(Sesto Potere) – Faenza – 29 luglio 2025 — “L’ultimo strumento a cui ricorrere nel caso di eventi di maltempo estremi, se tutti gli interventi realizzati non fossero sufficienti a garantire la capacità di deflusso della piena e la messa di sicurezza di persone e cose. Una prospettiva “di emergenza” che va responsabilmente considerata, alla luce degli effetti imprevedibili dei cambiamenti climatici”: è quanto precisano sul tema delle “tracimazioni controllate”, all’interno del progetto di messa in sicurezza del bacino del Lamone e del Marzeno, il presidente della Regione, Michele de Pascale, e il sindaco di Faenza, Massimo Isola.
“Il cuore del piano presentato dalla Regione ai cittadini un mese fa riguarda principalmente l’individuazione e la sistemazione di aree di espansione e laminazione delle acque- spiega de Pascale-. Il progetto che si sta sviluppando in modo partecipato tramite le osservazioni di comitati, associazioni e cittadini prevede inoltre, nei limiti strutturali presenti, il consolidamento delle arginature, la riprofilatura delle sezioni fluviali, l’abbassamento delle aree golenali e una migliore gestione della vegetazione, nella consapevolezza che la riduzione dei rischi sarà efficace solo attraverso un insieme di interventi coerenti e coordinati, come più volte ribadito anche dai tecnici. Per questo- prosegue il presidente de Pascale -, nell’ottica di non escludere nulla a priori, di fronte a eventi la cui portata non può essere circoscritta a causa degli effetti dei cambiamenti climatici, dobbiamo prevedere in tutta la Regione anche la possibilità di tracimazioni controllate nel caso di piogge estreme, nel caso in cui tutte le opere realizzate non fossero sufficienti a garantire la capacità di deflusso della piena. Condizioni estreme- ribadisce de Pascale- che, ovviamente, speriamo non debbano verificarsi mai, ma abbiamo la responsabilità di escludere in ogni modo rotture arginali incontrollate dalle conseguenze imprevedibili, come avvenuto in occasione dei recenti eventi alluvionali. In nessun modo queste aree aumenteranno il rischio delle zone abitate, che al contrario sono finalizzate a proteggere. La preoccupazione dei cittadini è comprensibile ma le notizie circolate non corrispondo in alcun modo al vero- conclude il presidente de Pascale -. Siamo certi che tanti interrogativi e dubbi verranno sciolti man mano che la progettazione entrerà nel dettaglio”.
L’intervento del governatore dell’Emilia-Romagna segue le perplessità avanzate dal Comitato Fluire, che raggruppa i cittadini alluvionati del forese, in merito al progetto dell’area a tracimazione controllata che si dovrebbe realizzare tra Reda e Pieve Cesato. A parere del Comitato sarebbe maggiormente efficace un’area a tracimazione controllata a monte di Faenza, piuttosto che a valle.
Un altro Comitato: Orto Bertoni, zona di Faenza considerata idonea a laminare le piene, ha manifestato l’auspicio che la Regione attivi al più presto Tavoli di confronto con cittadini e associazioni per discutere dei progetti e – in particolare – s0è fattoi presente che “non ci si aspettava un’area per laminare le piene del Lamone a ridosso di questo quartiere”.
Per il primo cittadino di Faenza, Massimo Isola, il tema della tracimazione controllata “rischia di far passare in secondo piano la mole di interventi previsti dalla Regione per la sicurezza idraulica del nostro territorio: un’accelerazione e un cambio di passo che abbiamo salutato con grande soddisfazione e che ci fa guardare al futuro con ottimismo. Nessuno- prosegue Isola– ha mai detto che si intende allagare volutamente tutta la campagna faentina e coinvolgere aree abitate o zone produttive. Chi lo sostiene specula sulle paure delle persone. È vero invece l’esatto opposto, e cioè- spiega il sindaco- che con quest’ipotesi di extrema ratio si andranno a individuare a priori zone perimetrate e regolamentate con i privati in cui far defluire le acque con il minor impatto possibile per la popolazione, aiutando contestualmente a evitare rotture arginali e sormonti incontrollati delle piene che creerebbero senza alcun dubbio maggiori danni. In più- conclude Isola-, trattandosi di convenzioni preventive, sarebbero già stabilite le procedure dei rimborsi e dei risarcimenti con una protezione economica dei proprietari che escluderebbe lungaggini e incertezze. Nella sua dinamica è un ragionamento non solo semplice ma di assoluto buonsenso”.
Lamone e Marzeno, il percorso partecipato: inviate alla Regione 492 osservazioni
La Regione ricorda che si è concluso, intanto, venerdì scorso, 25 luglio, il mese di tempo a disposizione, a partire dall’assemblea pubblica svoltasi a Faenza, in cui i cittadini potevano inviare osservazioni, consigli e domande alla Regione tramite l’apposito form sul progetto relativo agli interventi di mitigazione del rischio idraulico dei bacini del Lamone e del Marzeno, a protezione della città e del territorio circostante.
Complessivamente sono 492 le osservazioni inviate: in gran parte da residenti, ben 290, 62 da agricoltori, 17 di imprenditori, 32 da membri di comitati, 90 da persone che non hanno indicato qualifiche, né appartenenze, 1 da un amministratore locale. La pagina del form è stata visitata, in tutto, 5.763 volte.
Alle osservazioni sarà data puntuale risposta e il progetto verrà arricchito da suggerimenti e critiche costruttive. E, prima di avviare le progettazioni, verrà nuovamente condiviso e presentato pubblicamente.