(Sesto Potere) – Bologna – 10 novembre 2024 – Dibattito politico esploso dopo che gruppi di antagonisti e i collettivi antifascisti sono venuti in contatto violentemente – nei pressi del Parco della Montagnola, a Bologna, tra lanci di oggetti di ogni tipo, petardi, fuochi di artificiio e fumogeni – con le forze dell’ordine che si erano schierate a cordone in tenuta anti-sommossa per evitare il contatto con un corteo organizzato dalla Rete dei Patrioti a cui ha partecipato anche Casa Pound Italia (foto in alto) riuniti dal tema: “Riprendiamoci Bologna – Contro degrado, spaccio e violenza”.
Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico, ha partecipato in piazza Nettuno (nella foto a lato) ad un “presidio democratico e antifascista” con la volontà di “ribadire i valori della nostra Costituzione e rispondere alla manifestazione dei neofascisti che non avrebbe mai dovuto essere autorizzata vicino alla stazione dove il terrorismo nero ed eversivo ha commesso la strage. Bologna non dimentica, Bologna resiste”.
Anche il capo di gabinetto del Comune di Bologna e delegata al progetto sicurezza integrata, società partecipate e coordinamento politico della giunta comunale Matilde Madrid polemizzando con i contenuti di un rilievo della Prefettura di Bologna ravvisa che “la manifestazione della Rete dei patrioti si sarebbe dovuta svolgere fuori dall’area del centro storico, ipotizzando come luogo Piazza della Pace, e per tale finalità si sarebbe attivata la Questura, che a sua volta avrebbe dovuto prendere contatto con gli organizzatori” citando l’esito della riunione del comitato provinciale dell’ordine e della sicurezza pubblica convocatoi anche per affrontare il tema del corteo.
E il sindaco di Bologna Matteo Lepore ha fatto intendere rivolto al centrodestra: “ci hanno mandato 300 camicie nere” e si è lamentato del fatto che: “non andava gestito così l’ordine pubblico” ed ha invitato il ministero dell’Interno Matteo Piantedosi “a dare spiegazioni alla città di Bologna”.
“La doverosa premessa è che la mia personale opinione è che per rispetto della Costituzione le organizzazioni neofasciste andrebbero sciolte e non ne andrebbero autorizzate manifestazioni che hanno oggettivamente finalità di apologia o di promozione di valori legati al nefasto regime fascista, che ha umiliato il nostro Paese. In questo senso bene ha fatto il Sindaco di Bologna a chiedere conto al Ministero dell’interno della gestione dell’ordine pubblico e del perché di una manifestazione autorizzata in quel luogo e con quelle modalità. Detto questo, per quel che mi riguarda, le manifestazioni non devono mai e per nessun motivo sfociare nella violenza e in questo senso non si può che condannare sempre qualsiasi forma di violenza da qualsiasi parte provenga. Episodi di violenza che finiscono anche per oscurare il diritto a manifestare pacificamente il proprio dissenso di migliaia di persone”: ha dichiarato il candidato presidente del centrosinistra e dei civici alla Regione Emilia-Romagna Michele de Pascale.
Alessandro Zan, eurodeputato, responsabile diritti nella segreteria nazionale del Partito Democratico, ha detto tra l’altro: “permettere di far sfilare i neofascisti vicino alla Stazione del 2 Agosto è un atto di una violenza rivoltante. Una provocazione fatta sulla pelle di una città che soffre ancora la ferita del vigliacco attentato fascista del 2 Agosto 1980”.
E Nicola Fratoianni, deputato e segretario e leader di Sinistra Italiana e di Alleanza Verdi e Sinistra, aggiunge: “A pochi giorni dalle elezioni in Emilia-Romagna, il giorno prima dell’arrivo di Meloni, dal Viminale autorizzano una manifestazione neofascista a Bologna, città medaglia d’oro alla Resistenza e vittima del peggior terrorismo fascista, alla quale si era opposto il comitato dell’ordine pubblico cittadino, in modo che ci potessero essere scontri per poter attaccare l’amministrazione e far dire alla premier che la sinistra difende i facinorosi.”
Anche l’Anpi-Associazione Nazionale Partigiani d’Italia invoca l’intervento del ministro dell’Interno: “Ma cosa aspetta ancora il ministro Piantedosi a cacciare, come è suo preciso dovere, CasaPound dalla sua sede romana occupata dal 2003? Cosa aspetta a vietare i loro raduni in base alla legge Scelba? E cosa aspetta il governo a sciogliere CasaPound?”
