(Sesto Potere) – Roma – 17 marzo 2025 – Un’analisi che parte dalle città per riflettere su uno strumento di pianificazione ancora poco diffuso
in Italia: il Piano comunale del verde. Lo studio si concentra su 10 Piani del verde approvati dai Comuni italiani a partire dal 2020: Torino, Vercelli, Bolzano, Padova, Rovigo, Parma, Bologna, Forlì, Livorno, Avellino, in cui vivono complessivamente oltre 2 milioni di persone, e che intende stimolare una riflessione su questo importante strumento di pianificazione per rendere i territori più sani, inclusivi e resilienti.
L’analisi è contenuta nella pubblicazione ISPRA (l’’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) “I Piani comunali del verde: strumenti per riportare la natura nella nostra vita?” promossa e curata dall’Istituto con i contributi di ANCI, ICLEI e Paolo Pileri e intende stimolare una riflessione su questo importante strumento di pianificazione per rendere i territori più sani, inclusivi e resilienti.
Nel dossier c’è un focus anche su Forlì: “Il PdV di Forlì individua degli obiettivi strategici a medio e lungo termine e traccia un percorso realistico per raggiungerli e gli strumenti per farlo, in attesa che i nuovi strumenti urbanistici previsti dalla l.r. Emilia-Romagna 2017, n. 24 li possano affrontare in modo organico. Questi obiettivi sono, ad esempio, le reti ecologiche e l’implementazione di una rete interconnessa di percorsi ciclopedonali che colleghi fra loro le varie aree verdi della città. Al contempo, il Piano vuole definire un nuovo modello di gestione del Sistema del Verde esistente, attraverso pratiche innovative che aumentino il patrimonio arboreo e riducano i costi a carico dell’Amministrazione. Il Piano, redatto a cavallo del periodo pandemico e caratterizzato da una forte incertezza legata alle conseguenze dell’inevitabile crisi economica sulle finanze degli Enti locali e su quella del Comune di Forlì, in particolare, assume come soluzione migliore quella di ipotizzare scenari del tutto prudenziali, perciò, basati sul mantenimento dei livelli attuali di risorse comunali destinate alla gestione del verde pubblico. Le linee di indirizzo fornite dal PdV per gli interventi da realizzarsi a carico del sistema delle aree verdi, potranno realizzarsi con fondi comunali, ma anche privati (vedi nuove urbanizzazioni) o governative (vedi programmi ministeriali)”.
Riprendendo lo slogan della Strategia europea per la biodiversità al 2030, ISPRA ci racconta una nuova visione di città che coniuga capitale naturale e patrimonio verde e blu con i temi chiave della sostenibilità urbana, attraverso strategie volte a combinare l’incremento del verde pubblico con la giustizia ambientale, la riduzione del consumo di suolo con l’adattamento ai cambiamenti climatici, la cura del verde con la cittadinanza attiva e la partecipazione pubblica.
Qualche esempio: a Padova un parcheggio è stato trasformato in rain garden per restituire permeabilità al suolo e consentire l’infiltrazione naturale delle acque meteoriche; a Vercelli si punta a nuovi 10 km di parco fluviale e ad Avellino si propone la gestione differenziata del verde per ridurre i costi e favorire la biodiversità.
Il documento dà conto anche delle altre città italiane che hanno avviato il percorso di redazione di un Piano del verde, a conferma dell’attenzione crescente verso questi temi da parte delle amministrazioni locali, anche grazie alla cornice normativa e strategica che si è andata costruendo in questi ultimi dieci anni fuori e dentro il nostro Paese, ma le sfide rimangono.
Il Quaderno ISPRA fornisce suggerimenti utili per superare le criticità, fungere da volano per promuovere nuove attività di studio e di ricerca interdisciplinari e da incentivo affinché il Piano del verde diventi, nei prossimi anni, prassi pianificatoria consolidata e sempre più diffusa tra le amministrazioni locali del nostro Paese.