(Sesto Potere) – Roma – 30 ottobre 2025 – Con 112 voti favorevoli, 59 contrari e nove astensioni (il sì del centrodestra e a favore anche Azione di Calenda, il no di Pd, M5s e Avs. Mentre Italia Viva si è astenuta) l’Assemblea di Palazzo Madama, nella giornata di oggi giovedì 30 ottobre, ha approvato in via definitiva (quarto e ultimo passaggio parlamentare, come previsto dalla Costituzione) il ddl n. 1353-B: “Norme in materia di ordinamento giurisdizionale e di istituzione della Corte disciplinare sulla cosiddetta separazione delle carriere” della magistratura giudicante e requirente, che va a modificare il Titolo V della Costituzione.
Il ddl – che prevede la separazione delle carriere tra magistratura requirente e giudicante e due CSM con membri sorteggiati – era stato incardinato in Aula nella seduta di martedì 28 con la relazione di Alberto Balboni (FdI) e ha visto oggi in mattinata, durante le dichiarazioni di voto, la presenza del ministro della Giustizia Carlo Nordio.
La legge sarà sottoposta a referendum popolare confermativo, con la consultazione (per la quale non è richiesto il quorum) che dovrebbe tenersi nella primavera del prossimo anno.
Il provvedimento è stato salutato dalla presidente del consiglio Giorgia Meloni così: “Oggi, con l’approvazione in quarta e ultima lettura della riforma costituzionale della giustizia, compiamo un passo importante verso un sistema più efficiente, equilibrato e vicino ai cittadini. Un traguardo storico e un impegno concreto mantenuto a favore degli italiani. Governo e Parlamento hanno fatto la loro parte, lavorando con serietà e visione. Ora la parola passerà ai cittadini, che saranno chiamati ad esprimersi attraverso il referendum confermativo. L’Italia prosegue il suo cammino di rinnovamento, per il bene della Nazione e dei suoi cittadini. Perché un’Italia più giusta è anche un’Italia più forte”.
E si registrano altri commenti.

“Con l’approvazione definitiva della riforma della giustizia si compie una svolta storica per il Paese: è una riforma di libertà e di civiltà che restituisce credibilità, equilibrio e fiducia al sistema giudiziario. È la concretizzazione della visione di Silvio Berlusconi, che per tutta la vita ha difeso l’idea di una giustizia giusta, efficiente e davvero imparziale. Il governo di centrodestra e l’impegno di Forza Italia hanno reso possibile quel progetto, ponendo le basi per un sistema in cui giudici e pubblici ministeri operano con piena autonomia e senza condizionamenti. È una vittoria di Forza Italia, che ancora una volta si conferma la forza del garantismo, del riformismo e della responsabilità istituzionale. Ora la parola passa ai cittadini: nel referendum, siamo certi che gli italiani sceglieranno di confermare questa riforma, perché significa difendere la libertà, la democrazia e una giustizia davvero al servizio delle persone”: ha dichiarato in una nota la deputata di Forza Italia Rosaria Tassinari, segretario regionale dell’Emilia Romagna.
“Data storica oggi con l’ultimo passaggio al Senato della riforma costituzionale sulla giustizia. Una riforma attesa da decenni con almeno quattro punti fondamentali su cui i cittadini devono concentrare approfondimenti e riflessione in vista del referendum. C’è naturalmente la separazione delle carriere tra pubblici ministeri e giudici, la parte della riforma più evidenziata dai media, che assicura la parità delle armi tra difesa e accusa e la loro equidistanza rispetto al giudice, come accade in quasi tutti gli altri ordinamenti. Ma altrettanta rilevanza rivestono i due CSM come conseguenza della separazione delle carriere e il sorteggio, perché l’indipendenza interna della magistratura si assicura anche attraverso il contenimento dello strapotere delle correnti all’interno del CSM oggi unico. Similmente importante l’istituzione dell’Alta Corte di Giustizia che garantisce una decisione sugli illeciti disciplinari dei magistrati scollegata dagli altri contesti regolati dal CSM. L’auspicio è che il dibattito non si fermi ai consessi istituzionali ma diventi pubblico: deve essere chiaro a tutti che la riforma è pensata per ripristinare la fiducia degli italiani nel sistema giustizia, confidando in un’attività giudiziaria autonoma e indipendente ma anche più fedele al principio di soggezione alla legge. C’è comunque da evidenziare che chi si oppone alla riforma lo fa in termini prettamente pretestuosi e strumentali. Non si è ancora sentita una ragione che sia una nel merito, ma solo previsioni catastrofiste”: ha detto il deputato romagnolo Jacopo Morrone, segretario commissione Giustizia Camera e delegato del Dipartimento Giustizia della Lega.
“Il ddl sulla Separazione delle carriere non è la riforma storica della giustizia che racconta la destra ex giustizialista, né la fine della democrazia che dice la sinistra ex riformista. I problemi veri restano: il giustizialismo, la mancanza di responsabilità e l’uso politico della giustizia…. La riforma sulla separazione delle carriere è scritta male e non risolve i veri problemi della giustizia. È una bandierina: chi l’ha scritta non sa quanto dolore provoca un’indagine sbagliata.”: ha detto tra l’altro il leader di Italia Viva Matteo Renzi.
Il leader del M5S Giuseppe Conte ha affermato che: “L’obiettivo politico di questo governo è quello di sottrarsi a qualsiasi controllo della magistratura, a pesi e contrappesi. Li contrasteremo in ogni luogo, non arretreremo di un centimetro”.
“La separazione delle carriere era una risoluzione nel programma di governo”: ha ribadito invece il ministro Guardasigilli, Carlo Nordio, che ha poi aggiunto: “Il prossimo step sarà il referendum e mi auguro che venga mantenuto in termini pacati, razionali e non politicizzati, nell’interesse della politica e soprattutto della magistratura, alla quale mi sento ancora di appartenere”.
Il leader di Azione, Carlo Calenda, aveva dichiarato: “Oggi la Magistratura non è indipendente, ma oppressa dalle correnti e tramite le correnti dai partiti. Il “sistema Palamara” continua. Il sorteggio dei CSM è un fatto fondamentale per liberarsi dalle correnti e la separazione delle carriere (non solo delle funzioni) è sempre stata una battaglia dei liberali ed è nel programma di Azione dalla sua fondazione. Per questo abbiamo votato convintamente questa riforma.”


