(Sesto Potere) – Forlì – 10 luglio-. “Il Paese ne ha abbastanza di prefiche giustizialiste. Basta leggere i numeri per capire che l’abrogazione del reato di abuso di ufficio è un passo in avanti sulla strada di una giustizia giusta. Come ha precisato l’on. Simonetta Matone in Aula, nel 2021 sono stati aperti 4.745 procedimenti di cui 4.121, l’85%, archiviati dai pubblici ministeri. In dibattimento sono arrivati 513 procedimenti con il magro risultato di 18 condanne. Negli ultimi due anni la media è 8 denunce archiviate su 10, con le ultime due ancora in pendenza. Con costi significativi per il sistema e gravi danni causati dall’innescarsi di gogne mediatiche che pesano enormemente sul presunto autore obbligandolo in tanti casi alle dimissioni o alla sospensione dell’incarico con le immaginabili ricadute sulla vita famigliare e professionale. Non a caso nei mesi scorsi la stragrande maggioranza degli amministratori Pd hanno sollecitato il loro partito ad accogliere favorevolmente questo atto di civiltà giuridica. Purtroppo l’opposizione continua a ululare alla luna, ferma in una posizione di acceso contrasto giustificata con ragioni davvero evanescenti. Questo atto infatti non impedirà di perseguire ogni abuso commesso da pubblici ufficiali e amministratori pubblici. Sono poi da sempre convinto che impedire la pubblicazione delle intercettazioni nei media a meno che non siano riprodotte nell’ordinanza di cattura rappresenti un modello di civiltà dei diritti. Occorreva fermare la messa in pasto al pubblico di atti totalmente estranei al processo, mettendo alla berlina anche soggetti ininfluenti rispetto al procedimento in corso. Il provvedimento licenziato dalla Camera con 199 voti favorevoli risponde all’indispensabile esigenza di una giustizia più giusta, più civile, più garantista, quella che potrà ridare fiducia non solo ai nostri concittadini, ma anche dagli investitori esteri che, come tutti sanno ma alcuni sembrano dimenticare, sono a ragione spaventati dal nostro sistema processuale”.
Così in una nota il deputato Jacopo Morrone della Lega.