(Sesto Potere) – Forlì – 26 ottobre 2024 – Questa mattina il gruppo consiliare del Partito democratico di Forlì, tra gli altri in foto: Graziano Rinaldini, Alessandro Gasperini, Federico Morgagni e Loretta Poggi, ha tenuto una conferenza stampa per fare il punto sulla situazione del nostro territorio a poche settimane dall’ennesima alluvione e ribadire le proprie proposte e suggerimenti.
“Il succedersi, nel giro di pochi mesi, a Forlì come in altre parti della Regione e del Paese, di eventi catastrofici la cui portata ha superato i record storici precedenti, conferma una volta di più la realtà del cambiamento climatico, destituendo di ogni fondamento le posizioni negazioniste purtroppo ancora presenti fra i partiti di governo. Mitigare queste trasformazioni e difendere territori e comunità dai loro effetti è la sfida che tocca alle istituzioni di tutti i livelli, dal Governo, alla Regione ai Comuni. Per quanto riguarda Forlì e la Romagna è evidente che per fronteggiare la portata del cambiamento climatico, il ripristino e la manutenzione straordinaria del sistema fluviale e idrogeologico lesionati dalle alluvioni, seppur importanti, non bastano. Serve realizzare un vero e proprio piano straordinario per aumentare la sicurezza del territorio, adeguato alla portata dei nuovi fenomeni estremi. Purtroppo l’iter di realizzazione di questo piano, già da tempo trasmesso al Governo, si è incagliato nella mancanza di adeguate risorse e in un modello di ricostruzione centralizzato e burocratico, che procede a rilento fra ritardi e mancanza di personale. Alla radice di molte difficoltà sta la decisione del Governo, per motivi politici, di non nominare Commissario alla ricostruzione il Presidente della nostra Regione, come avviene normalmente di fronte a calamità simili”: ha spiegato il gruppo counale del Pd.
La richiesta del gruppo consiliare del Partito democratico , quindi, è che al termine del mandato del generale Figliuolo, il Governo nomini come Commissario straordinario alla Ricostruzione il Presidente dell’Emilia Romagna, chiunque venga eletto, e definisca al proprio interno un referente unico per la gestione dell’emergenza, dando vita ad un tavolo di confronto permanente con il territorio, considerando che: “fino a oggi mancato”.
I Dem rivendicano la necessità: “di una struttura commissariale dislocata sul territorio e dotata delle risorse, a partire dal personale, necessarie per svolgere il proprio lavoro in maniera efficace.”
“Lentezze ed ostacoli, nonostante le promesse della premier Meloni di rimborsi rapidi e al 100%, caratterizzano del resto anche il capitolo risarcimenti danni. Ad un anno e mezzo dall’alluvione del 2023, infatti, su oltre 80.000 famiglie e imprese colpite, appena un migliaio, tra Emilia Romagna, Toscana e Marche, hanno ricevuto ristori parziali, spesso al termine di procedure burocratiche lente e complesse. Questa situazione emerge in maniera evidente da un questionario realizzato dal nostro gruppo consiliare nelle zone alluvionate della città, cui hanno risposto 104 famiglie, di cui poco più della metà dichiara di non essere ancora riuscita a presentare la richiesta di indennizzo e un altro 24% di aver rinunciato a farlo, per disillusione nei confronti delle promesse del Governo, per difficoltà a reperire un tecnico, per i continui cambiamenti del quadro normativo di riferimento, per la complessità nel reperire tutta la documentazione amministrativa, tecnica e fiscale necessaria, ecc. In sostanza solo il 26% delle famiglie è riuscita a terminare l’iter. Le stesse problematiche, del resto, sono emerse in occasione anche del recente incontro svolto sul territorio dalla struttura commissariale”: spiega il gruppo consiliare del Partito democratico.
“Da questo spaccato emerge il rischio che una grande fetta degli alluvionati finisca per rimanere esclusa da ogni forma di rimborso, di fatto abbandonata dallo Stato nel momento del bisogno. Di fronte a una situazione così grave abbiamo chiesto che anche il Comune di Forlì faccia la propria parte e destini, come fatto da altri comuni, un contributo a fondo perduto almeno a favore di quelle famiglie alluvionatesi sia nel 2023 che nel 2024 (anche tenuto conto dell’assoluta incertezza che ancora grava sui rimborsi per l’evento alluvionale di settembre). Ma oltre a ciò, serve ovviamente semplificare le ordinanze e predisporre sul territorio specifici uffici deputati ad assistere i cittadini. Il Governo deve inoltre adeguare il massimale dei rimborsi per i beni mobili alla reale entità dei danni, ben superiore ai 6000 euro previsti sino ad oggi”: è la proposta del Pd.
