(Sesto Potere) – Rimini – 27 marzo 2025 – “Gentilezza, compassione e attenzione. Sono alcune delle parole che devono arricchire il vocabolario del buon infermiere” secondo chi delle parole ha fatto un doppio lavoro, prima da magistrato e poi da scrittore. Gianrico Carofiglio lo ha detto alla platea di cinquemila infermieri ritrovatisi al Palacongressi di Rimini – nel corso dei lavori del terzo congresso nazionale della Fnopi, la Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche.
Partendo da un contesto a lui familiare, quello degli interrogatori. Affinché siano performanti, spiega, occorre “mettersi nel punto di vista dell’interlocutore, parlare una lingua che l’altro capisce”:lo ha detto Gianrico Carofiglio.
E lo stesso vale nel rapporto medico-infermiere e paziente, all’interno del quale esiste un “enorme dislivello di potere”. Per cui è necessario “entrare in relazione con l’altro”: nell’ambito professionale sanitario c’è un tema di linguaggio, lessico e parole usate che è “fondamentale ma trascurato”.
Dunque per Carofiglio “il modo in cui diciamo le cose non è un accessorio ma definisce lo statuto delle cose che diciamo”. E nelle professioni di cura ha “un ruolo fondamentale la capacità di entrare in rapporto con le persone e di ascoltare”. Ma, avverte lo scrittore, non puntando sull’empatia bensì sulla compassione e sulla gentilezza, che è “uno strumento per affrontare conflitti”, al posto dello “scudo del ruolo e delle espressioni tecniche”. Perché “ascoltare veramente”, ha concluso Carofiglio, senza “l’ostacolo del nostro ego e del senso del ruolo è un super potere. Nell’aiuto reciproco c’è ciò che ci rende umani e ci permette di progredire”.
Un messaggio a 102 Ordini provinciali e interprovinciali che hanno partecipato al congresso nazionale della Fnopi che – tra l’altro ha visto il saluto del sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad, l’intervento del ministro della Salute, Orazio Schillaci, e il ricordo di Emma Carli già presidente della Federazione nazionale e recentemente scomparsa.