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Sanità, aggressioni a medici in aumento: +33% in Italia. Il maggiori numero di casi al Nord e nei Ps. Colpite di più le donne (73%)

Milano – 20 gennaio 2025 – Nel 2024 la Lombardia è stata la regione italiana che ha segnato l’incremento percentuale maggiore di violenze e aggressioni contro medici e infermieri registrando un +25% rispetto all’anno precedente.

Un’emergenza che è stata al centro del convegno “Violenza sugli operatori sanitari. Un bollettino di guerra”, promosso da Onsip (Organismo Nazionale Professionisti Sicurezza & privacy) e Ugl Salute in collaborazione con il Consiglio regionale della Lombardia, che si è svolto al Belvedere Jannacci di Palazzo Pirelli, a Milano.

Le cronache hanno frequentemente riportato devastazioni nei Pronto Soccorso e atti di aggressione fisica e verbale, evidenziando una problematica ormai diffusa.

Secondo i dati Amsi (Associazione Medici di Origine Straniera in Italia), Umem (Unione Medica Euromediterranea) e del Movimento Internazionale Uniti per Unire, le aggressioni al personale sanitario in Italia hanno raggiunto livelli critici nel 2024, con un aumento medio del 33% rispetto all’anno precedente.

Si tratta di 25.940 episodi di aggressioni al personale sanitario nel 2024. Lombardia, Campania, Puglia, Lazio e Sicilia hanno fatto registrare i maggiori incrementi nell’anno appena concluso. Ma il Nord Italia risulta essere, complessivamente, l’area più colpita, con il 63% degli episodi di violenza, mentre il Sud registra il 26% e il Centro l’11%.

Le vittime di queste aggressioni sono principalmente le donne (73%), con infermieri e fisioterapisti tra le categorie più colpite.

Gli episodi non riguardano solo le grandi città, ma anche le aree periferiche, dove la carenza di risorse si fa sentire con maggiore intensità. Gli aggressori, nella maggior parte dei casi, sono pazienti o familiari esasperati dalla lentezza o dalla mancanza di risposte adeguate da parte del sistema sanitario.

Nello specifico in Lombardia nel 2023 sono state segnalate 4.836 aggressioni agli operatori sanitari, dagli insulti alla violenza. Di queste il 30,9% si sono verificate in Pronto Soccorso, in aumento rispetto al 2022 quando la percentuale arrivò al 25,4%. Dopo il calo nel biennio 2020-2021- dovuto ad un accesso fortemente limitato alle strutture ospedaliere a causa dell’emergenza Covid 19- le violenze e le aggressioni contro medici e infermieri sono tornate a salire. A fronte di questi dati in crescita, l’anno scorso solo il 6% delle aggressioni sono state denunciate in Procura. Un segnale di profondo disagio da parte degli operatori sanitari.

Secondo Paolo Provino (Presidente Enbital e Presidente del Comitato di Garanzia e Controllo Onsip) intervenuto a convegno: “le aggressioni al personale sanitario, sia fisiche che verbali, sono un problema crescente, che impone interventi sistematici. Gli Enti Bilaterali hanno un ruolo strategico in diversi monitoraggio e analisi dei rischi legati alla sicurezza sul lavoro. E supporto alle aziende sanitarie nell’elaborazione di protocolli specifici contro le aggressioni. Ed è proprio per questa funzione che gli enti bilaterali sono una risorsa strategica per i Safety Manager”.

“Medici e infermieri sono il vero valore aggiunto della sanità lombarda, sono il ‘motore’ dei nostri ospedali e delle nostre strutture assistenziali- ha sottolineato nel corso dell’incontro il Presidente del Consiglio regionale della Lombardia Federico Romani-. La Lombardia vanta primati sul piano nazionale nella medicina, con centri all’avanguardia. Risultati ottenuti grazie a investimenti costanti in strutture, tecnologie e competenze. Ma tutto ciò sarebbe impossibile senza il cuore, l’impegno, la passione e il lavoro dei nostri operatori sanitari, capaci di mettere sempre al centro il rapporto umano con i pazienti. Per questo gli episodi di violenza non possono e non devono essere tollerati e le istituzioni devono mettere in campo misure sempre più efficaci per la tutela del personale sanitario”.

“Occorre interrogarsi sul perché sempre più spesso vengono colpite categorie che svolgono attività a beneficio della comunità- ha sottolineato il Segretario Generale UGL Paolo Capone- Oltre agli operatori sanitari, entrati nel mirino di una intolleranza che spesso diventa violenza, anche le forze dell’ordine sono bersaglio, negli ultimi mesi, di attacchi spesso violenti. Temo che questi episodi siano le avanguardie di uno scollamento ll’interno della società ma direi, più propriamente, della comunità. Infine, sul fronte sanitario va resa più efficiente la medicina di prossimità che potrebbe alleggerire nei Pronti Soccorsi il flusso di persone”.