(Sesto Potere) – Bologna – 29 luglio 2025 – Nel corso della seduta di ieri pomeriggio, il Consiglio comunale di Bologna ha approvato la delibera per conferire la cittadinanza onoraria alla comunità dei bambini di Gaza nella città di Bologna.
La delibera è stata approvata con 30 voti favorevoli (Sindaco, Partito democratico, Coalizione civica, Lepore sindaco, Anche tu conti, Lega Salvini premier, Bologna ci piace, Europa verde, Misto e consigliere Stanzani – Forza Italia) e 6 non votanti (Fratelli d’Italia e consigliere Venturi – Forza Italia). Stesso esito per l’immediata eseguibilità.
Nel corso della seduta, il sindaco di Bologna Matteo Lepore è intervenuto in Consiglio comunale sul conferimento della cittadinanza onoraria alla comunità dei bambini di Gaza nella città di Bologna.
Nel corso del suo intervento il sindaco Lepore ha tra l’altro ricordato i progetti di accoglienza di persone che vengono portate nel territorio bolognese da contesti di guerra: “Uso questo termine, perché, nel caso delle famiglie palestinesi, non avrebbero voluto fuggire dalla loro terra, ma sono state filtrate di fatto dal loro paese per motivi sanitari, medici o per ricongiungimenti familiari. In questo momento ci sono 122 persone, 99 sono accolte nel sistema Sai, tredici al di fuori del sistema Sai. Significa che sono di fatto gestite dall’Amministrazione comunale e dall’Asp con anche le risorse che lo Stato concede a questo sistema così importante, che complessivamente ci permette di prenderci cura dell’accoglienza in città. Di queste, 57 sono adulti, 42 sono minori, in totale sessantadue donne e trentasette uomini, sedici nuclei e una persona singola. Persone che sono arrivate in questo ultimo anno a seguito di ferite molto gravi o anche malattie oncologiche, una persona che purtroppo ha perso la vita nelle settimane scorse a seguito della malattia”.
“Per noi – aggiunge il sindaco di Bologna – occuparci di loro è sicuramente motivo di impegno, anche perché, grazie al lavoro straordinario del consolato italiano, che credo sia in Giordania, accogliamo persone che dalla Presidenza del Consiglio, attraverso la Croce Rossa e il lavoro di diversi Ong, arrivano nel nostro territorio quando vengono lasciate passare dalle autorità israeliane, che fanno un filtro molto pesante, molto importante. Nei giorni scorsi erano annunciate un’altra trentina di persone. Non sappiamo che fine abbiano fatto queste persone. Sappiamo che non sono partite. Così come nei mesi scorsi sapevamo che dovevano arrivare diversi bambini, purtroppo tre sono stati colpiti mentre erano in fila per prendere il pasto, quindi sono stati colpiti e sono molto gravi. Non sappiamo da giorni quali sono le loro condizioni. Le storie di queste persone sono storie che possiamo immaginare, sono molto tragiche, molto drammatiche. Nonostante questo, hanno deciso di impegnarsi in un percorso all’interno della nostra città di vario genere, anche scolastico, e ho avuto l’opportunità nei giorni scorsi di incontrarle, tutte assieme, in un pranzo che è stato organizzato dalla comunità islamica insieme alla Chiesa di Bologna, con anche la Croce Rossa e i rappresentanti del consolato del Qatar”.
“Posso dirvi – ha fra l’altro detto il sindaco Matteo Lepore – che i bambini ospitati hanno già imparato l’italiano, frequentando le nostre scuole in grandissima parte, e anche nella manifestazione che abbiamo fatto per rompere il silenzio aderendo ad un appello che è arrivato a livello nazionale, che è stato accolto da tantissimi Sindaci e Sindache e comunità, abbiamo potuto incontrare loro e confrontarci su quella che è la loro situazione. Non ho trovato di fronte a me dei bambini, che in questo momento non sono consapevoli del posto dove stanno. Certo, ci sono alcuni che hanno un’età veramente piccola, altri si confrontano, parlano italiano appunto, perché l’hanno imparato nelle scuole bolognesi e sono preoccupati per i loro familiari che sono rimasti, peraltro contesti familiari molto allargati, sono preoccupati per i loro familiari che sono rimasti a Gaza o in altri territori. Quello che chiedono è di aiutarli a fare arrivare altre persone, per metterle in sicurezza”.