(Sesto Potere) – Forlì – 17 settembre- È stato presentato stamattina nella Sala Randi del Comune di Forlì, l’evento di chiusura del Progetto InRete che si svolgerà martedì 24 settembre nella Sala del Refettorio dei Musei San Domenico.
Dal titolo “4 anni di InRete”, questa serata vuole raccontare il progetto quadriennale finanziato dall’impresa sociale “Con i bambini”, ente attuatore del fondo nazionale per il contrasto alla povertà educativa minorile. Durante l’incontro, realizzato all’interno del Festival del Buon Vivere, sarà raccontato l’intenso lavoro che, mettendo al centro famiglie e minori con fragilità come protagonisti del loro percorso, aveva l’obiettivo di promuovere le risorse capaci di contrastare la dispersione scolastica e altri tipi di povertà educativa nel distretto di Forlì.
Presente l’assessora alle Politiche per l’educazione e l’istruzione, Politiche Giovanili e Servizio Civile, Politiche per lo sviluppo economico del territorio Paola Casara che ha commentato: “Ricordo la partenza del Progetto InRete in piena pandemia Covid, una tragedia che aveva creato ancora più esigenze da parte delle famiglie. Qui oggi si presentano i risultati di InRete e sono risultati che devono essere fattori stabili sul territorio. Uno di questi è la nuova figura del Family Mentor, un aiuto importantissimo per le famiglie. La scuola è centrale in questi progetti e noi come Comune di Forlì procediamo per costruire tanti percorsi nelle scuole in cui si parla di fragilità, che abbiano nessi e legami forti tra loro. Quindi non progetti speciali ma strade e percorsi stabili che vanno alimentati”.
Programma dell’evento “4 anni di InRete”, martedì 24 settembre Sala del Refettorio Musei San Domenico Forlì
L’inizio è previsto alle ore 17.30 con la presentazione e i saluti, ad aprire l’evento (ore 18.00) sarà il dottor Stefano Laffi, sociologo, ricercatore e co-fondatore della cooperativa di ricerca e intervento sociale Codici, di Milano. Formatore e docente universitario, da anni cura progetti di partecipazione e rigenerazione di spazi urbani dedicati alle giovani generazioni, di progetti di presa di parola e partecipazione, soprattutto con adolescenti e giovani, per portare la loro prospettiva e le loro idee nelle istituzioni e in generale nella progettazione sociale di spazi come le piazze, le scuole, le biblioteche, i centri giovani. Ha collaborato al film-inchiesta Futura e ha curato diversi volumi sui percorsi di ricerca. È autore fra gli altri del testo “La congiura contro i giovani” per Feltrinelli. Alle 19.00 si prosegue con il video (produzione Officinemedia – regia di Alessandro Quadretti) e la tavola rotonda dal titolo: “Esperienze, apprendimenti e prospettive dopo quattro anni di InRete”. I lavori si concluderanno alle 20.30.
I numeri di InRete
1300 sono i minori intercettati complessivamente nelle scuole coinvolte, si tratta di 10 Istituti comprensivi e 2 Istituti superiori. 650 i minori beneficiari diretti del progetto. Circa 500 i nuclei famigliari presi in carico.
Cos’è il Progetto InRete
Il Progetto “InRete” è stato promosso e coordinato da Consorzio Solidarietà Sociale Forlì-Cesena e realizzato dalle cooperative sociali L’Accoglienza, Dialogos, Domus Coop, Paolo Babini e Salvagente nel territorio di Forlì e comprensorio, in partnership con Fondazione Buon Pastore, Comune di Forlì e le scuole del territorio.
Ha vinto il bando “Un Passo Avanti” di un milione di euro dell’impresa sociale “Con i bambini” voluta dal “Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile” nato da un’intesa tra le Fondazioni di origine bancaria rappresentate da Acri, il Forum Nazionale del Terzo Settore e il Governo Italiano.
Nasce nel 2020 da un’analisi di contesto rispetto alla povertà educativa nella fascia 6-17 anni, nell’ambito di un territorio che vedeva la presenza di servizi, alleanze e reti già attive tra il terzo settore, le istituzioni e tanti soggetti privati. L’aspetto che ha destato l’interesse dell’ente finanziatore ha riguardato la scelta di mettere in maggiore connessione l’esistente, mettendo le famiglie al centro come portatrici di valore prima che come destinatarie di interventi, rafforzando le loro capacità educative e sostenendo l’emergere delle risorse dei più piccoli, anche in ottica di promozione del benessere.
La figura chiave per favorire questo dinamismo è stata quella del Family Mentor, un esperto di processi educativi di comunità che ha fatto da punto di riferimento dentro le scuole e nei servizi, in ascolto delle famiglie, degli insegnanti, in connessione con gli altri professionisti della cura, attivatore di progetti specifici capaci di ottimizzare le risorse e affrontare le sfide anche nelle situazioni della cosiddetta ‘zona grigia’, dove gli aspetti di vulnerabilità delle famiglie non sono conclamati, ma uno sguardo precoce può consentire di prevenirne la cronicizzazione e favorire l’evoluzione positiva.
Le azioni del progetto hanno permesso di mettere in campo esperienze (laboratori scolastici, centri educativi pomeridiani, percorsi di sostegno personalizzati), collaborazioni (con società sportive, atelier artistici, associazioni di sostegno scolastico su bisogni specifici), ampliamento dell’accesso ai servizi, anche attraverso lo strumento delle doti educative.
La forza del progetto è stata la collaborazione di tutti i soggetti delle reti, la capacità di tante persone (che fanno sempre la differenza) di dialogare, costruire visioni comuni, condividere le diverse culture organizzative, la diverse risorse e realizzare azioni concrete utili alla costruzione della comunità che educa, come un villaggio.
Per tutta la durata del progetto è stata fatta una rilevazione di dati quantitativi e qualitativi che AICCON (Associazione Italiana per la promozione della Cultura della Cooperazione del non profit) sta elaborando in un report di valutazione d’impatto sociale del progetto (VIS). La VIS è “la valutazione qualitativa e quantitativa, sul breve, medio e lungo periodo, degli effetti delle attività svolte sulla comunità di riferimento rispetto all’obiettivo individuato” (legge 106/2016).
Tale report sarà diffuso alla comunità territoriale dopo la sistematizzazione dei dati, che comprende anche azioni di rilevazione a distanza di tempo dalla chiusura del progetto (follow up).