(Sesto Potere) – Forlì – 23 febbraio 2025- Serata molto interessante, giovedì 20 febbraio, al Panathlon Club Forlì, con protagonista la vela. Ospite d’onore, nel salone Aurora di Palazzo Albicini, Luca Rosetti, vincitore nel 2023 della mitica Mini Transat, una delle regate più prestigiose al mondo. Nata per volontà dei francesi nel 1977, la competizione si disputa ogni due anni e Rosetti è stato il secondo italiano a conquistare questo successo prestigioso.
Era atteso, tra gli ospiti, anche Bruno Rosetti, canottiere medagliato a Tokio 2020 e oggi membro del team di Luna Rossa, ma un impegno di lavoro improvviso non gli ha concesso di essere presente all’incontro.
Al tavolo della Presidente del Panathlon, Marilena Rosetti, oltre a Luca Rosetti sedeva anche Anna Crotti, vicepresidente della Federazione Vela dell’Emilia Romagna, accompagnata dal coniuge Ettore Bonaguri.
Il compito di intervistare gli ospiti è stato svolto da due soci del Club, Mario Fedriga e Marco Tupponi, esperti velisti.
Anzitutto, come si definisce Luca Rosetti?
“Mi sento marinaio perché sono legato al romanticismo della vela; devo essere sincero, la tecnologia è indispensabile, certo, ma io non potrei mai stare sotto coperta, a controllare i monitor dei computer, senza mai vedere il mare, perché ci si affida al pilota automatico. La Mini Transat è una traversata in solitario, hai pochissime risorse tecnologiche e si naviga in base al fiuto, alla esperienza. Poi ci si sono anche gli intoppi, le avarie, gli incidenti e ti devi arrangiare da solo. Questo per me significa essere un marinaio.”
Nella Mini Transat si usano delle barche di 6 metri e 50, praticamente dei gusci di noce.
“Qualsiasi barca – ha spiegato Rosetti – è un guscio di noce quando solchi l’oceano. Io mi sento sicuro a bordo della mia barca, ho la sensazione della stabilità, perché sono pensate e costruite proprio per questo.”
Rosetti pensa forse ad un passaggio ai foil?
“Il foil è il futuro ma a me piace di più la navigazione lenta. Chissà forse farò questo passo, ma per ora non mi sento di abbandonare il mio modo tradizionale di regatare.”
Poi ci sono state domande sulla vita quotidiana del navigatore solitario, a partire dal cibo e dal sonno.
“Devi essere bravo per capire se è il momento di ricaricare le forze ma spesso non si riesce a farlo, quindi occorre prevedere le situazioni, per immagazzinare energie che poi ti serviranno. Per il sonno, invece, c’è un metodo per rimanere sempre vigili: l’ideale è dormire una ventina di minuti di tanto in tanto, mai di più. Ma mi è capitato anche di dormire un’ora e mezzo, perché per la stanchezza non mi sono svegliato.”
Anna Crotti è intervenuta sul ruolo della psicologia nella vela: “La psicologia è importante, perché quando si è da soli in mare si deve essere in grado di bastare a se stessi. Non sono, quelle oceaniche, regate che durano un giorno, la Mini Transat ha tappe che durano anche due settimane.”
Altra curiosità: perché la prua delle barche partecipanti alla Mini Transat sono tonde?
“La prua tonda esisteva fin dall’Ottocento, poi è stata abbandonata. Si è ripreso ad utilizzarla proprio per la Mini Transat. Dovendo passare l’equatore, con alisei e controalisei, un progettista francese disegnò una prua tonda che dà maggiore velocità.”
Ma ora Luca Rosetti ha un nuovo progetto in cantiere?
“Sì. dopo la vittoria nella Mini Transat ho pensato a un progetto che ho chiamato “FUTURA”, dove saranno importanti sia la tecnologia sia gli ambienti. Costruiremo una barca utilizzando materiali riciclabili. Questo per me è il futuro della vela.”
Foto da sinistra: Mario Fedriga, Marilena Rosetti, Luca Rosetti, Marco Tupponi e Anna Crotti