano alla casa il suo valore di diritto e non di mero bene economico. Inoltre – aggiunge Marinelli – questa situazione si ripercuote negativamente anche sull’attrattività del territorio romagnolo: diventa sempre più difficile attrarre e trattenere lavoratori, giovani e famiglie in un’area che non riesce a garantire condizioni abitative dignitose e accessibili. Serve una visione strutturale che metta al centro la persona e il diritto all’abitare”.