(Sesto Potere) – Morciano – 13 maggio 2025 – I percorsi di cura, assistenziali e di prevenzione, erogati dall’Ausl della Romagna tramite servizi di prossimità, in particolare il ruolo, le funzioni e gli obiettivi dell’Infermiere di Famiglia e Comunità, nuovo servizio in fase di attivazione nel territorio comunale, sono stati illustrati ai cittadini di Morciano di Romagna in un incontro pubblico svoltosi lunedì sera nella Sala Ex Lavatoio, promosso dall’Amministrazione Comunale e dall’Azienda sanitaria.
L’assessore comunale alle politiche sociali, Ilaria Sartori, ha aperto l’evento evidenziando l’alleanza fra istituzioni e Azienda USL e l’importanza dell’integrazione tra i diversi servizi per garantire un’assistenza sempre più di prossimità e rispondere ai bisogni complessi delle persone in termini fisici, mentali e sociali. In tale ottica, come previsto da questa nuova funzione delle cure territoriali, il territorio comunale è stato suddiviso in due aree di circa 3500 abitanti (micro-zone o cellule), ciascuna delle quali assegnata a un Infermiere di Famiglia e Comunità (“un alleato per la tua salute” come viene definito), con base operativa alla Casa della Comunità di via Arno 40.
Proprio questo è stato uno degli aspetti sottolineato dal Direttore del Distretto di Riccione, Ardigò Martino, spiegando come lo sviluppo in atto sui servizi legati all’assistenza di prossimità costituisca un autentico cambio di paradigma nel modo di lavorare sul territorio. “A Morciano la figura dell’Infermiere di Famiglia e Comunità, che opera in modo integrato, competente e vicino alle reali condizioni di vita, viene a integrarsi con la Casa della Comunità e una rete di servizi – ha dichiarato Martino – con un percorso partecipativo in fase di attivazione e sviluppo quale ulteriore tassello della riorganizzazione sanitaria che punta a portare la salute sempre più vicina alle persone, riducendo le disuguaglianze e migliorando la qualità di vita nel solco di una sanità sempre più a vocazione territoriale. Il benessere e la salute delle persone si costruiscono infatti sul territorio, prima e dopo gli eventi acuti, attraverso interventi domiciliari, educazione sanitaria, presa in carico precoce, continuità assistenziale e supporto a chi non è in grado, da solo, di orientarsi nella complessità dei percorsi di cura”.
In quest’ottica l’Infermiere di Famiglia e Comunità, progetto innovativo che rende evidente lo sforzo dell’Ausl Romagna nell’implementazione dei servizi di prossimità ai sensi del Decreto Ministeriale n. 77 del 2022, è una delle figure chiave nel creare progettualità a misura di ogni singolo cittadino con risposte integrate e globali. Collabora infatti in concreto con il Medico di medicina generale o il Pediatra di libera scelta alle cure territoriali dei cittadini, prendendo in carico gli utenti a media o bassa complessità assistenziale, sia presso la Casa della Comunità sia presso il domicilio dell’utente, favorendo inoltre l’aspetto relazionale, intercettando e valutando i bisogni per garantire una pianificazione assistenziale personalizzata. Una risorsa fondamentale, dunque, per promuovere la salute dei cittadini e rafforzare il legame tra i servizi territoriali e la popolazione, pensata per un’assistenza sempre più di prossimità, anche in fase di prevenzione.

La Direttrice della Direzione Infermieristica e Tecnica dell’ambito di Rimini, Cristina Fabbri, si è soffermata su obiettivi e funzioni dell’Infermiere di Famiglia e Comunità, “che nasce per intercettare precocemente e prevenire l’insorgenza di problemi di salute, prendendo in carico la comunità e mettendo in rete i diversi professionisti del settore socio-sanitario”. Le nuove figure sono state appositamente formate per “affiancare all’attività di cura la prevenzione diretta, ad esempio con richiami per l’attività di screening, e un’assistenza domiciliare evoluta, da attuare in accordo con il medico di medicina generale, che rimane centrale, e in contatto costante con la comunità per intercettare i bisogni specifici di ogni territorio, così da fornire un punto di riferimento per il primo livello di bisogno”.
Il modello è quello della “medicina d’iniziativa”, finalizzata all’educazione sanitaria, alla promozione della salute fisica, psichica e sociale delle famiglie e dell’intera comunità, come ha ricordato Domenico D’Erasmo, Responsabile Assistenziale Dipartimento Cure Primarie e Medicina di Comunità.
Dal canto suo la Direttrice delle Cure Primarie Rimini, Antonella Dappozzo, ha tracciato il quadro dei percorsi in atto a livello territoriale per quanto riguarda lo sviluppo dell’assistenza primaria, con particolare riferimento ai Medici di Medicina generale e ai servizi e percorsi presenti all’interno della Casa della Comunità della Valconca, sottolineando il “valore della prossimità dei servizi, del coinvolgimento della comunità e del paziente nella co-gestione della malattia cronica, della diffusione della conoscenza dei servizi offerti per accrescere la possibilità di accesso ai servizi e l’equità dell’assistenza socio-sanitaria”.
Ha inoltre descritto le caratteristiche del nuovo CAU di Morciano (apertura prevista in estate), che avrà sede nella Casa di Comunità e garantirà 7 giorni su 7 dalle 8 alle 20 la risposta dell’equipe medico-infermieristica.
Samuele Ortensi, coordinatore del Servizio Infermieristico Domiciliare e Ifec del Distretto di Riccione, ha quindi presentato i due Infermieri di Famiglia e Comunità individuati per prendersi cura dei cittadini nel territorio di Morciano, vale a dire Raffaella Bertuccioli e Alice Di Bari.
Questi professionisti ricevono in libero accesso il mercoledì dalle ore 17 alle 18 e il sabato dalle ore 10 alle 11 alla Casa della Comunità di Morciano (via Arno 40). Il servizio gratuito può anche essere attivato da cittadini e professionisti chiamando il numero telefonico 0541 854407 (segreteria h 24), oppure tramite mail scrivendo a ifec.morciano@auslromagna.it .