venerdì, Marzo 21, 2025
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Piacenza, operazione polizia contro le truffe sentimentali, un indagato

(Sesto Potere) – Piacenza – 21 marzo 2025 – La Polizia di Stato di Piacenza, coordinata dalla Procura della Repubblica di Piacenza, ha emesso misure cautelari personali e reali a carico di un cinquantenne italiano domiciliato in provincia di Genova, sottoposto ad indagini per aver circuito una donna fragile rimasta da poco vedova, sperperando quasi tutto il suo patrimonio.

L’attività dei poliziotti della squadra mobile veniva avviata grazie alla provvidenziale segnalazione delle dipendenti di un ufficio postale cittadino, e permetteva di far emergere come l’indagato, nel corso degli ultimi mesi, fosse riuscito a carpire la fiducia ed a sperperare il patrimonio di una donna fragile.

L’indagato attraverso una serie di articolati raggiri, attuati dopo aver agganciato la donna grazie ad una complice, fingeva di essersi innamorato della vittima e, approfittandosi del fatto che fosse da poco rimasta vedova ed affetta da patologia psichiatrica, la convinceva di voler avviare una convivenza con lei, inducendola a compiere atti comportanti effetti giuridici particolarmente dannosi.

In particolare la convinceva, con varie scuse quali malattie, minacce da terzi o necessità lavorative, a versargli complessivi 52.880 euro, consegnandogli di fatto quasi tutti i suoi risparmi. L’uomo sperperava immediatamente i soldi ricevuti, principalmente con il gioco d’azzardo, riuscendo nel giro di pochi mesi a mandare la donna sul lastrico senza che nessuno segnalasse la vicenda alle Forze dell’Ordine.

A gennaio però arrivava in Questura da parte di un ufficio postale, la segnalazione di operazioni sospette in atto, con ciò permettendo l’emersione di un gravissimo reato in atto da mesi.

Nel mese di gennaio gli investigatori della Squadra Mobile intervenivano infatti presso l’ufficio postale, perché la Direttrice dell’istituto segnalava alcuni comportamenti sospetti da parte di una donna, che si era presentata perché voleva versare 5.000 euro al marito asseritamente all’estero. La donna appariva lucida, ma molto reticente, facendo comprendere che ci fosse qualcosa che non tornava nel racconto della stessa e dei motivi addotti per il versamento.

I poliziotti riuscivano, con grande capacità empatica, a farsi raccontare dalla donna i motivi per cui voleva fare un versamento così importante: era stata convinta che il compagno fosse ricoverato all’estero da mesi e le aveva riferito di avere bisogno di denaro per cure mediche. Ai poliziotti allora appariva lampante la truffa in atto, in quanto risultava ai terminali un recente controllo di polizia del beneficiario a Genova, ma non era possibile far comprendere alla donna l’articolata truffa di cui era vittima, essendo ormai in completa balia del suo carnefice che l’aveva portata a diffidare delle Forze dell’Ordine e dei suoi parenti, vivendo in una bolla creata ad arte grazie alle promesse d’amore.

Pertanto, d’intesa con il Pubblico Ministero, la Squadra Mobile procedeva al sequestro preventivo d’iniziativa di tutti i rapporti economici della donna e dell’indagato, riuscendo a mettere in salvo 22.500 euro, ultimi soldi rimasti alla donna.Le indagini permettevano di ricostruire che l’indagato era riuscito ad avvicinare la vittima grazie alla collaborazione di un’altra donna, verosimilmente la vera compagna, che conosceva la vedova a bordo di un autobus e, comprendendo lo stato di solitudine in cui versava, la metteva in contatto con il finto spasimante, che riusciva abilmente a convincerla di essersi innamorato di lei.

Attraverso le indagini emergeva come in pochi mesi, l’indagato fosse riuscito a causare un danno economico alla donna pari a circa 100.000 euro, costringendola a vivere senza riuscire nemmeno più a pagare il riscaldamento di casa o a fare la spesa, nella convinzione che grazie ai suoi sacrifici, l’amato finalmente sarebbe riuscito a superare le difficoltà e sarebbe andato a convivere con lei. Gli investigatori della squadra mobile, attraverso una rapida analisi dei conti bancari, riusciva ad enucleare le gravissime condotte dell’indagato, e le indagini prontamente recepite dall’Autorità Giudiziaria, portavano all’emissione dell’ulteriore misura cautelare personale del divieto di dimora a Piacenza e del divieto di avvicinamento con braccialetto elettronico alla vittima.

Sono in corso indagini per verificare se vi sino ulteriori vittime dell’indagato, anche alla luce della professionalità e della pervicacia dimostrate durante il raggiro.

Nella vicenda in questione, è stata fondamentale l’accortezza del personale in servizio alle poste, attraverso l’opera sia della dipendente al front office che della Direttrice dell’Istituto, che ha permesso di far emergere una vicenda che altrimenti sarebbe rimasta sconosciuta, consentendo all’indagato la completa depredazione del patrimonio della vittima, in parte fortunatamente salvato dall’intervento delle Istituzioni.