(Sesto Potere) – Milano 1 ottobre – “La Transazione Fiscale, finalmente integrata nella procedura di Composizione Negoziata, rappresenta un intervento tardivo, ma essenziale”. Carlo Carmine, (nella foto) presidente dell’Osservatorio nazionale ‘Fisco e Imprese’ e founder di CFI – Crisi fiscale d’impresa, commenta così l’arrivo da ottobre della misura pubblicata in Gazzetta Ufficiale, che permette alle aziende non solo di negoziare i propri debiti con banche e fornitori, ma anche con l’Agenzia delle Entrate Riscossione (ADER), offrendo una via concreta per ridurre il carico fiscale e facilitare la ristrutturazione del debito.
Negli ultimi anni, molte aziende sono fallite – nel 2023 sono stati più di 2mila i fallimenti – non solo a causa dell’impossibilità di includere i debiti fiscali nelle trattative, ma anche perché, senza la possibilità di trarre vantaggi rilevanti dalla Composizione Negoziata, si sono viste costrette a ricorrere a procedure più complesse, lunghe e costose.
“In molti casi – aggiunge Carlo Carmine – le imprese, per far fronte alle difficoltà di accesso al credito bancario, hanno privilegiato il pagamento di fornitori e dipendenti, lasciando accumulare debiti con il Fisco. Di fatto, il Fisco è spesso diventato la principale fonte di ‘finanziamento’ per molte aziende”.
Le criticità, però, rimangono soprattutto per le micro e piccole imprese che rappresentano il 75% del totale delle aziende italiane.
“I costi elevati delle procedure, che richiedono l’intervento di esperti, attestatori e revisori – spiega ancora Carlo Carmine – rischiano di penalizzare proprio queste realtà più piccole, con margini ridotti e difficoltà a sostenere tali oneri”.
Prima dell’introduzione della Transazione Fiscale, un’azienda con 1 milione di euro di debiti totali, di cui 300.000 euro verso i fornitori e 700.000 euro verso ADER, poteva – grazie all’esperto nominato dalla Camera di Commercio e a determinate condizioni – negoziare una riduzione del 50% del debito con i fornitori, portando questo importo a 150.000 euro.
Tuttavia, il debito verso ADER doveva essere pagato interamente, pari a 700.000 euro, anche se poteva essere rateizzato. Alla fine, l’azienda si trovava comunque a dover pagare 850.000 euro.
“Con l’introduzione della Transazione Fiscale, la situazione cambia drasticamente. Ora – conclude il founder di CFI Carlo Carmine– l’impresa può negoziare una riduzione anche sul debito fiscale. Riprendendo lo stesso esempio, l’azienda con 1 milione di euro di debiti (300.000 euro verso i fornitori e 700.000 euro verso ADER) potrebbe ora trattare una riduzione del 50% su entrambi i fronti. Questo significherebbe ridurre il debito con i fornitori a 150.000 euro e quello con ADER a 350.000 euro. Complessivamente, l’azienda pagherebbe 500.000 euro invece di 850.000, con la possibilità di rateizzare la differenza rimanente”.