(Sesto Potere) – Roma – 19 novembre 2024 – “La sinistra esulta ma io credo che ci sia veramente poco da esultare. Al di là dell’affermazione del campo largo sulla destra, io non capisco cosa ci sia da esultare quando dal 67% dei votanti aventi diritto in Emilia della scorsa tornata elettorale si passa al 47%. Se questo astensionismo non è un grido di allarme da parte dei cittadini io non so cosa possa esserlo, forse serve che nessuno voti perché la politica si preoccupi”.
Queste le parole pronunciate dal prof. Massimo Cacciari ai microfoni di Radio Cusano intervenuto durante la trasmissione ‘5 Notizie’ , condotta da Gianluca Fabi, in merito alle elezioni che si sono svolte in Emilia Romagna e Umbria e che hanno visto trionfare la sinistra.
E prosegue “bisogna precisare, per dovere di cronaca, che se il PD e il Movimento 5 stelle si uniscono assieme a qualche partito minore è ovvio che le loro possibilità aumentino, soprattutto in regioni storicamente appartenenti alla sinistra come Emilia-Romagna e Umbria. Il problema però-spiega- è che con le condizioni attuali non mi sembra ci siano motivi di giubilo, si tratta solo di rimettere assieme i cocci”.
Sull’ astensionismo afferma “è un fenomeno complesso che va affrontato. Il fatto è che dipende da numerosi fattori che vengono trascurati, ma che sono fondamentali per le persone. Non è possibile pretendere che le elezioni siano il primo pensiero di una società che vive con problemi come l’inflazione, i tagli alla sanità e alle scuole, e in generale con il costo della vita sempre più alto. Tralasciando la crescente sfiducia per la politica che non mantiene le sue promesse – precisa il filosofo – c’è un dilagante senso di impotenza da parte dei cittadini derivante dallo scenario globale in continuo peggioramento”.
“Giustamente-continua Cacciari- i cittadini si domandano a cosa possa servire contribuire a un evento così marginale come il voto regionale quando nello scenario internazionale l’Italia politicamente non conta nulla. La popolazione si sente inerme di fronte a scenari di guerra in continua ascesa e una situazione economica globale sempre più critica”.