(Sesto Potere) – Forlì – 1 marzo 2024 – “La campagna elettorale è cominciata e il Sindaco Zattini e l’Assessore Melandri non vogliono restare indietro. In mancanza di risultati di rilievo dopo cinque anni di governo, ogni occasione è buona per magnificare il costosissimo (le spese previste dovrebbero avvicinarsi a quattro milioni di euro!) gioco di spostamenti di servizi e beni culturali fra palazzo Merenda, palazzo Romagnoli e palazzo Albertini.
Al di là dei tanti aspetti critici dell’intera operazione, che rischia di tradursi in un caotico smembramento del patrimonio e dei servizi culturali (a partire dallo “spezzatino” di quello bibliotecario, che si troverà a ruotare addirittura su tre sedi, Merenda, Santarelli e Romagnoli, a fronte della medesima dotazione organica, già ora del tutto insufficiente) e che è stata pensata in totale autoreferenzialità e senza confronto con i cittadini, dobbiamo rilevare l’aperta discrepanza fra i continui annunci della Giunta sull’imminente conclusione dei lavori e ciò che emerge dalle carte.
A sette mesi di distanza dalla conferenza stampa in cui l’Assessore Melandri affermava che “i nostri progetti sono in pieno accordo con la Soprintendenza e non derivano da soluzione estemporanee” e a pochi giorni da un’ennesima uscita in cui il Comune annunciava che “bisognerà attendere ancora poco per vedere concluso il cantiere di palazzo Albertini”, la realtà, messa nero su bianco dagli uffici del Comune a seguito dei nostri accessi agli atti, è che manca ancora l’autorizzazione della Soprintendenza allo spostamento della collezione Verzocchi visto che il Comune non è stato in grado di fornire i chiarimenti richiesti sulle modalità di movimentazione e trasferimento di opere tanto preziose”: lo scrivono in una nota congiunta i gruppi consiliari Partito democratico, Forlì e co. e Movimento 5 Stelle,
Alleanza Verdi e Sinistra Forlì.
“Già la sola mancanza di questa autorizzazione mette in forse l’intero progetto che, come noto, ha come punto centrale proprio lo spostamento della Verzocchi dalla sede di palazzo Romagnoli, nonostante le tante opposizioni manifestatesi in città (fra cui una petizione che ha raccolto oltre mille firme), e le stesse prescrizioni dell’atto di donazione delle opere da parte di Verzocchi, che richiedevano esplicitamente la loro esposizione in uno spazio che permettesse di apprezzare l’unitarietà della collezione e ne mantenesse il collegamento fisico con il resto della pinacoteca, elementi che, come giustamente rilevato anche da Italia Nostra, sono assenti nella sede ipotizzata presso Palazzo Albertini. Ma se l’autorizzazione allo spostamento della Verzocchi risulta ancora in forse, è l’intero progetto di riallestimento museografico pensato dal Comune a essere avvolto nelle nebbie. L’unica cosa certa che emerge dalle carte è la bocciatura della Soprintendenza di alcuni dei suoi elementi qualificanti (display ad alta luminosità affiancato al portone di ingresso, led wall nelle colonne d’atrio) ritenuti eccessivamente invasivi e impattanti sull’aspetto dell’edificio e della stessa Piazza. Viene da chiedersi se siano questi orpelli gli elementi di innovazione pensati per palazzo Albertini e se non compromettano la stessa qualità di fruizione della collezione Verzocchi; a tal proposito è preoccupante che l’intero progetto museografico non sia stato illustrato pubblicamente ai forlivesi.”: aggiungono le forze politiche di opposizione.
“Ma prima ancora delle criticità di allestimento e spostamento, l’esame dei documenti ci consegna un ulteriore problema irrisolto, che riguarda la stessa ristrutturazione di palazzo Albertini, ovvero la bocciatura della Soprintendenza della proposta relativa all’installazione di un ascensore, pur indispensabile per permettere la fruizione museale da parte di tutti, e la declinazione di numerose prescrizioni, che posticipano nei fatti la data di fine del cantiere. Originariamente annunciata per “inizio 2023”, la conclusione dei lavori continua dunque a slittare in avanti senza soluzione di continuità. Ovviamente lo stallo dei lavori su palazzo Albertini si ripercuote, a cascata, su tutte le altre sedi coinvolte nella bizzarra operazione di spostamenti pensata da Melandri e Zattini, tanto è vero che anche a palazzo Romagnoli i lavori per ospitare la biblioteca non sono iniziati. Il rischio tangibile è che la costosa quanto fumosa operazione del Comune finisca per comportare o la coesistenza, non si sa per quanti anni, di biblioteca e collezione Verzocchi nelle stesse sale di palazzo Romagnoli, una soluzione talmente campata per aria da risultare quasi impensabile, oppure la collocazione in deposito della Verzocchi in attesa dell’indeterminato momento di conclusione della fine dei lavori a palazzo Albertini (cui seguiranno i tempi necessari al riallestimento). Quattro milioni di euro per il bel risultato di disallestire e limitare la fruizione dell’unica collezione d’arte della città che da tempo ha trovato la sua sede e il suo progetto di valorizzazione!. La soluzione per porre fine al pasticcio è che questa Giunta finalmente vada a casa e lasci il posto ad un’Amministrazione che abbia a cuore non il marketing e la vuota spettacolarizzazione della cultura ma la valorizzazione dei beni e servizi culturali forlivesi per residenti e visitatori.”: concludono i gruppi consiliari Partito democratico, Forlì e co. e Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi e Sinistra Forlì.