“Lo stesso discorso vale per il sistema delle imprese, a partire dal mondo agricolo, così importante per lo sviluppo e l’occupazione del nostro territorio. Nonostante l’entità dei danni subiti, non solo per l’alluvione ma anche per il succedersi di numerosi eventi atmosferici avversi, le imprese romagnole del settore primario hanno sino ad oggi ricevuto ristori insufficienti rispetto a perdite stimate in oltre un miliardo di euro. Sintomatica è la vicenda di Agricat, il fondo nazionale mutualistico istituito a copertura degli eventi catastrofali in agricoltura, che poche settimane fa aveva mandato comunicazioni di diniego nei confronti di quasi tutte le richieste di ristoro. Il successivo intervento del Governo, su sollecitazione della Regione Emilia Romagna e di tutte le associazioni di categoria del mondo agricolo, ha bloccato i dinieghi, ma la questione al momento rimane in un limbo, senza che sia chiaro il suo esito. Per la ripartenza di filiere strategiche per il nostro territorio come l’ortofrutta, il vitivinicolo e le sementi, tuttavia, non bastano i rimborsi. All’interno del piano speciale per la sicurezza del territorio, serve una riflessione strategica per la sostenibilità dell’agricoltura di fronte al cambiamento climatico: misure di riassetto idrogeologico, investimenti nella ricerca per sviluppare varietà resistenti, incentivi per la diffusione di sistemi di protezione delle colture dai fenomeni estremi e per la difesa dalla siccità. Un “New Deal agricolo”, su cui convogliare risorse europee, nazionali e regionali e che deve vedere un forte protagonismo della Romagna e delle sue istituzioni”: è la proposta del gruppo consiliare del Partito democratico.
“La sfida della ricostruzione, infatti, non è di sola competenza di Governo e Regione, ma chiama in causa, su molti aspetti, proprio il Comune. Perciò è stata grave la decisione della maggioranza di bocciare la costituzione di una Commissione sull’alluvione e la ripartenza, una scelta sbagliata che speriamo possa essere rivista alla luce di quanto accaduto nelle ultime settimane. Innanzitutto spetta al Comune di portare a compimento l’aggiornamento del piano di protezione civile. Data l’importanza dell’argomento, insieme a tutte le opposizioni siamo pronti a fornire il nostro contributo di proposte”: continuano i Dem.
Quali proposte?
“Pensiamo innanzitutto che l’Ufficio di protezione civile del Comune debba essere dotato di risorse adeguate di personale e finanziarie. Inoltre giudichiamo necessario un salto di qualità nelle campagne di informazione e formazione dei cittadini rispetto ai contenuti del piano perché le attività di protezione civile sono più efficaci se si reggono su una partecipazione diffusa. Un altro tema è quello della comunicazione di emergenza da parte del Comune in occasione di eventi estremi, che deve essere più efficace, capillare e chiara di quanto accaduto in occasione degli ultimi eventi alluvionali. Pensiamo poi che il Comune debba realizzare un censimento dei danni dell’ultima alluvione. Per calibrare gli interventi e individuare le priorità non è infatti sufficiente utilizzare i dati delle richieste per di risarcimento, come sostenuto dagli esponenti della Giunta. Per evitare la confusione e diminuire occasioni di pericolo, va poi precisata la questione della messa in sicurezza delle automobili e della eventuale distribuzione di sacchi di sabbia o altri presidi difensivi”: sono le proposte del gruppo Pd.
“Ma il Comune è chiamato a svolgere un ruolo fondamentale anche su molti altri fronti, a partire da una complessiva revisione del sistema fognario cittadino, evidentemente non più adeguato a reggere il carico derivante da fenomeni metereologici estremi ormai divenuto ordinari. Abbiamo bisogno di una riflessione pubblica, supportata da competenze tecniche, per predisporre un piano pluriennale di potenziamento della rete, per realizzare il quale servirà poi reperire le risorse necessarie. Più in generale è tutta la progettazione della città che va aggiornata alla luce del cambiamento climatico, a partire dal modo di costruire gli edifici e realizzare le strade, per ridurre l’impermeabilizzazione del suolo e favorire una maggiore capacità di trattenimento delle acque, sino ad arrivare alla questione della risistemazione del principale polmone verde cittadino, luogo del cuore dei forlivesi: il parco Urbano, che dopo un anno e mezzo giace ancora in condizione di degrado. La stessa predisposizione del nuovo PUG, che speriamo finalmente si avvii dopo i tanti ritardi di Zattini, non potrà far a meno di misurarsi col tema di un nuovo rapporto fra urbanistica, sicurezza del territorio e protezione della comunità. Queste sono le sfide che ci attendono: dalla capacità di affrontarle dipenderà la possibilità di una ripresa capace di rendere il territorio più sicuro e resistente. Su questi temi siamo pronti a fare la nostra parte, avanzando proposte costruttive, ma non venendo mai meno alla determinazione di batterci per i diritti delle tante persone che in questi mesi hanno patito, oltre ai danni dell’alluvione, anche la sensazione di abbandono dalle istituzioni”: conclude il gruppo consiliare del Partito democratico di Forlì.