Il Sap – Sindacato autonomo della polizia ha parlato apertamente di “manifestazione organizzata” e caratterizzata anche da “cariche dolose e preordinate” ed ha elencato gli strumenti utilizzati come arma contro la Polizia: “bastoni, mazze, fumogeni e bombe carta”, lo attestano le immagini, e “le immagini sono inequivocabili”: spiega il Sap auspicando che questa volta “nessuno strumentalizzi l’operato delle forze dell’ordine”.
La presidente del consiglio Giorgia Meloni ha dichiarato : “Ancora violenze e scontri generati dai collettivi, a Bologna, rivolti contro la Polizia di Stato. La mia totale solidarietà va agli uomini e alle donne delle Forze dell’Ordine, che con fermezza e professionalità hanno affrontato i soliti violenti, tra lanci di petardi e sassi, rischiando la loro incolumità. Spiace constatare che certa sinistra continui a tollerare e, talvolta, a foraggiare questi facinorosi, anziché condannare apertamente questi episodi e mostrare solidarietà a chi, ogni giorno, lavora per garantire la sicurezza di tutti”.
Il Vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti e Leader della Lega Matteo Salvini ha pubblicato una video molto duro contro i collettivi ed ha chiesto espessamente di “chiudere i centri sociali, occupati abusivamente dai comunisti, che sono diventati ritrovi di criminali”.
Anche il deputato e vicesegretario della Lega, Andrea Crippa, ha manifestato l’auspicio che “i centri sociali sinistri e sinistroidi”, covo di violenza e delinquenza,” si chiudano “per legge”.
Replica al sindaco di Bologna la deputata di FdI Alice Buonguerrieri che dichiara: “È evidente il tentativo del Sindaco di Bologna, Matteo Lepore, di cercare lo scontro politico ad ogni costo e di non perdere occasione per attaccare infondatamente il Governo. Tale atteggiamento, però, non fa altro che isolare sempre più il capoluogo della nostra Regione che è continuamente sotto scacco della violenza dei centri sociali che la mettono a ferro e fuoco generando un clima di insicurezza che intimorisce i cittadini e allontana investimenti e turismo, tutto ciò in danno di chi vi risiede e del tessuto economico del territorio. Sarebbe ora che Lepore iniziasse a capirlo, smettendo di avallare quelle che lui chiama manifestazioni e che altro non sono se non gesti di violenza propri della guerriglia urbana di cui, ancora una volta, fanno le spese i cittadini e le Forze dell’Ordine a cui va tutta la nostra solidarietà”.
E la consigliera regionale di Forza Italia Valentina Castaldini, oltre che entrare nel merito delle tensioni delle ultime ore a Bologna cita anche un altro episodio: nella zona universitaria della città di Bologna sono comparse delle locandine con i volti della presidente del consiglio Meloni e della ministra dell’Università e Ricerca, Anna Maria Bernini, coperti da una mano insanguinata, manifesti che annunciano una manifestazione nazionale – lo sciopero nazionale degli studenti – che si terrà venerdì 15 novembre ed è stata ribattezzata “No Meloni Day”.
“I gravi fatti di queste ore, con l’affissione di manifesti in città che attaccano il governo e prendono di mira la ministra Anna Maria Bernini, rappresentano un segnale estremamente preoccupante – ha dichiarato Valentina Castaldini -. Il volto della ministra, raffigurato con una macchia rossa che richiama il sangue, è un’immagine inaccettabile che contribuisce a un clima di tensione crescente. Questa escalation non può essere ignorata. Già ieri abbiamo assistito a scontri tra militanti di sinistra e le forze dell’ordine, e la situazione rischia di degenerare ulteriormente se non verranno prese misure decise e immediate. Mi aspetto una condanna ferma e senza ambiguità da parte dell’amministrazione comunale e delle forze politiche che finora hanno preferito il silenzio. La campagna elettorale deve rimanere uno spazio di confronto pacato e rispettoso, non un terreno di scontro che avvalla o tollera derive violente. Tutti hanno la responsabilità di abbassare i toni e isolare chi alimenta un clima di pericolosa contrapposizione”: ha concluso la consigliera regionale di Forza Italia.