(Sesto Potere) – Bologna – 28 marzo 2024 – La mancanza di manodopera qualificata rallenta la transizione digitale delle imprese emiliano-romagnole, con quasi il 60% della domanda di lavoratori che non trova adeguate risposte.
Questo è quanto emerge dalla ricerca del Centro studi di Confartigianato Emilia-Romagna, in cui si evidenzia che la situazione peggiore si registra a Piacenza, dove è introvabile il 61,8% dei lavoratori con competenze digitali avanzate 4.0, necessari alle Pmi (1.050 su 1.700).
In questa particolare classifica seguono a breve distanza Parma, dove manca il 60,3% di personale pronto ad affrontare l’IA (1.640 su 2.720), Reggio Emilia dove non si trova il 59,8% del personale qualificato (2.140 su 3.580) e Rimini dove manca il 59,3% del personale con e-skill (2.100 su 3.540).
IL COMMENTO
“I dati evidenziati dalla ricerca del nostro Centro studi ci dicono che a livello regionale su 30.830 lavoratori con elevate e-skill 4.0 richiesti dalle aziende, ne mancano all’appello 17.930, pari al 58,6% – afferma Davide Servadei, presidente di Confartigianato Emilia-Romagna -. Per le nostre aziende la difficoltà a trovare lavoratori con adeguate competenze viene indicata, addirittura, come di gran lunga più grave rispetto ai problemi della burocrazia, dell’accesso al credito e della concorrenza sleale. Ma proprio da queste difficoltà emerge ancora una volta come i nostri imprenditori siano sempre pronti a rinnovarsi e a innovare, per affrontare le grandi trasformazioni della nostra epoca ed essere attori delle transizioni green e digitale”.
LA RICERCA
La corsa delle micro e piccole imprese emiliano-romagnole che hanno già varcato le frontiere dell’intelligenza artificiale nella transizione digitale è frenata dalla difficoltà di trovare personale qualificato. Su 30.830 lavoratori con elevate e-skill 4.0 richiesti dalle aziende, ne mancano all’appello 17.930, pari al 58,6%.
Evidenza riportata nel rapporto dell’Ufficio studi Confartigianato presentato il 19 marzo 2024 a Pesaro alla terza edizione della ‘Giornata della cultura artigiana’, evento annuale dove la Confederazione ha fatto il punto sul grado di innovazione delle imprese e sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale per ottimizzare la creatività e la qualità di prodotti e servizi made in Italy.
Per le nostre aziende la difficoltà a trovare lavoratori con adeguate competenze viene indicata come addirittura di gran lunga più grave rispetto ai problemi della burocrazia, dell’accesso al credito e della concorrenza sleale.
Per quanto riguarda la difficoltà a reperire manodopera esperta di intelligenza artificiale, la situazione peggiore si registra sul territorio emiliano-romagnolo a Piacenza, dove è introvabile il 61,8% dei lavoratori con elevata richiesta di competenze digitali avanzate 4.0 necessari alle Pmi (1.050 su 1.700). Seguono a breve distanza Parma, dove manca il 60,3% di personale pronto ad affrontare l’IA (1.640 su 2.720), Reggio Emilia dove non si trova il 59,8% del personale preparato ad affrontare l’IA (2.140 su 3.580) e Rimini dove manca il 59,3% del personale con e-skill (2.100 su 3.540).
In testa alla classifica dei lavoratori introvabili tra quelli capaci di gestire tecnologie relative a big data analytics, internet of things e robot vi sono gli elettricisti nelle costruzioni civili: nel 2023 sono risultati difficili da reperire 1.060 su un fabbisogno delle imprese pari a 1.520. Difficile reperire anche 810 Operai addetti a macchine utensili automatiche e semiautomatiche industriali su un totale di 1.000. Arriva addirittura all’83,1% la quota di ‘introvabili’ fra gli Attrezzisti di macchine utensili, pari a 540 lavoratori su 650. Percentuale di difficoltà di
reperimento che sale al 92,3% per gli Analisti e progettisti di software, pari a 360 lavoratori su 390.
Due piccole imprese su tre hanno adottato interventi per attrarre e/o trattenere il personale qualificato. In particolare, hanno attivato o intensificato la collaborazione con le scuole, soprattutto quelle ad indirizzo tecnico e professionale.
Secondo il rapporto di Confartigianato, l’intelligenza artificiale viene usata dai piccoli imprenditori soprattutto per esigenze di sicurezza informatica, controllo dell’accesso a luoghi, a dati o a servizi, manutenzione di macchinari e automezzi, ottimizzazione dell’utilizzo di energia e materie prime,
trattamento dei rifiuti e gestione della logistica, automazione di processi produttivi e applicazioni di contabilità e finanza, automazione delle funzioni di vendita online di beni e servizi e applicazioni nella prevenzione, nella diagnostica e nelle cure mediche.