(Sesto Potere) – Forlì – 16 maggio 2025 – “Come è noto, l’8 e il 9 giugno 2025 i cittadini sono chiamati a esprimersi su cinque referendum abrogativi, in cui si propone di approvare o meno la cancellazione di una legge o di una sua parte. Come sindacato riteniamo che si debbano invece approfondire i singoli temi, alcuni anche molto complessi che non si possono riassumere in due righe, in ambito parlamentare e nella contrattazione collettiva settore per settore, Dunque invitiamo i cittadini ad astenersi”: questo afferma Filippo Lo Giudice segretario territoriale di Ugl Romagna che poi entra nel merito dei singoli quesiti.
“Abrogare la disciplina sul contratto di lavoro a tutele crescenti del Jobs Act, a nostro parere, non comporterebbe la reintroduzione dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori e dunque il diritto al reintegro, ma l’applicazione della riforma Fornero con la conseguente riduzione dell’indennizzo da 36 a 24 mensilità. Eliminare il tetto massimo all’indennità dovuta ai lavoratori per i licenziamenti illegittimi nelle aziende con meno di 15 dipendenti, solo sulla carta consentirebbe al giudice di determinare l’importo senza limiti predefiniti, in realtà le piccole imprese continueranno a licenziare ed ai lavori non sarà garantita alcuna certezza sulle indennità rivendicate. E il quesito sull’obbligo per le imprese di indicare per quale motivo si usa il contratto a tempo determinato in realtà non sarà risolutivo a cancellare il precariato, semmai si rischia di incentivarlo ulteriormente”: sostiene Filippo Lo Giudice.
“Il quesito referendario sulla cosiddetta “responsabilità solidale” negli appalti che indica che tutti i soggetti coinvolti hanno gli stessi obblighi in caso di incidente sul lavoro, per esempio nel risarcimento dei danni, creerebbe di fatto una controversia tra i soggetti interessati (committente, appaltatore e subappaltatore) a totale danno del lavoratore e con il rischio che si allunghino sine die i tempi di causa”: è il parere del segretario territoriale di Ugl Romagna.
“Infine, sul tema dell’ottenimento della cittadinanza italiana da parte delle persone maggiorenni nate in un paese esterno all’Unione europea e residenti non più da dieci anni ma ridotti a cinque: come Ugl siamo convinti che questa agevolazione verso gli stranieri non garantirebbe l’effettiva integrazione economico-sociale degli extracomunitari, anzi: agevolerebbe la convinzione di chi ritiene di poter godere della cittadinanza con il minor sforzo e in tempi brevi”: è il parere di Filippo Lo Giudice.
“Per concludere, come sindacato, siamo convinti che non si possano risolvere i problemi economico-sociali a suon di contrapposizione ideologica e mobilitazione delle piazze o con lo strumento referendario come fa la Cgil, una strategia ormai rivelatasi controproducente e fallimentare che non produce altro che contrapposizione fra politici e parti sociali. Serve il dialogo e il confronto. E con questa modalità noi saremo sempre disponibili”: conclude il segretario territoriale di Ugl Romagna, Filippo Lo Giudice.