(Sesto Potere) – Rimini – 29 agosto 2024 – Rosaria Tassinari, deputata e presidente del coordinamento dell’Emilia-Romagna di Forza Italia, ha visitato il carcere di Rimini all’interno della campagna ‘estate in carcere’ lanciata dal partito azzurro per accendere l’attenzione dell’opinione pubblica sulla situazione degli istituti di detenzione italiani.
Nella visita, Rosaria Tassinari è stata accompagnata dalla delegazione di Forza Italia composta da Davide Frisoni, Monia Guidi, Raimondo Elli e Gabriella Pezzuto.
“L’intuizione del presidente Antonio Tajani è stata intelligente perché ha permesso di affrontare il tema della situazione delle carceri durante il periodo estivo – ha detto Rosaria Tassinari – Attorno ai carceri ci sono tante situazioni diverse che vanno prese in carico: le condizioni degli operatori di polizia penitenziaria, il personale amministrativo, le condizioni dei detenuti, le loro famiglie e le molte realtà che lavorano in silenzio per aiutare le istituzioni che sono alle prese con carenze di personale. A Rimini ho incontrato la direttrice Palma Mercurio, il garante dei detenuti di Rimini ed il comandante della Polizia Penitenziaria. La situazione qui non è negativa, l’occupazione del carcere è di 148 detenuti, al di sotto dei 165 di capienza massima: all’interno dell’istituto ci sono 65 imputati che quindi sono in regime di carcerazione preventiva, 9 appellanti, 3 ricorrenti e 70 con condanna definitiva. I detenuti stranieri sono 75 mentre le persone detenute con problemi di tossicodipendenza sono 72”.
“Da un confronto avuto sia con la direzione che con una delegazione di detenuti è emerso che gli ambiti in cui si potrebbe migliorare – dice ancora Rosaria Tassinari – a parte il cronico problema di sotto dotazione dell’organico (manca il 25% degli agenti ma servono anche figure amministrative) riguardano i collegamenti con la città, con la linea 16 che potrebbe essere potenziata rendendo più agevoli gli spostamenti sia per i familiari che per gli avvocati, ma anche il potenziamento del settore per la semilibertà. Ad oggi, infatti, sono nove i detenuti che stanno usufruendo di questa opportunità, lavorando all’esterno del carcere per poi tornare in istituto: se si potesse ampliare questo settore, crescerebbe il numero di detenuti che potrebbero iniziare un percorso di reinserimento”.
“La maggiore preoccupazione dei detenuti, infatti, è il ritrovarsi da soli e in difficoltà alla fine della pena: all’interno del carcere esiste una rete di operatori e volontari (ad iniziare dalla Caritas che svolge un’opera preziosissima) che garantisce assistenza ai detenuti: è importante creare una rete che permetta alle persone di reinserirsi nella società con un lavoro regolare al termine della detenzione. In questo senso a breve inizieranno dei lavori finalizzati proprio alla realizzazione di nuovi laboratori per avviare i detenuti a nuove professioni”: ha concluso Rosaria Tassinari.