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Rendiconto sociale Inps, Cgil-Cisl-Uil: “emergono criticità strutturali nel territorio riminese”

(Sesto Potere) – Bologna – 25 ottobre 2025 – Il secondo Rendiconto Sociale provinciale INPS, presentato il 23 ottobre a Bologna, ha restituito un quadro che, pur evidenziando alcuni segnali positivi, conferma criticità profonde e di lungo periodo: dai dati del Rendiconto emerge con chiarezza la necessità di ripensare il modello di mercato del lavoro, di welfare e di previdenza.

CGIL Rimini, CISL Romagna, UIL Emilia-Romagna chiedono con forza che si dia concretezza ed azione al Patto per il Lavoro e il Clima territoriale, a sostegno di giustizia fiscale, redistribuzione del reddito, aumento dei salari, lotta all’evasione e sostegno alle nuove generazioni.

Demografia e occupazione: una sfida per la tenuta del sistema riminese
I dati demografici del Rendiconto segnalano una criticità strutturale che inciderà profondamente sul futuro del sistema di welfare. I pensionati rappresentano oggi il 25,6% della popolazione, mentre l’indice di vecchiaia ha superato nel 2024 la soglia di 200 (206,0), attestando la presenza di oltre due anziani per ogni giovane residente. L’invecchiamento della popolazione e la denatalità modificano la struttura sociale, riducendo la base occupazionale e compromettendo la sostenibilità del sistema pensionistico, del mercato del lavoro e più in generale dell’equilibrio socioeconomico del territorio; è perciò necessario agire su tutte le leve che a livello locale possono incentivare la permanenza dei giovani sul territorio, a partire dal sostegno a sistema scolastico e universitario e forti politiche per il diritto alla casa.
Pur registrando un aumento del tasso di occupazione, il Rapporto conferma la fragilità della crescita occupazionale. Le assunzioni a tempo indeterminato rappresentano appena il 7% del totale (incluso l’apprendistato), mentre il 93% è costituito da rapporti precari — a termine, in somministrazione, intermittenti o stagionali. Inoltre, tra il 35% e il 43% dei nuovi contratti è part-time. Preoccupa anche la tendenza 2024 rispetto al 2023, che mostra una riduzione dei contratti stabili e un incremento di quelli intermittenti e stagionali.

Per CGIL, CISL, UIL è indispensabile intervenire a tutti i livelli con norme che promuovano la stabilità lavorativa e riducano il ricorso sistematico a forme di lavoro precario, contrastando la frammentazione contrattuale che penalizza redditi, contributi e tutele.

Mercato del lavoro e turismo: qualità e diritti devono crescere insieme
I fenomeni di illegalità nel lavoro turistico restano diffusi, compromettendo diritti, deprimendo i salari e indebolendo l’intero tessuto economico e sociale. I sindacati confederali ribadiscono l’urgenza di introdurre un ammortizzatore sociale specifico per il lavoro stagionale, che assicuri una copertura adeguata e favorisca l’emersione del lavoro regolare. A parere dei sindacati occorre, parallelamente, rafforzare le politiche attive del lavoro, legando l’indennità di disoccupazione a percorsi di riqualificazione professionale.

Senza interventi strutturali – affermano CGIL, CISL, UIL – l’attuale mercato del lavoro continuerà a generare retribuzioni e pensioni tra le più basse della regione, aggravate da un divario di genere ancora marcato e da un innalzamento dell’età pensionabile dovuto alla rigidità normativa introdotta negli ultimi anni.

Ammortizzatori e crisi industriali
Nel 2024, produzione, ordinativi e fatturato del comparto manifatturiero sono calati sensibilmente, mentre le esportazioni provinciali hanno registrato un -6%, in continuità con la flessione dell’anno precedente. Ne è derivato un aumento significativo del ricorso agli ammortizzatori sociali.

CGIL, CISL, UIL esprimono preoccupazione per il rischio che molte imprese, esauriti i contatori di cassa integrazione, ricorrano a riduzioni orarie forzate o, peggio, a licenziamenti e chiusure. In questo contesto, diventa essenziale mantenere un confronto costante e preventivo tra INPS e organizzazioni sindacali per salvaguardare l’occupazione e prevenire la disoccupazione.

Patronati CE.PA: un presidio insostituibile di tutela e prossimità
Il Rapporto ha evidenziato l’importante contributo dei Patronati CE.PA (INCA CGIL, INAS CISL, ITAL UIL, ACLI): l’88% delle pratiche di pensione accolte nel 2024 è stato presentato da questi ultimi. In un contesto di digitalizzazione avanzata, il servizio di intermediazione e accompagnamento dei Patronati resta un valore aggiunto insostituibile: ricordano CGIL, CISL e UIL che sollecitano un rafforzamento della collaborazione tra INPS e Patronati CEPA, con confronti più frequenti, relazioni semplificate e maggiore condivisione operativa, aumentando il confronto anche su questioni ordinarie, rendendo pienamente operativo il Protocollo d’Intesa volto a creare una rete efficace al servizio dei cittadini.